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Un gemito lasciò le labbra del dottore mentre si svegliava dal suo sonno, gli occhi leggermente socchiusi, la luce che entrava dalle tende nere quasi lo accecava. Si alzò lentamente a sedere, la testa che gli pulsava per il dolore.

Ha bevuto ieri sera?
E da quando aveva le tende nere? Jimin si strofinò gli occhi, uno sbadiglio lasciò le sue labbra. Mentre era seduto lì, guardandosi intorno nella stanza sconosciuta, una sensazione di terrore lo pervase. I ricordi di ieri gli attraversavano la testa, i suoi occhi si spalancavano per la paura. Si gettò via le coperte, pronto a correre verso la porta, ma fu fermato da un tintinnio di catene. Un grugnito lo lasciò mentre cercava di muovere il piede destro, un oggetto avvolto intorno alla caviglia gli impediva di farlo. Jimin si accigliò, le sue mani sfioravano il metallo che era agganciato alla sua gamba, la catena che cadeva dal bordo del letto e si nascondeva. 

"No, no, no" sussurrò, avvolgendo le dita attorno alla catena e tirando, grugnendo. Non importa quanto forte avesse tirato, la catena non si sarebbe mossa, con suo grande disappunto. Un bussare alla sua porta fece congelare Jimin, guardando la maniglia della porta girare, aprendo la porta per rivelare Jin che stava tenendo un vassoio di cibo. Deglutì una volta che gli occhi di Jin si posarono su Jimin spaventato, guardando un sorriso allungarsi sui suoi bei lineamenti.

"Ah, Jimin~" tubò Jin. 
"Sei sveglio!" Jimin non disse niente, si limitò a fissarlo. Si rese conto che stava solo indossando la sua biancheria intima e una maglietta oversize. Le sue guance bruciavano a causa di quanto fosse esposto a Jin. 

"Arrossisci già? Non ho ancora fatto niente" ridacchiò Jin, appoggiando il vassoio vicino al letto di Jimin. Poi si lasciò cadere sul letto, rendendo il più giovane teso.

"Sai cosa c'è di divertente, Jimin?" Chiese Jin, trascinando il dito sulla catena di metallo, asciugando lentamente la polvere. Aveva un piccolo sorriso sul viso, i suoi occhi incontravano lo sguardo nervoso di Jimin. 

"Sono io quello che si prende cura di te ora. Ora sei tu quello che ha bisogno di essere curato e sorvegliato. È come se io fossi il dottore e tu fossi il paziente" ridacchiò Jin. Jimin si morse il labbro, deglutendo pesantemente quando le dita di Jin entrarono in contatto con la sua pelle.  Si guardò in grembo, le sue dita tremanti che giocherellavano l'una con l'altra. Il tocco freddo di Jin svanì presto, facendo rilassare un po' Jimin. 

"Hai Fame?" chiese Jin, prendendo il vassoio e posandolo accanto a Jimin, infilando la forchetta nelle uova e portandola alle labbra di Jimin. Il dolce aroma del cibo fece ringhiare lo stomaco di Jimin. Arrossì quando Jin ridacchiò, la testa china per la vergogna. Poi guardò di nuovo verso le uova, mordicchiandosi l'interno della guancia. 

"I-io posso nutrirmi d-da solo" disse Jimin, la sua voce roca. Non era sicuro di sé come prima.  Ora era rinchiuso con persone mentalmente instabili, poteva succedere di tutto. Jin alzò gli occhi al cielo

"Ovviamente, ma voglio darti da mangiare" Jin premette le uova contro le sue labbra. 
"Ora mangia prima che il cibo si raffreddi, piccola" Il soprannome fece arrossire ancora di più Jimin, aprendo le labbra mentre Jin gli dava da mangiare le uova.

"Bravo ragazzo" lo elogiò Jin, continuando a nutrire Jimin finché il cibo non fu finito. Jimin aspettò che accadesse qualcosa, aspettò che Jin lo attaccasse, lo pugnalasse con la forchetta, uccidendolo lentamente. Chiuse gli occhi, aspettando la sua morte. Anche se non è mai arrivato, con grande sorpresa di Jimin. Aprì gli occhi, notando che Jin teneva il vassoio, preparandosi a lasciare la stanza. Jimin osservò con occhi curiosi, osservando Jin muovere alcuni oggetti in giro per far sembrare la sua stanza più ordinata. Jimin inclinò la testa in modo carino, i suoi capelli arruffati rendevano il suo aspetto angelico più prominente. Jin guardò oltre, i suoi occhi si spalancarono per quanto fosse etereo il dottore.

M̶a̶d̶ >> P.JM x BTS [✔]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora