Iniziai a cercare un posto a sedere accorgendomi che quel treno era pieno di gente visto che per risparmiare avevo preferito prendere un biglietto di terza classe perché costava meno di tutti e non potevo permettermi di effettuare spese inutili. Alla fine dopo aver vagato inutilmente alla ricerca di un posto ne trovai uno di fronte ad un ragazzo e, se pur riluttante, mi sedetti iniziando a guardare il panorama che scorreva fuori dal finestrino e lanciando occhiate furtive al mio compagno di viaggio cercando di intuire se fosse pericoloso o meno. Ad gesto che, molto probabilmente, era molto comune da quelle parti anche tra due estranei.
<> disse allungando la mano e aspettando, forse, che gliela stringessi; al contrario mi voltai verso di lui e mi presi qualche secondo per osservarlo cercando di comprendere quali fossero le sue intenzioni. Era un ragazzo poco più alto di me e quasi della mia stessa età; aveva due grandi occhi azzurri con dei capelli un' po più lunghi del solito per un uomo e non era molto muscoloso, era vestito tutto di nero cosa che faceva risaltare la sua pelle bianca quasi cadaverica come se non avesse mai visto il sole in vita sua cosa che era compatibile con il clima del posto dove mi stavo dirigendo. Il suo sguardo si fece perplesso e solo allora mi ricordai che una persona normale avrebbe risposto alla sua domanda invece di squadrarlo da testa a piedi come se fosse un monumento.
<> dissi in imbarazzo e come mi capitava spesso le mi guance diventarono rosse per la vergogna; mentre lui scoppiò in una fragorosa risata, ma notando il mio disagio smise e lasciò soltanto uno splendido sorriso sul suo volto. Non sapevo cosa si aspettasse da me e nemmeno come continuare la conversazione, un tempo il professor Land mi spiego quello che lui definiva "Le basi per un rapporto saldo e duraturo con gli altri" facendomi anche vari esempi. Il professor Land era il mio insegnante di letteratura e da quando l'avevo conosciuto era diventato il mio preferito, non solo per il suo modo di spiegare molto coinvolgente e la passione che mi trasmetteva per la sua materia. Sembrava capire cosa provassi mentre ero rinchiusa in quella casa, ma non provava pietà per me al contrario mi aveva sempre incentivata a tirare fuori il mio carattere che solo lui sembrava comprendere; ciò nonostante la teoria non poteva sostituire l'importanza della pratica e così mi ritrovai a fissare un ragazzo appena conosciuto e non sapere di cosa parlare.
<> mi chiese lui per spezzare il silenzio imbarazzante che si era creato dopo la sua precedente domanda.
<> risposi molto più spontaneamente di prima e cercando di sfoggiare il mio sorriso migliore. Lui sembrò contento del mio tentati un po' goffo di fare conversazione e mi incoraggiò ad andare avanti con uno di quei sorrisi che imparai a riconoscere come tentativo di spronarmi a uscire dal guscio che mi ero creata con gli anni. Nonostante i suoi tentativi di conversare con me ero immobilizzata dalla paura che non accennava a lasciare il mio corpo e vedendo la mia reazione sospirò rassegnato rispondendo alla mia precedente domanda.
<> ogni volta che udivo la sua voce un brivido mi percorreva lungo la schiena, ma non era lo stesso che si leggeva nelle storie d'amore era come se la mia mente avesse già memorizzato quel suono in un'altra vita distante anni luce da lì. La sensazione di averlo già conosciuto prima di allora, si fece sempre più viva dentro di me procurandomi un senso di disagio che lui scambiò per timidezza. Dopo quelle misere parole che ci eravamo scambiati ci immergemmo entrambi nei nostri pensieri senza dire più niente fin quando il treno arrivò al capo linea, mi alzai indifferente e caricai lo zaino in spalla pronta a scendere verso una vita ancora incerta. Per quanto poteva sembrare strano, nel momento in cui mi aveva rivolto la parola mi ero completamente dimenticata la mia situazione disastrosa e i miei dubbi su cosa avrei fatto da qual momento in poi. Scendemmo insieme e mi aiutò a trovare l'uscita di quell'enorme stazione che sembrava un labirinto in cui rischiavo di perdermi. Quando ci ritrovammo all'aria aperta fu come se fossi riemersa dopo tanto tempo dalla acqua e un sorriso inizio ad affiorami sulle labbra, mi voltai verso Devon che mi guardava enigmatico.
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Blood
VampireAllora,... da dove inizio. questa storia come vedrete dal genere e un po' dal titolo parla di vampiri. Ma c'è una cosa che la distingue dalle altre, la protagonista. Si chiama Jenny e, a differenze di molte altre è una guerriera. Non pensate che il...