Quando Simone arrivò a casa di Manuel trascinandosi dietro la valigia piena delle sue cose, sicuro l'ultima cosa che si aspettava di trovare era la porta socchiusa con un post-it attaccato. Si erano dati appuntamento lì prima della sua partenza ed era tutto il giorno che Simone cercava di ingoiare il groppo in gola per evitare di scoppiare a piangere da un momento all'altro.
Si avvicinò sporgendosi verso il foglietto giallo per leggere la scritta su di esso: "accendi la luce :)", c'era scritto, e Simone aprì la porta abbandonando la valigia sull'uscio e allungando la mano lì dove si trovava l'interruttore. Se con la casa buia si sentiva confuso, quando accese la luce si sentì ancora peggio.
Un filo rosso balzava da una parte all'altra del salone e di Manuel non ce n'era nemmeno l'ombra, si ritrovò a fissare la stanza circostante con un cipiglio sul volto, finché il suo sguardo non si posò alla sua destra, dove il filo partiva legato ad un vaso. Incastrato su di esso c'era un foglietto di carta bianco e Simone pensò che fosse un dettaglio troppo specifico per essere casuale, quindi si abbassò e lo afferrò.
"Se c'è una cosa che odio di più
È che non posso vederti tutti i giorni.-Manzarek, Canova"
Simone passò il pollice su quella frase e sorrise iniziando a sentire il cuore battere più velocemente. Piegò il bigliettino e lo mise nella tasca posteriore dei jeans. Per aiutarsi il quel percorso mise l'indice sul filo rosso muovendo qualche passo finché non si ritrovò davanti un secondo biglietto.
"Io però ci penso sempre e non lo dico mai
Che cosa non farei per rimanere qui.-Meglio di così, Fulminacci"
Prese un respiro profondo rileggendo quella frase, Manuel gli stava dicendo quanto tenesse a lui tramite delle canzoni, come aveva sempre fatto fino a quel momento.
"Dimmi come si fa a guardarti negli occhi
Senza arrendersi.-per te, Canova"
Iniziò a diventare difficile anche respirare regolarmente in quel momento, sentiva le lacrime, che aveva trattenuto tutto il giorno, minacciare di uscire più prepotenti che mai. Si premette l'indice e il pollice sugli occhi pensando che quella frase avrebbe benissimo potuto usarla lui con Manuel, visto che dal primo istante si era arreso completamente davanti si suoi occhi.
Riprese il percorso un po' più rapidamente di prima, arrivando al frigo su cui un foglietto era bloccato con una calamita.
"Il silenzio di un dialogo impressionante, al diavolo il personaggio
Non vedo te, vedo un angelo.-namastè, Venerus feat. Rkomi"
Pensò a quante volte si erano trovati in un silenzio confortevole a parlare solo con gli occhi e prima che se ne potesse rendere conto una lacrima andò a bagnare proprio quel foglietto che racchiudeva la verità più assoluta del loro rapporto.
"E mi hai fregato già dal primo "ciao" o forse anche da prima
Chissà, magari già in un'altra vita.-chicchi di riso, Frah quintale feat. Franco126"
Simone ridacchiò mentre le lacrime continuavano a scorrergli sul viso, era come se Manuel stesse leggendo i suoi pensieri, era come se lo avesse sempre fatto dal principio. Pensò che magari era vero, magari in un'altra vita, o in qualsiasi altro universo, loro erano destinati a trovarsi.
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Voce del mare. | Simone x Manuel
FanfictionDa un'idea di @disastroaereo «grazie allora» sussurrò, gli occhi di Manuel si incrociarono con i suoi. «de che?» «di aver cantato davanti a me»