Capitolo 2.

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Passarono alcuni minuti di silenzio prima che mi rispondesse.

-Forse
-É un forse si o un forse no?
-Forse tutti e due.

Non so perché mi venne da ridere, cioé mi ha fatto ridere questo fatto dei forse. Era meglio, peró, se non lo avessi fatto, perché evidentemente la mia risata svegliò la Signora Fit.
Si avvicinó a me e al ragazzo e cominció ad urlare di tornare a posto e, ovviamente, mi vide con l'orologio in mano. Cominció ad urlare cose a cui non prestai attenzione, annuii solamente e forse funzionó perché lei si sedette e lo feci anche io.

-Comunque mi sembra di averti già vista- questa voce.

Ero immersa nei miei pensieri. Merda, mi ha spaventata. Mi giro e lo trovo nel banco vicino al mio.

-Mi hai spaventata
-Perdonami
-E comunque é ovvio che mi avrai già vista, sono in questa scuola da tre anni
-Io da quattro. Si, stai sempre con quei due sfigatelli, quello con gli occhiali e la fidanzata di un mio amico
-Non sono due sfigatelli
-Certo che lo sono. Pensa che il tuo amichetto non ha mai fatto un'assenza e non ha mai preso un'insufficienza, sempre e solo il massimo dei voti
-Lascia stare Ethan. Ognuno é bravo in qualcosa e lui é bravo a scuola. Ma, piuttosto, se é uno "sfigatello" come lo chiami tu, come fai a sapere queste cose di lui?
-É il cugino di un mio amico
-E chi é?
-Non credo che tu lo conosca
-Vorrei saperlo perché Ethan non me ne ha mai parlato
-Si chiama Harry, quello della squadra di basket, hai presente?
-Ah si, ho capito chi é. Non capisco perché Ethan non me ne abbia parlato
-Voi due! Silenzio!- urla questa pazza che non é altro.

Ci guardiamo e ridiamo silenziosamente.

-E il tuo nome qual é?- mi chiede
-E se non volessi dirtelo?
-Lo scoprirei lo stesso
-Divertente
-No, davvero
-Gaya, Gaya Curtis
-Bel nome Gaya
-E il tuo?
-Lucas Parker
-Bel nome Lucas
-Io lo trovo normale
-Anche Gaya é un nome normale
-No, il tuo é speciale
-Troppo gentile, ma no. Bhe, come mai sei finito in detenzione?
-Perché sono entrato alla seconda ora, il professore di storia dell'arte mi odia, e mi ha mandato qui
-Non lo trovo tanto indisciplinato entrare alla seconda ora
-Quello mi odia. E tu, come mai sei qui?
-Perché non seguivo l'ora di filosofia
-Ribelle.

Dopo poco suonó la campanella, finalmente, e uscimmo tutti. Lucas mi chiese se volessi un passaggio siccome veniva a prenderlo sua madre, ma rifiutai dicendo che abitavo vicino scuola. In effetti era così, pochi passi ed ero a casa.
Lo salutai e andai a casa.
Entrai. C'erano i miei fratelli, Dylan e Connor, che stavano giocando fra di loro e vennero subito verso di me a scocciarmi. Li mandai via e andando verso la mia stanza, passai davanti alla cucina dove c'era la fidanzata di mio padre. No, non é mia madre. I miei sono separati e mio padre si é fidanzato con questa vecchia megera. Si chiama Madison ed é davvero più falsa dei suoi finti capelli biondi. É una brutta donna, ha i capelli biondi tutti ricci, non di certo naturali, ma fatti ogni settimana dal parrucchiere. Ha sempre quel rossetto rosso sulle labbra, e soprattutto é rifatta.
Mentre la guardo mi accorgo di guardarla con un'espressione alquanto schifata, tanto che lei mi dice:

-Che guardi?
-Oh, niente- rispondo, ma in realtà penso "muori troia".
-Come mai sei tornata tardi?
-Perchè non ti fai gli affari tuoi visto che non te ne importa neanche un po'?
-Sarai stata di sicuro in detenzione, visto che sei una bambina maleducata. Tuo padre non ti ha educato per niente bene, ma dal momento che ci sono io le cose cambieranno.

Appena entra mio padre in cucina comincia a cambiare tono e a dire cose dolci e mio padre se la beve. É davvero preso da questa bionda rifatta.

Che palle, odio il fatto che i miei genitori siano separati, mi fa stare troppo male e spero davvero che mio padre non si sposi con questa donna mostruosa, se si puó definire così.

Quando arriva l'ora di cena mi siedo a tavola. Per il momento ci siamo solo io e i miei fratelli seduti, poco dopo ci raggiungono mio padre e Madison.
A tavola sto quasi sempre zitta e non ascolto mai quello di cui si parla perché: 1. Non ho niente da dire, 2. Non mi va di ascoltare quei loro discorsi da adulti, perché 3. Sto pensando a Lucas.

Aspetta Lucas? Ci sto davvero pensando? Ma cosa...perché? L'ho conosciuto solo oggi, non é possibile. Certo mi ha colpito, ma non pensavo fino a questo punto. Cosa cavolo mi passa per la testa? Ci mediteró quando andró a letto.

Quando comincio a prestare attenzione a ció di cui parla la mia adorabile famiglia, mi accorgo che parlano di me.

-Quindi é finita di nuovo in detenzione?- dice mio padre
-Si- risponde quell'arpia
-Gaya é davvero una sorella da non imitare- dicono all'unisono i gemelli
-State zitti- li fulmino con lo sguardo
-Perché sei finita di nuovo in detenzione?
-Prova ad indovinare papà. Il prof di filosofia mi odia
-Che scusa banale
-Non intrometterti Madison
-Non parlare in questo modo a Madison
-Ma sai che ti dico? Fanculo a te e a Madison- e dopo aver detto questo mi alzo e mi chiudo in camera.

Non la sopporto quella, rovina sempre tutto. Sto quasi valutando l'idea di andare a stare qualche giorno dalla mamma, anche se so che non mi troverei molto a mio agio come qui, ma almeno starei lontana da Madison.
Provo a dormirci sopra, forse é meglio.

[Giorno dopo]

Ero quasi in ritardo quando uscii di casa per andare a scuola, quindi camminai a passo svelto.

-Oh, qualcuno é in ritardo
-Lucas! Oddio, tu hai il potere di spaventare le persone, davvero
-Puó darsi
-E comunque sei anche tu in ritardo, non trovi?
-No
-Invece lo sei. Ci conviene muoverci
-Eeeeeh, con calma
-Ma che con calma? É tardi!

Mi giro un attimo verso di lui e mi afferra il polso per farmi mettere vicino a lui.

-Ecco vedi, chi va piano va sano e va lontano
-Ma non voglio finire un'altra volta in detenzione per un ritardo!
-Ssssh, senti? Non c'é nessun rumore. Non roviniamo questo momento.

Ma é cretino? Si.
Mi rassegnai e rimasi in silenzio. Ci incamminamno verso scuola ridendo e scherzando. Devo ammettere che Lucas é davvero un ragazzo simpatico. Mi fa ridere troppo. Lo conosco solo da un giorno e mi é già molto simpatico. Strano, io non sono così con le persone.

Una volta arrivati fuori scuola vidi Ethan che si avvicinó a noi. Lo salutai ma lui mi ignoró.

-Lui chi é?- disse solo questo.

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