7. Oscure verità

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Margaret pov


Margaret chiuse il gancio della collana di perle attorno al collo sottile, poi si lisciò l'abito da sera color rosso fuoco, una lunga stoffa che arrivava fino a terra strisciando ad ogni movimento.

Si voltò verso lo specchio posto accanto al comodino, in cerca di conferme.

"Ricordarmi chi è il malavitoso per cui mi devo agghindare come una spogliarellista."

Thomas la squadrò appena dall'altra parte della camera da letto, intento a sistemare il colletto della camicia. "Il malavitoso in questione è Carlos Franco ed è uno dei miei maggiori acquirenti, quindi cerchiamo di omaggiarlo come merita nonostante sia un maiale della peggior specie" le suggerì pratico prima di appoggiare tra i denti una sigaretta e accendersela.

Margaret inarcò un sottile sopracciglio e sbuffò appena: "So perfettamente come trattare con quel genere di uomini. L'esperienza non mi manca purtroppo."

Thomas stirò le labbra in un ghigno amaro mentre tirava un po' di tabacco.

"Non avevo dubbi, signora Shelby."

Le porse il braccio e Margaret si affrettò a raggiungerlo camminando a passi decisi sugli alti tacchi. Appoggiò la mano guantata sul gomito di lui e al gesto avvertì i muscoli allenati dell'uomo tendersi appena.

"Ti piaccio, Thomas? Non mi hai praticamente guardata negli ultimi minuti."

"Stai sempre bene."

La risposta non la lusingò: sembrava gettata lì per dovere.

"Thomas, potresti farmi qualche complimento ogni tanto, sono tua moglie dopotutto."

"Vedo che ti ricordi di essere una moglie solo quando ti torna comodo" l'apostrofò lui.

"Perché avverto rancore nelle tue parole? C'è qualcosa che dovrei sapere?" chiosò lei sbattendo le ciglia truccate per l'occasione, sottraendosi inconsapevolmente al suo tocco.

Thomas la lasciò scivolare via dalla sua presa e continuò a camminare diretto all'auto parcheggiata in giardino come se nulla fosse. "No. Vuoi un complimento? Bene, stasera tutti gli invitati saranno troppo presi dal sbavarti dietro per prestare attenzione alle mie parole e questo è un bene: li metterò dentro a trattative che in condizioni normali non avrebbero mai accettato."

"I tuoi complimenti meritano di essere rivisti" chiuse la questione Margaret alzando gli occhi al cielo, mentre spalancava la portiera della macchina senza attendere che lo facesse lui. "Lavoraci sopra."

Il resto del viaggio in auto fu pressoché silenzioso e Margaret dormicchiò per l'intera durata, cullata dalla placida andatura del mezzo. Fu Thomas a svegliarla con una delicata carezza del viso quando raggiunsero la dimora in cui si teneva il ricevimento.

"Ci siamo."

Scesero dall'auto e si diressero all'ingresso della villa che ospitava la cerimonia. L'interno era stipato di invitati tirati a lucido per l'occasione e ovviamente intenti a bere da costosi calici o a fumare dalle pipe di eccellente fattura.

Margaret girò su se stessa cercando una figura in particolare tra la folla e quando l'adocchiò un genuino sospiro di piacere fuoriuscì dalle labbra rivestite da un rossetto rosso fuoco.

Edoardo Ceracchi era finalmente tornato in società.

Era questione di tempo che la raggiungesse, ma per farlo doveva essere sola.

"Caro, non ti trattenere con me. Vai pure dai tuoi soci, io mi dirigo al buffet per bere un po'" disse, guardando dal basso il marito che stava ritto al suo fianco. "L'alcol mi aiuterà ad uscire indenne da questa noiosa serata."

IMPERIVM || Thomas ShelbyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora