Ore 23:30
Boston
Camera di Grace
USAPov Al:
<<Hey>> sussurro entrando dalla porta semichiusa della camera di Grace, Laila e Rosie, una ragazza di discreta bellezza e poca intelligenza, figlia di papà e ombra di Grace, praticamente.
<<Al, sei tu?>> dice lei di rimando.
<<Sì, c'è anche Rosie con te?>> le chiedo.
<<No, per fortuna. Mi sta sempre appiccicata, non la sopporto. E poi sai che fa?! Prima mi dice una cosa e subito dopo esclama o fa un'altra. Io non ce la faccio! È incoerente, punto. La detesto!>> sibila lei infuriata.Nel frattempo, senza farmi sentire ho chiuso la porta alle mie spalle lasciandoci al buio e mi sono avvicinato a Grace.
<<Hey, baby, lo so che la odi. Però che ne dici se rimandiamo questa chiacchierata e facciamo cose più serie?>> affermo io malizioso posandole una mano sul fianco.
<<Adoro quando mi chiami baby, mi fa sentire solo tua.>> mi risponde lei con voce sexy appoggiando le sue calde e morbide labbra sulle mie.
<<Sei solo mia>> dico io.
Lei inizia a baciarmi, prima teneramente poi sempre più avida delle mie labbra e non posso fare a meno di accontentare la sua richiesta.
La prendo per i fianchi e la butto sul letto. Mi sdraio sopra di lei premendola col mio corpo.
<<Vuoi?>> le chiedo.
<<Ovvio>> mi risponde Grace.
"E allora inizia il gioco", penso.
Le sfilo la maglia dalla testa e lei mi leva i pantaloni. Sento mio cavalier si desto alzarsi, ormai è da quando ho 16 anni che non riesco più a controllare le mie erezioni. Grace mi sorride divertita dall'effetto che ha su di me.
<<Te la farò pagare per aver riso di me, biondina.>> le sibilo io con voce bassa.
Levo ogni singolo capo che ci divide assaporando con le dita il suo corpo. Premo nei punti più caldi e arrivato all'isola delle signore le infilo due dita dentro. Grace geme contro il mio orecchio facendomi aumentare il desiderio.
Contro voglia mi alzo e mi metto un preservativo.
<<Uuuuu, che è XXL?>> mi chiede lei.
<<Puoi scommetterci, sappi che non potrai camminare per due giorni.>> le dico io.
<< Accetto il rischio>> afferma lei con voce sensuale assumendo una posa simile a quella della Venere di Urbino.
Mi lancio sopra di lei. Affondo una, due, tre, quattro,..volte. Sono praticamente sfinito quando sia io che lei veniamo. È un momento di tale estasi. Non ci preoccupiamo neppure di abbassare la voce.Si spalanca la porta. È una ragazza dai capelli lunghi, mossi e neri come la pece a contrasto con la pelle chiara e dagli occhi bellissimi: azzurri come il ghiaccio.
Laila Harris.Molto più bella e interessante di quell'amichetto di Nic.
Nic.
Chissà cosa sta facendo ora?L'urletto di Grace mi fa tornare alla realtà. Lei si copre con il lenzuolo mentre io con il cuscino. Ho visto che Laila mi ha guardato i muscoli e qualcos'altro, ma vabbè: guardi pure, almeno me ne porto a letto pure un'altra.
<<Scusate>> dice Laila mortificata.
Poi aggiunge guardandomi impietrita:<<Ti dovresti vergognare. Hai detto a Nicole che ti sei scopazzato più volte Grace? Ah, e per tua informazione Grace, Nicole ha solo quindici anni e stanno insieme.>>
<<Pedofilo. Io non ho parole: siamo fidanzati e poi si viene a sapere che hai già la ragazza? Che tra l'altro è pure minorenne. Mi fai schifo. Esci da qui!>> mi ringhia ferita Grace.
Recupero i panni e mi vesto sotto lo sguardo sia di Grace che di Laila.Arrivato alla soglia della porta tirò un pugno in pancia a Laila che per par condicio mi sferra un calcio alle palle. Rimango lì accasciato a terra per buoni tre minuti, poi mi alzo e sbatto la porta lasciandomi le due ragazze alle spalle. So già cosa dirò ai ragazzi: Che Grace e Laila sono due puttane. Poi ovviamente mi inventerò una storia, infondo ci fare a mentire alla gente.
Spazio autrice:
Ciaoo, spero che la storia vi stia piacendo, se sì fatemelo sapere.
La ragazza in foto rappresenta Laila Harris.
Al prossimo capitolo,
XOXO
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With you
RomanceDal capitolo 37: ~Se prima ero nel deserto del Sahara con la testa china sulla sabbia, adesso sono nell'oceano a contemplare la vastità del mondo. Grazie a te. Anche se la mia mente si rifiuta di accettarlo. Capisci? Io ti amo ma non voglio, perché...