Epilogo.

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Quel mese Manuel e Simone lo avevano passato principalmente facendo delle videochiamate, fatta eccezione per un paio di volte in cui Simone era riuscito a tornare a Santa Marinella per passare una giornata con lui.

Le cose tra loro non era cambiate, o almeno non erano cambiate in negativo e già questo era un grande passo avanti visto che si trattava della loro preoccupazione più grande. Manuel aveva continuato a cantare per lui anche se non c'era e Simone aveva continuato ad aspettarlo come promesso.

«ma dove stai?»
«eh qua davanti alla basilica, Aureliano m'ha detto che se vedemo qua ma ancora non arriva» Manuel annuì premendo il telefono contro l'orecchio.
«prova a chiamarlo»
«no mo sto a parlá con te» Manuel sorrise sistemandosi meglio la chitarra sulle spalle.
«sta vicino a me t'ha fatto male, inizi a parlá romanaccio»
«vicino non direi, stai a ottanta chilometri da me»

Manuel ridacchiò continuando a camminare finché non lo vide, era seduto di spalle a gambe incrociate su una panchina e giocherellava con i lacci delle scarpe, sembrava così piccolo davanti la basilica di San Giovanni che Manuel si sorprese di quanto riuscisse comunque a risaltare ed essere lui il protagonista di quell'immagine.

Camminò piano e più si avvicinava, più il sorriso sul volto si faceva più grande.

«ancora non è arrivato?» lo vide scuotere la testa prima di borbottare un "no". «ma te sei fatto così bello solo pe Aureliano?»
«che ne sai che so bello?»
«a parte che lo so a prescinde perché sei sempre bello, ma co sta camicia bianca stai ancora meglio»

Vide la schiena di Simone irrigidirsi e fece scattare la testa in alto guardando davanti a se. Manuel staccò il telefono dall'orecchio e chiuse la chiamata avvicinandosi piano, appena la testa di Simone si girò verso di lui, in meno di due secondi se lo ritrovò in piedi con le labbra incollate alle sue.

Si staccarono solo quando iniziarono a sentire e polmoni bruciare ma Simone rimase ad un soffio dalle sue labbra tenendolo stretto tra le braccia. Sentiva il cuore martellare nervosamente e quando aprì gli occhi incrociando quelli di Manuel, quel ritmo aumentò ancora di più.

«sei uno stronzo mi dovevi avvisare»
«e che gusto ci sarebbe stato?» soffiò Manuel prima di unire di nuovo le loro labbra, non fermando le carezze che stava regalando a quel corpo che gli era mancato decisamente troppo.
«scusa se t'ho fatto aspettare»
«ti avrei aspettato per sempre» sussurrò Simone passando un pollice sul suo labbro inferiore, che Manuel si affrettò a mordere.
«stiamo davanti ad un chiesa Manu, un po' di contegno»

Il maggiore rise lasciando andare il dito di Simone e si staccò da lui per andarsi a sedere sulla panchina dove si trovava poco prima. Appena lo affiancò aprì la mano con il palmo rivolto verso l'alto in una chiara richiesta di stringerla, cosa che Simone fece subito dopo poggiando la testa sulla sua spalla.

«sai che così le nostre linee della vita sono incrociate?» disse Manuel immergendo il naso nei suoi ricci.
«quindi è tutto giusto» rispose Simone.
«è tutto giusto»

Continuarono a fissare la basilica in silenzio ma per la prima volta tra loro non c'era il rumore nel mare, ma quello della città, il traffico frenetico, le ambulanze dirette nell'ospedale poco distante e Manuel fu sorpreso di constatare che non cambiava assolutamente nulla. Qualsiasi rumore avesse avuto intorno sarebbe stato superfluo con Simone vicino, era lui la sua voce del mare ed era lui che dava un senso a tutti quei rumori fastidiosi che aveva sempre mal sopportato prima di allora.

«mi canti qualcosa?»

Manuel sorrise tra i suoi ricci e si staccò da lui non prima di aver lasciato un bacio nello stesso punto. In quel mese gli era mancato guardare quegli occhi luminosi ogni volta che cantava, per 30 giorni aveva rinunciato a quella che ormai era una delle sue cose preferite e ora che stava per succedere gli tremavano un po' le mani.

Voce del mare. | Simone x ManuelDove le storie prendono vita. Scoprilo ora