Quando Manuel aprì gli occhi quella mattina la prima cosa a cui pensò fu il frigo vuoto in quella piccola casetta affittata in cui si trovava. Rotolò sulla schiena fissando il soffitto e prese a tentoni il telefono sul comodino mentre sbadigliava, appena sbloccò lo schermo i ricordi della sera prima lo colpirono come uno schiaffo in pieno viso e la sua attenzione passò dal suo stomaco sofferente a due occhi castani che non avevano smesso un attimo di guardarlo da quando gli aveva rivolto la parola.
Ricordò che, dopo il drink offerto da Simone, aveva deciso di scattare una foto dal palco con il bicchiere in primo piano e il resto della sala dietro, per poi pubblicarla tra le storie taggando il locale. A ricordarglielo, in realtà, fu una notifica direttamente da Instagram.
"Certo avresti potuto prendermi meglio"
Manuel ridacchiò cliccando immediatamente sul messaggio di Simone, aprì la storia che lui aveva fatto al mare quando erano seduti in spiaggia e mise "mi piace". Tutte quelle azioni vennero compiute da lui con un sorrisino inconsapevole stampato sul volto.
"Ci riprovo stasera"
Digitò velocemente e inviò, lasciando il telefono sul materasso. Stava chiudendo di nuovo gli occhi quando il brontolio del suo stomaco lo fece rendere conto del fatto che si sarebbe dovuto necessariamente alzare per andare in cerca di un po' di cibo, quindi scivolò giù dal letto recuperando una canottiera nera e dei pantaloncini della tuta con il solo intento di scendere al bar poco distante da casa e recuperare qualcosa di commestibile.
Quando si chiuse la porta alle spalle controllò rapidamente le tasche per vedere se aveva preso il portafoglio e appena lo sentì nella tasca sinistra scese velocemente le scale digitando un numero di telefono a memoria.
«buongiorno pincipè»
«Dá, guarda non te mando a fanculo solo perché so troppo concentrato sul mio stomaco»
«che c'è già senti le farfalle? Te sei innamorato?»
«ho cambiato idea Dá, vaffanculo»Il ragazzo dell'altro capo del telefono rise rumorosamente e Manuel alzò gli occhi al cielo camminando in modo calmo sul marciapiede.
«sto andando a prende du cornetti, vengo da te?»
«no» e nonostante la domanda l'avesse fatta lui, una risposta negativa non era stata contemplata da Manuel che aggrottò le sopracciglia subito dopo.
«no?»
«no io a colazione non ce sto» disse schiarendosi la voce, il riccio continuò a camminare per inerzia mentre cercava di pensare ad una possibile motivazione finché non si aprì in un sorriso luminoso.
«allora te sei svegliato pure te»
«Manuel stiamo solo andando a fare colazione insieme»
«eh l'anni passati manco questo hai fatto, me pare»Ed effettivamente tutti i torti non li aveva, Dario non si era mai fatto avanti con Chicca ma dopo tutto quel tempo forse era il caso di fare qualcosa.
«senti, invece de sta qua a prendeme per il culo chiama pure te qualcuno a cui offrí la colazione, qualcuno che non sia io» sottolineò l'ultima frase con un tono più marcato e Manuel dopo averlo insultato per la seconda volta nel giro di pochi secondi, attaccò il telefono entrando dentro al bar che dava sulla spiaggia.
Ordinò una ciambella ed un cappuccino e si piazzò ad un tavolino poco distante dalla sabbia per godersi quei pochi istanti di pace che riusciva a ritagliarsi. Il mare era abbastanza calmo e le persone popolavano la spiaggia già da qualche ora, pensò che quella era la cosa più vicina ad una vacanza che avesse mai fatto in vita sua e tutto sommato era contento della piega che stavano prendendo quelle giornate.
Mentre addentava la ciambella scorrendo la home di Instagram un'ombra gli coprì il sole che lo colpiva in maniera diretta, costringendolo ad alzare gli occhi.
Si ritrovò davanti un Simone sorridente che stringeva tra le mani un succo di frutta e non riuscì a fare a meno di sorridere a sua volta, pensando allo stesso tempo che sembrava lo avesse mandato Dario lì dopo la loro conversazione.
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Voce del mare. | Simone x Manuel
Fiksi PenggemarDa un'idea di @disastroaereo «grazie allora» sussurrò, gli occhi di Manuel si incrociarono con i suoi. «de che?» «di aver cantato davanti a me»