11.

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Per Simone svegliarsi con il casino fatto dai suoi amici era diventata la normalità, ma quel giorno ad accompagnare gli schiamazzi e i rumori della cucina ci fu anche il rumore della porta della sua camera che veniva aperta.

Credette che uno dei ragazzi fosse andato a svegliarlo e prese un respiro profondo prima di emettere un mugugno infastidito e nascondere la testa sotto il cuscino. La risata che gli arrivò alle orecchie, però, non apparteneva a nessuno dei suoi amici, aveva imparato a riconoscerla troppo bene un quelle due settimane e mezzo.

Sfilò la testa da sotto il cuscino e posò gli occhi su Manuel, trovandolo poggiato con la schiena alla porta che aveva chiuso dopo essere entrato.

«buongiorno» Simone non rispose, troppo assonnato e troppo sorpreso per farlo, quindi Manuel si staccò dalla porta per muovere qualche passo verso il letto. «ho portato la colazione, se non vai in cucina mi sa che non trovi niente»

Appena accostò le ginocchia al materasso Simone allungò una mano tirandolo a se e facendolo ridere, Manuel si lasciò cadere al suo fianco cercando di non fargli male e si ritrovò a fissare il suo volto a pochi centimetri di distanza.

«l'ultima volta che semo stati su n letto non è finita bene Simò» il minore ridacchiò schiarendosi la gola.
«hai lasciato tutta la colazione a quei tre, questa volta potrebbe finire addirittura peggio»

Risero insieme mentre Simone si faceva più vicino scivolando piano sul materasso, Manuel osservò quel volto assonnato ripercorrendo a mente tutti i tratti come aveva fatto quel giorno a casa sua. Dopo aver completato il percorso allungò una mano poggiandola sulla sua guancia che chiuse gli occhi sorridendo.

«me guardi?» sussurrò il maggiore, Simone in risposta scosse la testa. «perchè no?» mosse leggermente il pollice e Simone aprì gli occhi puntandoli sul suo petto.
«perchè poi me innamoro»

Manuel rimase sorpreso di quella frase, aprì leggermente la bocca cercando di far riscendere il cuore che sembrava essergli salito in gola nel giro di pochi secondi e fece scendere la mano sul collo di Simone insinuando il mignolo nel colletto largo della maglia.

«e sarebbe un problema?»
«lo sarebbe?» chiese Simone di rimando, alzando finalmente gli occhi nei suoi.
«sarebbe un problema se non lo facessi» rispose Manuel.

Rimasero a guardarsi negli occhi per istanti interminabili prima che Simone si sprorgesse verso di lui baciandolo. Manuel ci mise poco ad afferrarlo per i fianchi e farlo sedere sul suo stomaco approfondendo il bacio e Simone ci mise ancora meno ad assecondarlo intrecciando le dita nei suoi capelli.

Appena Simone mosse leggermente il bacino Manuel si staccò facendo cadere rovinosamente sul materasso ed alzandosi dal letto con una naturalezza mai vista, il minore rimase a boccheggiare con gli occhi lucidi e le labbra gonfie mentre lui si infilava tranquillamente le scarpe.

«Manu ma che-» il maggiore alzò le sopracciglia con un sorrisetto sul volto e tornò in posizione eretta fissando il ragazzo ancora sdraiato sul letto.
«ao io non so mica n latin lover. Dai su che devi fá colazione»

Simone lo guardò uscire dalla stanza con un'espressione sconvolta e divertita allo stesso tempo, nonostante lo avesse lasciato da solo su un letto dopo averlo preso in giro, sperò di continuare a punzecchiarsi con lui in quel modo per sempre perché quando succedeva si sentiva vivo ed amava quella sensazione di pienezza che riusciva a percepire fin dentro al cuore.

Si strofinò gli occhi e rimase per qualche secondo a guardare il soffitto con un sorriso idiota stampato sul volto, prima di alzarsi ed uscire dalla stanza. Trovò Manuel seduto al tavolo con i suoi amici e tra di loro un sacchetto di carta da cui vedeva spuntare dei cornetti.

Voce del mare. | Simone x ManuelDove le storie prendono vita. Scoprilo ora