9. Senza vie di fuga

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Gli spari squarciavano l'aria e i vetri infranti volavano impazziti in ogni direzione.

Margaret si schermò con il gomito anche se si accorse che leggere strisce di sangue iniziavano a colare lungo la bianca pelle, segno che qualcosa l'avesse ferita.

Rialzò lo sguardo e vide Thomas sporgersi dal davanzale con un mitra in mano, per poi fare fuoco.

"Fottuti bastardi!" gridava l'uomo mentre rispondeva alla raffica nemica.

Poi lo vide rientrare alla svelta e coprirsi dietro la parete quando qualche proiettile lo mancò di poco.

"Tommy, cazzo, vedi di non farti ammazzare" gli urlò lei, mentre strisciava a terra nel tentativo di raggiungerlo, facendosi largo tra i cocci e i mobili rotti.

"Farmi ammazzare?" replicò Thomas. Stava ricaricando le cartucce del mitra con gesti impazienti. "Mai, non posso lasciare il mio intero patrimonio nelle tue avide mani."

"Sempre galante" sbottò Margaret mentre ragionava alla svelta, valutando tutte le alternative a disposizione.

Il fuoco non cessava, anzi, chiunque fosse là fuori non aveva intenzione di andarsene a mani vuote e non si lasciava intimorire dalla flebile risposta di Tommy.

Non aveva scelta, doveva dare una mano al marito.

Senza aggiungere altro Margaret afferrò la pistola che teneva al sicuro dentro alla cassapanca in legno e si mise dall'altro lato rispetto a Thomas, così che affiancavano il cornicione –o quel che rimaneva- della finestra.

Thomas le gettò un'occhiata criptica e indicò perplesso l'arma: "E quella da dove sbuca?"

"Questa serve per le situazioni di merda" replicò spiccia lei, prima di guardare con la coda dell'occhio il giardino. "Al mio tre spariamo assieme, d'accordo? Sfruttiamo l'effetto sorpresa ora che pensano di averti in pugno."

Thomas in tutta risposta annuì.

"Uno....due...tre."

Senza ulteriori indugi si sporsero a metà busto e fecero fuoco.

Tre berline stavano nel piazzale, messe di lato per bloccare la loro ipotetica via di uscita.

Ma chi li aveva attaccati non aveva previsto che ci fossero ben due persone abili nello sparare, e quando Margaret centrò due dei tre uomini alla guida di ogni mezzo, i banditi si affrettarono a risalire in auto e a sgommare via.

Margaret aveva il fiatone e la nuca tutta sudata quando assistette alla loro fuga ma continuò a tenere la pistola in mano finché non vide le auto sparire dal loro campo visivo.

Erano salvi.

Sono a quel punto tirò un sospiro di sollievo e provò a voltare il capo nella direzione del marito ma qualcosa le impedì di farlo: era la canna della pistola premuta contro la sua tempia.

"Mi devi qualche spiegazione, Margaret."

Gli occhi di Thomas lanciavano lampi e non promettevano nulla di buono mentre la fissava a fondo, come a carpirle l'anima.

"Abbassala..."

"No."

"Ok, ok...solo...calmati, va bene?" sussurrò lei mentre arretrava fino ad incontrare con le spalle in freddo muro.

Ad ogni suo passo indietro ne corrispondeva uno in avanti dell'uomo.

"Non mi calmo: qualcuno ha appena attentato alla mia vita. E tu sai di chi si tratta. Quindi sputa fuori tutta la verità o a saltare stasera non saranno solo i miei nervi."

Margaret strinse gli occhi: "E' una minaccia?"

Thomas finse di non averla udita.

"So che ti avevo detto di non voler sapere nulla del tuo passato, ma non posso mantenere quella promessa in quanto come hai notato, mi è quasi costata la pelle. Fuori la verità" ripeté con tono fermo e gelido. "Chi erano quegli uomini?"

Margaret sospirò e si strinse nelle spalle.

"Non ne ho idea."

"Bugiarda!"

Thomas ringhio e accostò il corpo al suo, portando volutamente il volto a pochi centramenti dalle sue labbra, sempre senza smettere di tenerla sotto tiro.

Margaret deglutì a vuotò e tentò inutilmente di divincolarsi ma la presa di Thomas era d'acciaio. Alla fine ne uscì sconfitta.

"Va bene, quelli erano gli uomini di Edoardo Ceracchi. Ora sei contento?"

Thomas nel sentire la risposta si allontanò impercettibilmente. La squadrò con le iridi celesti alla ricerca di menzogne.

"Non eri in combutta con Ceracchi? Perché mai vorrebbe ucciderti?"

"Perché Ceracchi mi desidera e mi vuole tutta per sé da quanto ha posato per la prima volta i suoi maledetti occhi su di me. Non ti sei mai chiesto perché Charles Wilson, il mio ex marito, sia morto? Perché Ceracchi l'ha ucciso."

Thomas sgranò gli occhi: sembrava perplesso.

"Perdonami, ma non tornano dei passaggi. Vi ho visto parlare in toni civili e ballare. Non dovresti essere adirata con l'uomo che ti ha ammazzato il marito?"

Margaret scosse la testa e leggere ciocche le occultarono l'espressione affranta.

"Non ho mai amato Charles e ci siamo sposati perché i miei genitori lo volevano. Charles era molto ricco e con una brillante carriera dinnanzi a sé. Eppure nel privato era un essere riprovevole che mi trattava con biasimo. Ho goduto quando è morto, se proprio vuoi saperlo."

Thomas era indecifrabile: "Ciò non spiega perché sei in buoni rapporti con Ceracchi."

"Perché io ho pregato Ceracchi di uccidere Charles: io gli ho commissionato l'omicidio. Ma non ho fatto i conti con quanto quella scelta mi sarebbe costata...non ho mai ripagato il mio debito..."

"E ora quindi ti vuole morta?" concluse Thomas, con voce incolore.

"No, anzi, vorrebbe sposarmi. Ma ci sei tu" gli svelò.

Thomas si passò una mano tra i capelli e finalmente si allontanò da lei: Margaret di conseguenza riprese a respirare.

"E' tutto?" chiese quasi ironica, mentre si risistemava le pieghe del vestito e alzava la spallina che non si era accorta fosse scesa.

Rialzò lo sguardo e si accorse che Thomas la stava studiando con gli occhi meno freddi, quasi umani. Ma nonostante l'espressione accondiscendente ciò che disse bruciò come fuoco: "Affatto. Da quando sai sparare, cara?"








io che immagino Margaret (quest'arma è un po' esagerata ma rende l'idea)

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io che immagino Margaret (quest'arma è un po' esagerata ma rende l'idea)






Angolo Autrice:

che cattiva, faccio sempre finire sul più bello.

Spero che il capitolo vi sia piaciuto, se sì fatemelo sapere.

A presto ;)

IMPERIVM || Thomas ShelbyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora