Quando l'intera libreria fu spostata, con non poca fatica, dai tre uomini; la direttrice si permise di intravedere ciò che li stava per aspettare oltre i loro corpi palestrati che ostruivano gran parte della visuale. Dietro al mobile, come aveva già potuto intuire, vi era uno stretto tunnel che permetteva la percorrenza a due a due. Il buio gli conferiva un'aria spettrale e tetra, l'unica fonte di luce erano delle piccole lanterne che percorrevano il corridoio a sinistra e a destra. Senza, però, mostrarne la fine. I locandieri e i loro figli si avviarono verso l'oscurità senza proferire parola né una qualsivoglia spiegazione hai due viaggiatori, ma a quel punto la direttrice decise che non avrebbe più aspettato. Punto i piedi a terra senza muovere un solo muscolo e quando le altre persone presenti nella stanza se ne accorsero, la guardarono interdetti.
<< Io non mi muovo da qui finché non riceverò le risposte che mi spettano di diritto ... che ci spettano. >> disse indicando sé stessa e il fratello appena ritrovato. Poche parole le sue, ma taglienti come la lama del coltello più affilato. La specificazione aggiunta alla fine le era venuta spontanea perché sapeva che, nonostante le mille domande che stava riservando per il fratello in un momento più consono, lui non c'entrava niente con quella storia ed era confuso quanto lei. L'uomo sospirò pesantemente all'udire tale affermazione, ma sapeva che avesse perfettamente ragione.
<< So che per voi, Miss, è difficile fidarsi di perfetti sconosciuti come noi. Però mi creda che non abbiamo molto tempo, prima che ci trovino, le prometto che nel tragitto vi spiegheremo ogni cosa. Ma ora è giunto il momento di andare. >> le rispose l'uomo con gentilezza, ma con una punta di urgenza nella voce. Ciò fece capire alla direttrice che non era il momento giusto per spiegazioni lunghe e complicate, così annuì semplicemente e si avviò verso il tunnel che le metteva i brividi.
<< Voi siete credente, Miss? >> le chiese, con una dolcezza che profumava di aria materna, l'unica altra donna presente oltre a lei, all'interno di quello strano gruppetto. La domanda la lasciò stupita, tanto che per alcuni minuti non riuscì a trovare una risposta. Non si era mai interpellata a lungo sul discorso della religione, andava in chiesa ogni domenica con i ragazzi ma era come un'abitudine. Lo faceva perché era ciò che la gente riteneva giusto fare e perché essenzialmente lei era cresciuta in una comunità religiosa. I suoi genitori erano sempre stati fortemente credenti, ma lei non si era mai sentita così legata alla religione come loro. Perciò la parola esatta da usare era: abitudine. Tutto ciò che lei faceva nei confronti della religione era qualcosa di obbligatorio, che non aveva nulla a che fare con nessun volere o pensiero derivante da lei. Piccoli pezzi di puzzle che andavano a formare la sua quotidianità, ma ai quali lei non aveva dato molta importanza fino a quel momento. Senza prestare molta attenzione alla donna che la osservava in attesa di una risposta; la sua mente vagò, persa in tutti quei ricordi che erano la sua infanzia e che con il passare del tempo sembravano assumere un significato nascosto. Si scoprì a porsi domande che, fino al giorno prima, avrebbe ritenuto ridicole e prime di senso. Quante cose si era ritrovata a fare solo per compiacere la sua famiglia, cosa le era sempre stato nascosto solo per farla piegare al loro volere. Più la situazione progrediva, più in lei si faceva largo la sensazione di non conoscere nulla delle persone che l'avevano cresciuta. Non era dovuto solo dall'argomento sulla sua religiosità, ma incredibilmente era quello stesso argomento ad averle aperto gli occhi. Cosa c'era stato di vero nella sua vita, e cosa invece era stato seppellito per imprigionarla in un'apparente stato normalità. Mai come in quel momento aveva sentito il bisogno di parlare con suo fratello, perché sapeva che l'unica verità che avrebbe potuto accettare era la sua.
<< Io...- iniziò con voce flebile voltandosi verso la donna- non lo so. Sta succedendo tutto così in fretta, che non so più a cosa credere, a CHI credere. Ho appena scoperto che mio fratello, che pensavo morto tanto tempo fa, è vivo. Quindi mi sento come se avessi vissuto tutti questi anni nella menzogna più totale, mi sento così scombussolata e non riesco a soffermarmi su un pensiero alla volta. >> confessò la donna esausta, più mentalmente che fisicamente. Inoltre, le parole del locandiere non la facevano stare tranquilla. Perché la vita della piccola Loredana doveva essere in pericolo? Chi poteva farle del male, era solo una bambina. Aveva notato anche lei le strane condizioni di morte della sua famiglia, ma cosa aveva visto da poterla mettere in pericolo? La donna la guardò, mentre era assorta nei suoi pensieri, con la dolcezza di una madre. In fondo, la giovane direttrice non era tanto diversa da una bambina in quella situazione, c'erano molte cose che le erano state celate fino a quel momento e la sua mente era ben lungi dal trovare la risposta per le sue domande. Arrivati alla loro vettura, che sicuramente sarebbe stata molto più veloce della carrozza come mezzo di trasporto, salirono tutti in totale silenzio. Solo quando anche la direttrice si lasciò andare alla stanchezza, il capofamiglia prese la parola rivolgendosi a Lucas.
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Blood
VampireAllora,... da dove inizio. questa storia come vedrete dal genere e un po' dal titolo parla di vampiri. Ma c'è una cosa che la distingue dalle altre, la protagonista. Si chiama Jenny e, a differenze di molte altre è una guerriera. Non pensate che il...