Quando la porta si chiuse alle nostre spalle un senso di libertà mi invase l'anima. Nonostante quell'appartamento rappresentasse per me un porto sicuro contro la malvagità delle persone, anche se il recente incidente di mio padre mi aveva molto destabilizato, tornare nel mondo fuori da esso mi dava l'impressione di poter affrontare qualsiasi cosa. Percoremmo il lungo corridoio esattamente come avevo fatto la prima volta con Ally e Alan, vidi Mark andare verso l'ascensore che essendo molto capiente avrebbe potuto portare tutti senza problemi. Quando mi accorsi che aveva schiacciato il tasto per chiamarlo sbiancai e mi voltai verso la mia "compagna di avventura" incrociandone lo sguardo. Anche lei, esattamente come me, sembrava ricordare benissimo l'evento che ci aveva viste protagoniste dentro quello stesso ascensore. Portò leggermente la mano indietro in una chiara richiesta che io fui felice di soddisfare stringendogliela. Più l'ascensore saliva, più i miei ricordi di quel giorno si facevano vividi.
<< Papà, va bene se io, Ally e Jenny prendiamo le scale? Così non stiamo troppo stretti. >> disse Alan con leggerezza, forse accortosi della paura che stavamo emanando da tutti i pori io e la sorella.
<< Siete sicuri? Sono sempre quattro rampe di scale da fare a piedi. >> disse Mark dubbioso per l'idea del figlio che, per nostra fortuna, non accennò niente sul piccolo incidente che ci aveva coinvolte. Da quanto mi era stato spiegato nessuno nella famiglia sapeva dell'uscita di Ally, così come dell'ascensore. Secondo loro noi due ci eravamo conosciute a scuola ed ero orfana, mentre per la notte che avevamo passato rinchiuse pensavano che l'avesse passata da un'amica del palazzo. Per un motivo che non mi era stato ancora esposto, anche lei non poteva lasciare la casa con la sola eccezione che ci fosse qualcuno ad accompagnarla. Lei sembrava scocciata da tutte quelle imposizioni, ma non si opponeva dicendo che avevano le loro buone ragioni. Capivo cosa provava anche se non sapevo di cosa si trattasse, dal momento che io avevo dovuto nascondere per molto tempo i soprusi di mio padre. Proprio per la mia comprensione verso la sua restrizione a parlarmene, sapevo che non avrei dovuto insistere.
Ci avviammo verso le scale, mentre gli altri entravano nell'ascensore che aveva appena aperto le porte. Alan ci precedette e seguito subito dopo da Allison, io fui l'ultima a lasciare il piano attirata da una strana ombra alla finestra. Sembrava che qualcuno ci stesse osservando, anche se poteva sembrare impossibile data l'altezza portentosa del palazzo. L'immagine di mio padre che mi teneva inchiodata nella mia camera da letto, mi fece venire qualche dubbio sulla sicurezza che poteva dare l'altezza di quel palazzo. Sapevo ancora molto poco sui vampiri come lui e non sapevo dove poter reperire le informazioni di cui necessitavo. Non volevo rovinare quel giorno di felicità che si erano tanto meritati e, sopratutto, non avevo intenzione di rovinare tutti gli sforzi fatti da Mark per riavvicinarsi ai figli. Nonostante i miei buoni propositi, però non riuscii a impedire alla mia mente di pensare a quello che era successo in salotto. Sentivo che c'era qualcosa che non andava in tutti gli strani avvenimenti che avevano preso possesso della mia vita. Mi chiedevo dove avesse voluto portare Martha la povera Michela che avevo l'impressione stesse attraversando un periodo difficile della sua vita. Per il bene dei ragazzi decisi di scacciare quei pensieri angosciati godendomi la bella giornata. Arrivati nell'atrio trovammo gli altri ad aspettarci, Jason appena ci vide sorrise contento.
<< Evviva, finalmente si parte. Muoviamoci che se no ci sarà troppa coda alla biglietteria. >> disse emozionato, come se non avesse aspettato altro per tutto quel tempo. La gioia che trasmetteva inondò anche me portandomi a sorridere come non avevo mai fatto. Ci incamminammo a piedi verso il parco acquatico visto che non ci saremmo stati tutti in una macchina. Era la prima volta che uscivo da quella casa da quando, due settimane prima, vi ero entrata senza sapere cosa aspettarmi. Osservai tutto quello che mi circondava estasiata. Mai avrei potuto minimamente immaginare che un giorno sarei andata in un città come quella. I negozi, le luci e i colori... Niente di vagamente paragonabile alla vita che conducevo nel castello di mio padre.
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Blood
VampireAllora,... da dove inizio. questa storia come vedrete dal genere e un po' dal titolo parla di vampiri. Ma c'è una cosa che la distingue dalle altre, la protagonista. Si chiama Jenny e, a differenze di molte altre è una guerriera. Non pensate che il...