9.

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zulema's pov.

Scrollai distrattamente la home di Instagram mentre ero a lavoro e mi misi a pancia in su sul mio letto.
Non riuscivo a smettere di pensare a quella bionda del cazzo che in questo momento stava cucinando il pranzo.
Non ci parlavamo.
Alzai gli occhi al cielo pensando a come togliermela di torno e il fatto che lei mi avesse deriso a tavola davanti a tutti mi faceva davvero arrabbiare.
Mi affrettai a scrivere questa maledetta email e la inviai per poi chiudere il pc e uscire dalla mia stanza, chiusi la porta con forza e Macarena sobbalzò di colpo.
Il coltello che aveva tra le mani le scappò accidentalmente e si tagliò, imprecando.
Ben le sta.
"Scarsa concentrazione, sei addirittura sbadata e il tuo linguaggio del corpo mi dice che hai la mente altrove." dissi stuzzicandola e afferrai una padella al volo, cucinandomi la bistecca impeccabile che avevo preso ieri pomeriggio.
Avevo una maglia a maniche corte e lei neanche mi guardò, era così curiosa dei miei tatuaggi che ora mi evitava? Bene.
Giochiamo allora.
"Hai sbagliato diagnosi, il mio linguaggio del corpo in questo momento ti sta mandando a fanculo pensavo si fosse capito." disse ad una certa e notai che stava tamponando il suo dito molto forte, sbuffai incredula e glielo afferrai togliendo il panno che aveva.
"Che fai?" disse lei scrutando il mio viso e la feci sedere nel bancone mentre afferravo del disinfettante al volo.
"Ti sto restituendo il favore." dissi acida indicando la mia mano quasi guarita e avevo tolto le bende da poco.
"Mi stai facendo male." sussurrò la bionda con le lacrime agli occhi ma non pianse, non era colpa mia ma il sangue cessò subito di scendere e afferrai un cerotto, mettendoglielo attorno.
I suoi occhi verdi erano fissi sul mio viso e stava guardando il mio tatuaggio sotto all'occhio che avevo coperto, deglutii appena e mi staccai di colpo da lei.
"Grazie." disse dolcemente e non la calcolai mentre giravo la mia bistecca.
Macarena manteneva una distanza di sicurezza da me e dopo una decina di minuti si portò tutto in camera e mi lasciò da sola, mentre io come al solito rimanevo da sola in mezzo a questo appartamento enorme.
Abitudine.
Che ti aspettavi Zulema? L'hai trattata di merda fin dal primo giorno.

Fuori c'era ancora un venticello caldo ed Eden mi raggiunse, si attaccò alle mie labbra senza farsi nessuno scrupolo e la staccai di colpo lanciandole un'occhiataccia a dir poco arrabbiata.
"Come siamo tese." mi stuzzicò con un tono di voce malizioso e non mi fece nessun tipo di effetto, andammo nel locale all'interno della mia di università e quando i miei amici la videro fecero delle espressioni in viso a dir poco clamorose.
Non la sopportava nessuno.
"Eden, carissima!" esclamò Berlino salutandola e mi sedetti nel divano, mi venne offerto da bere e accettai con un'atteggiamento a dir poco annoiato.
Eden ritornò da me standomi letteralmente addosso e nonostante fossero passati mesi ancora non aveva capito che non mi doveva pressare.
"Ma quella, non è la tua coinquilina stronza che ci ha interrotte?" disse quest'ultima indicandomi un punto ed era vero, Macarena era a pochi metri da noi.
Aveva un libro sottobraccio e con l'altra mano invece reggeva una tazza, sicuramente stava bevendo un the caldo o qualcosa del genere.
I capelli li aveva raccolti e indossava una felpa enorme con gli occhiali da vista, era talmente bella che la fissai incredula.
Cambiava sempre di più qui dentro.
Ma scacciai via quel pensiero.
Infatti anche le altre persone attorno a noi la guardavano, incantati da lei.
"Che sfigata." disse Eden alzandosi di scatto e scoppiai a ridere mentre le andava incontro, non sapevo cosa volesse fare ma calò un silenzio tombale dopo che afferrò il libro della bionda e lo lanciò a terra.
Così, senza farsi problemi.
"Ops, scusami!" esclamò Eden con un tono di voce incredulo e la bionda rimase bloccata, letteralmente scioccata dal suo gesto che a me fece solamente ridere.
Anche il resto del gruppo scoppiò a ridere mentre Macarena ci fissava, arrabbiata.
Rimasi sorpresa dal fatto che non reagisse anzi, si limitava a distruggere Eden con uno sguardo tanto di fuoco.
"Bionda, che c'è?" le urlai stuzzicandola e scosse la testa, andò a riprendersi il libro e ovviamente Eden non la lasciò in pace tant'è che le stracciò la tazza dalle mani e gliela rovesciò addosso.
"Sei impazzita? È bollente!" urlò Macarena spintonandola e gemette dal dolore, anche il libro era stato rovinato e sotto lo sguardo di tutti lo prese e se ne andò via con passo veloce.
Eden scoppiò a ridere ritornando da noi e alzai gli occhi al cielo divertita, era stato un bello spettacolo dopotutto.
"Ma chi cazzo studia alle 10 di notte? Ovviamente lei." disse la ragazza al mio fianco e continuai a bere il mio drink in silenzio, mentre la mora poi si porgeva verso al mio viso e mi baciò con molta passione.
Feci scivolare una mano sulla sua gola e strinsi appena, mentre le nostre lingue si intrecciavano tra di loro ripetutamente.
"Prendetevi una stanza cazzo." disse Berlino con un tono di voce annoiato e gli feci il dito medio, continuando a baciare la ragazza che avevo tra le mie braccia.
"Avete visto la sua faccia?" disse Tokyo riferendosi alla novellina e notai che le aveva fatto addirittura un video.
La guardai inarcando un sopracciglio confusa e incredibile come i suoi occhi non avevano la forza di reagire.
"La odio, è una perfettina del cazzo e voglio distruggerla." disse Eden al mio fianco e anche lei non la sopportava.
Come tutti d'altronde.
Pensai a quando aveva fatto la sua entrata nel nostro appartamento e un mese era quasi del tutto volato.
E noi avevamo sempre avuto tutto il tempo del mondo per tormentare le matricole, ma lei era complicata.
Tanto.
"Non sei l'unica." dissi serrando la mascella e ordinai un'altro drink continuando a parlare con gli altri.
Come se niente fosse.
Eden non smetteva per un'attimo di farmi capire che aveva voglia di me e afferrai la sua mano, trascinandola nel corridoio dritta in camera mia.
"Finalmente mi stai considerando Zulema, a che pensi?" sussurrò contro le mie labbra mentre faceva scattare la serratura e la spinsi dentro.
Mi guardai attorno notando tutto spento e non si sentiva neanche il minimo rumore all'interno, dov'era la biondina?
"Aspettami in camera." sussurrai congedando Eden che sbuffò e senza pensarci due volte, aprii la camera della mia coinquilina sperando di trovarla dentro ma non c'era nessuno.
Se n'era forse andata al 100%?
Il suo profumo riecheggiava nell'aria e tutte le sue cose erano al loro posto, anche il suo letto era perfetto.
"Che strana che è, assurdo." sussurrai uscendo e chiusi la porta mentre raggiungevo per l'ennesima volta, la ragazza che si trovava in camera mia.
Ma non mi aiutò a distrarmi.
Saray mi raggiunse durante l'ora di pranzo e le feci un cenno annoiato mentre ero reduce da poche ore di sonno e lezioni, come sempre d'altronde.
Di Macarena invece, nessuna traccia.
"Sergio è palloso." disse Tokyo spostando la sedia con fare annoiato e Rio appoggiò i vassoi con attenzione.
"Vero, non la smetteva più di spiegare e stavo per dirglielo." disse Rio scoppiando a ridere ma si bloccò di scatto guardando un punto alle mie spalle, con occhi assai sgranati.
Mi voltai e Macarena stava parlando con Kabila, quest'ultima le diede un lungo bacio sulla guancia e il cibo d'asporto.
"Zule vai, spara qualche battuta." mi sussurrò Saray con un tono di sfida e sbuffai, bevendo piano la mia acqua.
Feci per aprire bocca ma Denver ci lanciò un'occhiataccia e andò verso di lei con un libro in mano.
La bionda sobbalzò mettendosi una mano sul petto impaurita si rilassò non appena il mio amico gli consegnò il libro.
Lei lo ringraziò e se ne andò via mantenendosi il braccio saldamente, come se appunto si fosse fatta male.
"Siete delle teste di cazzo." disse Denver raggiungendoci e Berlino gli lanciò addosso un pezzo di cartaccia.
"Che?" dissi serrando la mascella subito e lui mi guardò non male, malissimo.
"Me lo chiedi pure? Perché non verifichi tu stessa cosa le ha fatto quella cogliona che ti scopi?" disse alzando di poco la voce e mi infuriai, mi urtava da morire essere trattata così.
"Non mi interessa." dissi finendo di mangiare ma il mio amico colpì il tavolo con un colpo, facendoci sobbalzare.
