capitolo 11

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Jenny

Guardai i ragazzi allontanarsi ridendo e scherzando i loro genitori, ciò mi fece provare una sensazione di leggerezza che portò allo sbocciare di un sorriso che non vedeva la luce da anni e che rimase fisso sul mio volto per tutto il tempo. Riportai la mia attenzione sui bambini, notando con stupore che quasi tutti mi stavano osservando in attesa di indicazioni su cosa fare. Per un attimo, solo uno, il mio cervello andò in panico ricordandomi solo in quel momento che io non avevo nessuna esperienza in circostanze simili. Nella euforia del momento mi ero presa delle responsabilità che non sapevo come gestire, poi ebbi un idea che mi parve fattibile e che mi avrebbe permesso di controllare i bambini senza dover correre a destra e sinistra come una pallina impazzita. Entrando nel parco acquatico avevo notato le indicazioni per la piscina ad onde, così visto che gran parte dei bambini sapeva nuotare e laltra parte utilizzava ancora i braccioli mi sembrò un buon compromesso, dato anche il fatto che io toccavo in tutti i punti perché era alta 1,5 metri e se per loro risultava alta per me non lo era. Eccitata dalla mia stessa idea decisi di esporla ai bambini che mi guardavano impazienti.

<< Alloro truppa, - li incalzai facendo finta di essere un pirata – vi va di prendere la palla e ii giochini che avete portato da casa per andare nella piscina ad onde? >> dissi attendendo una loro risposta, la quale non tardo ad arrivare. Sembrava che a tutti i bambini fosse piaciuta la mia idea e mi ritenni soddisfatta, essendo in tanti era difficile mettere tutti daccordo, ma cantai vittoria troppo presto. Il mio sguardo fu intercettato da quello inespressivo di Loredana, che appena di accorse di essere stata scoperta lo sposto da un altra parte fingendo indifferenza. Non sapevo cosa me lo facesse intuire, ma ebbi limpressione che stesse per mettersi a piangere. Alla fine, parlò.

<< Io preferisco rimanere qua a leggere un libro, se non vi dispiace. Inoltre, penso di essere abbastanza grande da saper badare a me stessa e quindi voi potete pure andare senza di me. >> disse ostentando una sicurezza che, stavo iniziando a capire, era solo una maschera che utilizzava per sembrare più grande di quello che era veramente. Rose e Jason si voltarono verso di me per chiedermi per sapere se avessi acconsentito alla richiesta della sorella o meno. Nonostante sapessi che fossero sotto la mia responsabilità, Loredana aveva detto una cosa giusta, era abbastanza responsabile per restare da sola sotto lombrellone. Con un sospiro rassegnato li feci cenno di lasciarla stare, perché sapevo che intavolare una discussione non sarebbe servito a niente se non ha rovinare lumore generale.

<< Va bene, ma se hai un qualsiasi problema chiamaci. Ti ricordo che ho promesso ai tuoi genitori di occuparmi di voi, quindi non farmi pentire della fiducia che ti sto dando, intesi? >> mi raccomandai cercando di tenere un tono dolce ma autoritario, nonostante sapessi che fosse una ragazza responsabile preferivo mettere le cose in chiaro tra di noi. Lei sbuffò, quasi annoiata dalle mie parole, come se odiasse il fatto che qualcuno si preoccupasse per lei.

<< Tranquilla, rimarrò qui a leggere e basta. Ricordati che non sei mia madre e non ai alcun diritto di farmi le raccomandazioni, non mi importa nemmeno che loro mi abbiamo abbandonata a te per andare con gli altri.>> disse ostentando sicurezza, ma vi era una nota di malinconia nella sua voce. Quello che non riuscivo a capire era il motivo per il quale aveva proprio utilizzato il verbo abbandonare, nonostante io non lo avessi mai utilizzato. Quando abitavo ancora a casa con mio padre, e mi annoiavo, prendevo spesso i vecchi libri di psicologia di mio fratello. A volte leggerli mi dava limpressione di essergli vicina, così qualcosa lo avevo appreso pure io. In uno dei tanti libri vi era spiegato come dal linguaggio si potesse intuire il passato, o parti di esso, di una persona. Non ero sicura di quello che la mia mente stava elaborando secondo quanto appreso dal libro, ma una cosa era certa: Loredana nascondeva molti più segreti di quelli che voleva far credere. Lasciai stare la sua provocazione, sapendo che non ci avrebbe portato da nessuna parte e feci segno ai ragazzi di seguirmi. Io, Jason e Rose ci avviammo, insieme ai piccoli, verso la piscina a onde mentre Lory si distese comodamente sul suo asciugamano con il libro. Avrei voluto trovare un modo per far stare bene anche lei, ma avevo limpressione che non avrebbe accettato nessun tentativo di approccio da parte mia così decisi di rinunciare per il momento.

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