Capitolo 13 - L'errore di Ashley

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Pov Nicole:
Dopo aver pulito il disastro di George con un Al furente ed imbarazzato, siamo tornati a dormire e lo svenuto è resuscitato.
Stranamente mi addormento subito lasciandomi impressa l'immagine delle labbra così soffici e carnose di Al.
Spesso dicono che il nostro cuore risiede con l'ultima persona che sogniamo la notte. Sarà così.

Verso le 9 di mattina mi sveglio e trovo Al e Noah che stanno bisbigliando in cucina. So che non dovrei, ma non posso fare a meno di origliare.
<< E quindi ti sei fatto una ragazzina >> sussurra Noah sghignazzando.
<<Primo: non è una ragazzina e per certi versi è pure più matura di te. Secondo: non me la sono fatta, l'ho baciata>> ringhia sottovoce Al.
"Stanno parlando di me."penso io. "E Al mi sta difendendo."
<<Pensa quel che ti pare, ma quando gli altri lo verranno a sapere verrai preso per il  culo a vita>> bisbiglia Noah.
"Se lo fanno gli spezzo le 206 ossa che si ritrovano una a una" penso io.
<<Contaci>> sussurra minaccioso Al. Sento dei passi. Probabilmente uno dei due ragazzi sta lasciando il luogo della litigata. Devo filare via. Mi precipito in bagno socchiudendo la porta, vedo Alexander andare nel giardino e Noah andare nella camera del festeggiato dove dormono una parte dei ragazzi. "Via libera" penso e corro dove è andato Al, solo che, una volta arrivata, non lo trovo. Inizio a girovagare nell' erba quando vedo che sulla parte di esso che si affaccia sull'altra strada un arbusto con una costruzione sopra. "Che belloo! Una casetta sull'albero!" penso. Così mi arrampico sulla scaletta e apro la porticina  in legno e mi ritrovo in uno spazio accogliente irradiato dai raggi del sole di prima mattina. Sul pavimento è distesa una coperta con sopra una miriade di cuscini. Al è sdraiato sul gomito con il telefono in mano lontano dall'entrata e si gira verso di me. Non so se è solo frutto della mia fantasia, ma ho visto nei suoi occhi un barlume di sollievo. Come se io potessi alleviargli un po' di tristezza.

Mi sdraio vicino a lui e sento il suo calore riscaldare il mio cuore. Osservo i muscoli del suo braccio tendersi verso di me e un attimo dopo mi ritrovo circondata dal suo corpo. Mi aggrappo a Al e provo a levargli dalla testa la discussione con Noah - non me lo ha detto esplicitamente, ma ho capito che è un po' triste per questo- con le mie carezze sulla sua schiena possente. Sento i suoi muscoli irrigidirsi quando le mie dita li sfiorano. Al mi tiene il viso fra le mani, come se fosse oro e mi bacia. Mi bacia come se non potesse farne a meno, come se ogni suo battito di dipendesse dalle mie labbra, come se ogni sua cellula chiedesse ardentemente amore. E io lo bacio come se fosse una parte di me, come se fossi catturata da lui, come se ogni mio neurone chiamasse a gran voce il suo nome.

Infilo le mani sotto il tessuto della sua camicia e sento i suoi muscoli sodi. Ma la porta inizia a scricchiolare e un'ombra ci si para dinnanzi. Ashley. Io la strozzo.
<<Ops. Scusatemi, non volevo rovinare questo momento erotico. Al ti stavamo cercando>> dice ridacchiando lei e io mi sento infiammare le guance.
<<Arrivo>> esclama lui con una compostezza impressionate, ma dai suoi occhi posso percepire l'imbarazzo.
Ashley, io ti uccido.

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