Capitolo 33- Il moro e il rosso

5 1 0
                                    

Dopo essere usciti ognuno dal rispettivo spogliatoio, ci avviamo verso la nostra sessione di tortura giornaliera. Ho sempre pensato che si mettesse apposta il costume e la cuffia bianca per far risaltare il colore della pelle dato che è afroamericano, ma devo dire che un po' gli donano. L'unico problema è il viso, allungato e i capelli rasati. Infatti nessuna di noi ragazze lo calcola, fisicamente intendo, perché il suo carattere è misterioso, intrigante, un po' filosofico.
È strano.

Comunque l'allenamento passa liscio anche se non capisco perché non mi ha parlato più. 
Al che mentre usciamo dalla vasca gli faccio: <<Pianeta Terra chiama Noah. Ti hanno tagliato la lingua per caso?>>
<<No è solo che sono arrabbiato.>> mi risponde lui.
<<E con chi?>> gli chiedo io.
<<Con Al, George, Rachel, la tua amichetta Nicole,...oh, insomma, tutti quelli della piscina.>> mi risponde lui con foga.
<<E perché mai?>> gli faccio io.
<<Perché sono andati al mare insieme senza dircelo. L'ho visto dalla storia di Instagram di Al.>> afferma lui con rabbia.

<<Che stronzi.>> sibilo io.
<<E il bello è che credevo fossero nostri amici. E invece ci hanno abbandonati, o peggio che si sono scordati di noi. Perché, a quanto pare, per loro non contiamo niente.>> dice lui con furore.
<<Sai che ti dico? Andiamo al mc insieme, facciamoci una foto tutti contenti e la mettiamo su Instagram. Così quando la vedranno capiranno che non ci mancano affatto.>> propongo io.
<<Okay. Ci andiamo adesso? Subito dopo esserci cambiati ovvio.>> dice lui adocchiando il mio costume.
<<Chiedo ai miei e ti faccio sapere.>> esclamo io.
<<Perfetto a dopo.>> fa lui.

Poco dopo
Telefono di Noah
Whatsapp

Ashley PI🏊‍♀️🏊‍♀️🏊‍♀️

I miei hanno detto che
posso😃, ma solo dopo
nuoto fino alle 7 di sera,
poi devo tornare a casa.

Perfetto. Sbrigati che è ora
della nostra vendetta.😈

Sì, signor capitano🧽🫡

🤦🏾👁👄👁

15 minuti più tardi Ashley e Noah si avviano verso il Mc

<<Certo che per asciugarti i capelli ci metti trecentocinquanta minuti.>> mi dice Noah mentre camminiamo per le strade di memphis ancora con i borsoni in mano alla ricerca di un mc o kfc.
<<Cretino, non è affetto vero.>> affermo io.
<<Ah, no?>> fa lui.
Gli lancio un occhiataccia, lui si ferma e si mette a ridere. Mi prende il polso e fa guardandomi dritta negli occhi:
<<Sai, è strano. Prima mi parlavi di rado, poi oggi sembro il tuo migliore amico guarda caso proprio quando gli altri ti hanno mollata. Tu hai scelto prima loro, e anch'io lo avrei fatto. Ma almeno sono coerente con me stesso dato che non sto qui a farti gli occhi dolci. Inoltre mi sono detto: "Pazienza se non mi vogliono con loro.". Beh dovresti farlo pure tu.>>.
<<Ah, è questo che pensi di me? Che faccio gli occhi dolci a un tizio solo perché per i miei "amici" non sono abbastanza? Beh, allora sei proprio fuori strada: mi sto comportando bene con te solo perché voglio farli rosicare. Mi servi solo a uno scopo, punto. Ne più ne meno. Chiaro?>> gli urlo contro io.

<<Merda.>> sibila Noah guardando un punto in lontananza. Al che mi giro e vedo due agenti uno coi capelli rossi l'altro mori che vengono verso di noi.
<<Signorina, la sta importunando?>> fa il moro adocchiando Noah.
<<Uno sporco negro che tocca una bianca.>> sibila con rabbia il rosso vedendo la mano di Noah al mio polso.
I due agenti lo prendono e lo buttando terra facendogli sbattere il viso sull'asfalto. Vedo rivoli di sangue che gli scendono dalla faccia mentre i due poliziotti lo ammanettano.

<<Noah.>> esclamo io angosciata gettandomi tra i tre.
<<Signorina si levi.>> dice il moro spingendomi e facendomi perdere l'equilibrio.
Il rosso prende un manganello lo usa come arma contro Noah mentre l'altro lo tiene fermo.
Prendo l'agente per il colletto e provo a trascinarlo via da Noah.

Mi getto sopra il mio compagno di sventure odierno e urlo ai poliziotti:
<<Se fate del male a lui dovete farlo prima a me.>>.
<<Ashley.>> sussurra Noah.
<<Ah, si?>> fa il rosso gettando via il manganello.

Si avvicina a me e mi prende per i polsi.
Il rosso mi trascina verso il muro di un hotel e mi schiaccia con il suo peso, mentre il moro continua a tenere Noah fermo a terra.
<<Dimmi, come mai una bianca se la fa con un pezzente di quel nero?>> esclama lui con foga. Dato che io non rispondo mi scuote al muro e fa ancora più pressione con il suo corpo.
<<Te lo ripeto ragazzina: che ci facevi con un negro?>> urla il rosso.
<<È un mio amico.>> sussurro io, non riesco a respirare.
<<Ah, sì? E quanti anni avete si può sapere?>> sibila lui.
<<Entrambi 17.>> faccio io.
<<Capisco. Sai che mi eccitano le teenagers?>> mi sussurra all'orecchio con un sorriso maligno sul volto.
<<Ed, carichiamoli nella volante.>> dice il moro da dietro al rosso.
<<Okay, Jamie.>> risponde Ed, il rosso.
Mi prende per le spalle e mi gira, facendomi sbattere per l'ennesima volta al muro e sento un dolore forte allo zigomo. Mi ammanetta e mi carica di peso sul sedile posteriore dell'auto accanto a Noah. Il suo viso è imbrattato di sangue, così anche la maglietta Adidas bianca, che ormai bianca non è.
<<Hey, grazie di avermi difeso.>> mi sussurra Noah.
<<Tranquillo, era mio dovere. E adesso spero che tu abbia capito che non sono una fallita.>> gli rispondo io.
<<Non l'ho mai pensato.>> mi fa.
<<Sarà.>> affermo io sprezzante.
<<È.>> esclama lui.

La nostra conversazione viene interrotta da delle sonore risate provenienti dai sedili anteriori. Guardo fuori dal finestrino  e noto che siamo arrivati all'ufficio dello sceriffo. La macchina si ferma e i due agenti escono fuori e ci fanno scendere. La paura crede in me, non mi sono mai ritrovata in una situazione del genere.
Entriamo e ci mettono in una cella aspettando che i nostri paghino la cauzione dato che il reato è "oltraggio a pubblico ufficiale".
<<Non ci posso proprio credere. E adesso cosa diranno i college l'anno prossimo quando leggeranno "La signorina ha avuto un piccolo precedente penale per reati minori"?>> mi interrogo seduta con le mani fra i capelli con fare sconsolato.
<<Beh dai, alla fine è stata un'avventura, no? E ci siamo conosciuti un po' meglio.>>
<<Ah si fantastico. Infondo lo abbiamo fatti rosicare, no? Guarda veramente favoloso.>> gli rispondo io sarcastica con voce stridula.

Poco dopo

<<Ashley Mcoy e Noah Johson i vostri genitori hanno pagato la cauzione. Potete andare.>> afferma un agente che apre le sbarre e ci fa uscire.
Ad attenderci fuori ci sono i miei e i suoi, tutti e quattro incazzati neri. C'era d'aspettarselo, infondo.
La mamma di Noah si avvicina e lo prende per un braccio e lo trascina via verso la propria macchina seguita a ruota dal padre. Riesco a sentire una parte della loro conversazione:
<<Che cosa diavolo ti è venuto in mente?! Hai idea di quanto ci è costata la cauzione? Con tutti i problemi che abbiamo! Adesso andrai a lavorare per ripagare il debito che hai con me e tuo padre. Ah, e la piscina se ne parla a settembre. Intesi?>> gli urla contro la madre.
<<Mamma ma...>> inizia a dire Noah ma lei lo interrompe dicendo:
<<Non voglio sentire una parola. Chiaro?>>.

Nel frattempo i miei si avvicinano e affermano:
<<Adesso ci racconti per filo e per segno tutto quello che è successo, signorinella.>>.
Così inizio e gli raccò tutto mentre siamo in macchina.
Proprio un viaggetto felice direi (ironia).

With youDove le storie prendono vita. Scoprilo ora