2.

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«quindi te piace»
«non me piace»
«si che te piace»
«se non la smetti te licenzio»

Dario diede uno schiaffo sulla spalla scoperta di Manuel che in quel momento era sdraiato sul suo asciugamano a pochi metri dalla riva vicino a lui.

Disquisivano da più di dieci minuti sul fatto che Dario si fosse preso una palese sbandata per Chicca, anche se non voleva ammetterlo. A differenza di Manuel lui la conosceva da più di tre anni, inizialmente facevano parte della stessa comitiva, poi, appena Chicca aveva raggiunto la maggior età e aveva fatto il corso da barman, era entrata a far parte anche dello staff del locale.

Avevano iniziato a passare più tempo insieme e Manuel aveva notato come l'altro ragazzo cambiasse completamente luce in sua presenza.

«sei 'no stronzo, io te lo direi»
«ah quindi me diresti del riccetto che stava davanti al palco ieri sera?»

Manuel alzò la testa dal telo per guardare Dario che aveva un sorrisino sghembo sul volto e di chiese come avesse fatto a notare quei pochi sguardi che si era scambiato non uno sconosciuto, ma soprattutto si chiese perché avesse tratto queste conclusioni assurde in così poco tempo.

«ma che c'entra mo quello?»
«che ne so dimmelo te, te lo sei magnato co l'occhi mentre suonavi "capita così"» Manuel aprì la bocca in un'espressione sorpresa e si tirò un po' più su con il busto facendo leva sui gomiti.
«ma che stai a dì? Era l'unico che me guardava e lo guardavo pure io»
«quindi è brutto»
«non ho detto che è brutto»
«quindi te piace»

Manuel sbuffò sonoramente per poi mettersi seduto dando le spalle all'amico che a quanto pare non conosceva una via di mezzo in quel discorso. Non aveva mai detto che quel ragazzo fosse brutto, ma non poteva nemmeno dire che gli interessasse così tanto, lo aveva visto per una serata e non ci aveva nemmeno parlato direttamente, stava giungendo alla conclusione che Dario avesse una visione un po' distorta degli interessamenti verso le altre persone.

«Dá l'ho visto na sera e probabilmente non lo rivedrò più, non è er primo ragazzo bello che me trovo davanti»
«so d'accordo sull'ultima parte, non tanto sulla prima»

Manuel non capì l'affermazione del migliore amico finché con un cenno della testa non gli indicò alla sua destra.

Si girò con una velocità che gli fece sentire una fitta al collo e poco distante da loro vide i quattro ragazzi buttare i propri zaini sulla sabbia mentre, esattamente come la sera prima, facevano una confusione che arrivava distintamente fino alle loro orecchie.

«dovresti andá a salutá»
«perchè? Manco so come se chiama»

E invece Manuel lo sapeva.

Lo sapeva bene visto che il suo amico aveva gridato il suo diminutivo appena entrato nel bar, ricordava bene che si chiamasse Simone, anche se lo aveva sentito una volta sola.

Non sapeva nemmeno lui come fosse possibile una cosa del genere, ma quel nome gli dava tutta l'aria di essere perfetto per quel viso e una volta che lo aveva associato non era più stato in grado di dimenticarlo.

«e te presenti, è così che funziona, Manuel, pensavo sapessi rimorchiá» anche Dario si mise a sedere vicino a lui e Manuel distolse lo sguardo dal ragazzo che si sfilava la maglietta solo per portarlo sul suo migliore amico.
«te dovresti presentá te, sei er proprietario del locale che deve attirá i giovani»

E sicuramente non si sarebbe aspettato che, dopo aver alzato le spalle, Dario si tirasse in piedi e partisse dritto verso i quattro ragazzi. Si lasciò cadere con la schiena sul telo sbuffando una risata e fu la prima volta in cui sperò che i ragazzi ricominciassero a gridare per poter sentire la loro conversazione.

Voce del mare. | Simone x ManuelDove le storie prendono vita. Scoprilo ora