Ore 9:30, aula 13, terzo anno di liceo, ora di filosofia. Come sempre mi rifiuto di ascoltare questa lezione pallosa e mi giro a guardare quelle persone beate, che sono fuori mentre io sono in questa specie di scuola.
Un giorno, la mia professoressa di italiano, ci aveva dato un tema con una traccia che diceva "Dalla mia finestra vedo..." bhe...dalla finestra mi sembra di vedere solo merda, gente cattiva, mondo cattivo.-Curtis!- la voce di questo professore é fastidiosa, la odio, mi da sui nervi.
-Sta ascoltando o no la lezione?Mi giro verso i miei compagni di banco, il mio migliore amico Ethan e la mia migliore amica Kat, che probabilmente mi stavano richiamando da molto per colpa di questo.
-Allora signorina?
-Ehm...si
-Quindi sapebbe dirmi di cosa stiamo parlando?Mi giro verso Ethan, che prova a suggerirmi qualcosa ma non capisco neanche una parola.
-Bhe, si. Cioé...parliamo di filosofia no? Ovvero "amore per il sapere", studio della realtà no? Eheh...
Mi giro ancora verso i miei amici che si mettono le mani nei capelli.
-Curtis, venga qui.
Conosco troppo bene questa frase. Significa una sola cosa: DETENZIONE, punizione dopo la scuola, ovvero rimanere due ore in più a scuola in una classe dove c'é un grande cartello con scritto "DETENTION". Fantastico vero?
Ci sono abituata a stare li, ci vado praticamente sempre e conosco tutti quegli sfigati che sono li con me, sempre gli stessi poi.
Mi reco alla cattedra e questo brutto stronzo mi da il foglio della detenzione e in quel momento suona la campanella, finalmente. Esco fuori dalla classe aspettando che anche Ethan e Kat uscissero.-Gaya, é l'ennesima punizione questa!
-Kat, credimi, ho perso il conto
-Perché non provi ad ascoltare qualche volta la lezione?
-Perché é pallosa!
-S-s-se vuoi rimango con te i-in detenzione..c-con te- Ethan arrossisce dicendo questa cosa.
-Oh no tesoro, non preoccuparti. Me la cavo sempre io, no?- gli sorrido
-S-si- abbassa lo sguardo arrossendo.
-Si, ma non puoi continuare così, che ogni volta é una punizione con il prof!
-Kat, mia cara Kat, non farti troppi problemi
-No io me ne faccio invece perché si tratta di te
-Ti voglio tanto bene ma davvero non devi preoccuparti
-Perché non fai venire tua madre a parlare con lui?
-Oh Ethan, ti sembra davvero che mia madre sia un tipo così? Secondo te da uno a dieci quanto le interessa che io sia finita in detenzione per la centesima volta?
-Vabbé dai, adesso é ora di pranzo. Andiamo a mangiare.E con l'ultima affermazione di Kat siamo andati a sederci al nostro solito tavolo nella sala della mensa e abbiamo cominciato a mangiare.
Nel ridere e nel parlare i miei occhi incontrarono due occhi marroni, chiari ma strani, come i miei. Più che altro tristi. Ci siamo guardati per un istante, poi non l'ho più visto. Non lo avevo mai visto in giro, era la prima volta. Cercavo di capire se lo avessi già visto ma non ci riuscivo. E così, tornai a ridere, scherzare, parlare, mangiare e chi più ne ha più ne metta, con i miei amici.[Qualche ora più tardi]
-Mi raccomando non fare altri guai in detenzione
-No tranquilla Kat, mi stai assillando. Ci sentiamo più tardi. Ciao Kat, ciao Ethan.Con lo schifo più totale mi recai nella solita aula dove si scontava la detenzione. Questa scuola é enorme, sembra che non ci sia neanche un'uscita. Non riesco neanche a trovare la classe...aspetta la classe l'ho trovata ma...perché non c'é nessuno? E perché non c'é il grande cartello con scritto 'DETENTION'?
Non che mi dispiaccia che non ci sia nessuno in classe, ma questa punizione mi serve, altrimenti quello mi rovina.
Provo a chiedere a quelle poche anime che ci sono in giro ma ovviamente nessuna risposta. Sono inutili i bidelli, perché quando dovrebbero essere utili non lo sono mai, anzi sono ancora più inutili di quanto lo sono già.
Forse non si fa più la punizione. Si! Che bello! Comincio già a sparare i botti!
Neanche il tempo di illudermi che la punizione non si facesse che una voce alquanto sconosciuta e inquietante, oserei dire, mi dice:-La detenzione si fa al terzo piano, ultima aula a sinistra
-Ah. Devi andarci anche tu?
-Si.Cerco di avvicinarmi per cercare di guardarlo ma non si fa vedere, si limita ad andare nell'aula a una velocità spaventosa, così vado anche io.
Do il mio foglio a questa vecchia pazza, che ormai mi conosce e vado a sedermi all'ultimo banco a sinistra, come sempre. Comincio a guardare tra gli sfigati che ci sono per trovare quel ragazzo, ma c'erano solo facce che già conoscevo. Quindi non mi resta altro che cacciare il cellulare e cominciare a guardare e rispondere alle notifiche fino a quando sento un rumore, mi giro e all'ultimo banco in fondo a destra c'é un ragazzo con la testa appoggiata sulla sua cartella, rivolto verso il muro. Deve essere lui, per forza, é l'unica persona che non conosco. Mi alzo e provo ad andarci vicino, ma appena faccio un passo la pazza mi richiama e mi rimanda a posto. Odio quando devo fare una cosa e c'è qualcuno che mi impedisce di farlo.
Ora posso solamente guardarlo da qui e capire chi é.Intanto il tempo passa ma lui non si muove. Ma é morto? Guardo l'orologio, sono le 17:00. Oddio ancora un'ora? No, non ce la faccio. Aspetta...ora che vedo...la pazza si é addormentata. Perfetto! Mi alzo, prendo l'orologio e comincio a spostare la lancetta in modo che siano le 18:00 e suoni la campanella.
-Ehi, questo é barare- dice una voce familiare, ma familiare da poco.
Mi giro e lo vedo bene per la prima volta. É bellissimo. Mai visto un ragazzo più bello.
Non sapendo cosa fare gli sorrido.-Perché, tu non vuoi andartene?
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Romance-Sei entrata nel mio posto segreto, Gaya. E non so come hai fatto. Non c'era mai entrato nessuno. -Quale posto segreto? -È qui, proprio qui. Disse indicando il suo cuore.