"Ah non ti interessa vero? Vi siete comportati da stronzi con lei." disse furioso ed eravamo sconvolti dal suo scatto d'ira così tanto improvviso.
"La stai difendendo?" disse Saray scoppiando a ridere incredula mentre io mi alzavo per buttare il vassoio.
", perché non avete fatto altro che deriderla e ieri avete oltrepassato ogni limite e spero tanto che ve la faccia pagare perché odio, quando si viene fatto del male a chi non ve ne fa!" ci urlò Denver con le vene del collo gonfie dalla rabbia e strinsi i pugni molto forte.
Non capivo perché facesse così.
"Ti sei presa una cotta per lei?" gli domandò Berlino con un sorriso in viso e misi la testa di lato, guardandolo.
"No, semplicemente sto imparando a guardarla con occhi diversi e quella ragazza è fantastica ed è mia amica. È mia amica cazzo e non avete idea di quanto stesse male ieri, ma non ha versato neanche una lacrima." ci spiegò calmandosi un minimo e a quel punto scattai, avevo sentito troppo e me ne andai percorrendo il corridoio.
Volevo vederla.
Aprii la porta del mio appartamento appoggiando lo zaino e Macarena stava mangiando in silenzio, la tv era spenta e aveva le gambe incrociate.
Si vedeva chiaramente che non aveva dormito e il suo viso era scavato, con un'accenno di occhiaie evidenti.
"Ciao." dissi camminando piano verso di lei e non mi rispose, era palese la sua rabbia perché la forchetta nella sua mano tremava a dismisura.
Mi morsicai il labbro inferiore piano e non appena le sfiorai la spalla i suoi occhi verdi mi lacerarono in due, letteralmente.
"Non toccarmi." disse a denti stretti scandendo bene ogni parola e il suo tono di voce era talmente freddo che percepii un brivido a dir poco enorme.
"Non hai dormito qui, stanotte." le dissi arrivando dritta al punto e volevo sapere dove fosse andata, ero assai curiosa.
"Già." sussurrò mangiando velocemente l'insalata che aveva e rimasi ancora in piedi aspettando che parlasse.
"Posso sapere, il perché?" dissi acida e lei a quel punto si alzò, serrando la mascella per non prendermi a schiaffi.
Si stava controllando.
"Perché la tua ragazza, mi ha mandato all'ospedale cazzo." disse abbassando la felpa e sgranai gli occhi nel notare alcune bende, sotto la sua clavicola.
"Come..?" dissi confusa non capendo e poi mi ricordai di come le aveva buttato addosso il the bollente.
"Mi ha ustionata, e deve sperare che non mi rimanga nessun segno altrimenti le spacco la faccia." disse raccogliendo le cose e non stava scherzando assolutamente, non avevo mai sentito questo suo tono di voce e mi accigliai tantissimo per questo fatto.
"Ah, inoltre ha rovinato il mio libro e sai che ho dovuto lavorare tutta l'estate per pagarmelo? Denver mi ha regalato la sua copia." disse furiosa alzandomi di poco la voce e aveva le lacrime agli occhi, ma non pianse.
Non piangeva mai.
"Io e te abbiamo chiuso, non sederti più vicino a me e sai cosa? Mi sono fatta cambiare gli orari delle lezioni. Seguirò anche quelle di sera così tu, puoi scoparti tutte le ragazze che vuoi perché qui, verrò solo per dormire!" mi urlò arrabbiata e lanciò le posate dentro al lavello, mentre poi si abbassava stringendo molto forte i bordi.
Stava avendo un'attacco di rabbia e solo ora mi accorsi che ci eravamo comportati davvero molto male con lei.
"Che stronzi, eravate in netta maggioranza rispetto a me e non ci avete pensato due volte a ridere per una cogliona del cazzo che mi ha rovesciato il the bollente addosso." disse sussurrandolo appena e tentai di avvicinarmi ma lei, alzò le mani.
"Stammi lontana." disse spingendomi e afferrai i suoi polsi molto molto forte, gemette dal dolore e abbassò la testa esausta di lottare contro di me.
Il suo profumo mi era quasi mancato e lo inspirai calmandomi i nervi, tantissimo.
"Mi dispia-" tentai di aggiustare questo disastro ma lei mi spinse fortissimo, era incredibile la forza che avesse.
"Ah ti dispiace? Prima mi pugnali alle spalle e poi mi lasci morire dissanguata? Domani guarda la classifica perché ho detto tutto quanto a Sergio e vi toglierà non so quanti punti." disse al mio orecchio con un tono di voce distrutto e sgranai gli occhi, mentre lei mi sbatteva la porta in faccia.
Ancora e ancora.

middle of nightDove le storie prendono vita. Scoprilo ora