19. TAEHYUNG PIANGE PERCHÉ È FELICE.

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Le nervature della porta dell'appartamento di Véronique avevano delle curvature familiari. Taehyung era stato alcuni minuti ad osservarle, spostando il peso del suo corpo prima su una gamba e poi su un'altra. Non sapeva quale fosse il motivo, ma il fatto che fossero così familiari - perché era stato abbastanza da Véronique da memorizzarle - gli scaldava il cuore.

Avere qualcosa che gli ricordava che era al sicuro stringeva il suo cuore in un abbraccio caldo.

Con le dita un po' sudate suonò il campanello e dopo qualche secondo Véronique gli aprì, una fascia per capelli sulla testa, che teneva i suoi ricci lontani dalla fronte. Gli sorrise, agitando la mano per salutarlo.

Taehyung le sorrise di rimando. «Ciao» Si sentiva frizzante, come non succedeva da tempo.

«Ciao Taetae, entra» Véronique si spostò di lato, lasciandolo passare.

Indossava un pigiama rosa nonostante fosse pomeriggio. Era di un rosa pallido, un po' sbiadito, come se fosse stato usato fin troppe volte.

Si sedettero sul divano, una di fronte all'altro. Taehyung voleva raccontarle tutto, ma le parole erano bloccate della sua gola, incastrate da qualche parte, in modo che la sua lingua non potesse scioglierle.

«Com'è andata?» chiese Véronique, con una mano sulla sua spalla.

Taehyung osservò il viso di Hello Kitty sul pigiama di Véronique, poi gli occhi troppo grandi della sua amica, ed era tutto così familiare, tutto così surreale, che fu inevitabile per lui. I suoi occhi si riempirono di lacrime, una rugiada calda e salata che presto bagnò le sue guance.

«Taehyung?» La voce di Véronique era un sussurro preoccupato. Taehyung sentiva le sue dita sulle guance e tra i capelli, sulle sue labbra e sulle sue palpebre. «È successo qualcosa ieri sera?» chiese.

Uno sbuffo, a metà tra una risata e un singhiozzo, lasciò le labbra arrossate di Taehyung. «No, no era tutto perfetto» confessò.

Véronique gli sollevò il viso, studiando i suoi lineamenti. «E allora perché piangi?» chiese.

E Taehyung si sentì di nuovo piccino, con la mano stretta in quella di suo padre e gli occhi grandi e curiosi.

La mamma piange perché è felice.

La mamma piange perché è a casa, perché si sente amata tra le braccia di suo padre.

Comprese ancora di più tutto l'amore che si nascondeva dietro le iridi scure di suo nonno quando lo guardava.

Ed ora Taehyung sentiva di appartenere a qualcosa, a qualcuno, sapeva che c'era qualcuno che pensava a lui e che era sempre pronto a stringerlo tra le sue braccia. Per la prima volta tutte le persone che amava erano nella sua vita, come se per tutta la sua esistenza avesse atteso solo questo momento.

Ed ecco la cura al suo dolore, ecco il coraggio di imparare ad amare di nuovo. Taehyung aveva tutto il tempo del mondo e voleva usarlo per amare lentamente e profondamente.

Taehyung stava guarendo.

*

Si svegliò quando il sole colpì la curva del suo naso e le sue palpebre. Sollevò un braccio e si coprì il viso con la mano, mormorando qualcosa di incomprensibile.

Sentiva l'odore acre di smalto per unghie, così si girò e trovò due grandi occhi che lo osservavano.

«Ciao, Taehyung» Lisa sorrise, abbassando lo sguardo sulla sua mano. Era intenta a dipingere l'unghia del suo dito medio con uno smalto blu notte.

«Ciao, Lisa» La voce di Taehyung era roca, la sua gola doleva. «Dov'è Vivì?» chiese.

Lisa aggrottò le sopracciglia, concentrata sul suo dito. «È andata a comprare qualcosa da mangiare» Sorrise, una volta finito di mettere lo smalto sull'unghia. Sollevò la mano ed osservò il lavoro fatto fino a quel momento.

Parafrasi del DoloreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora