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Akane pov:

Continuavo a guardare il paesaggio esterno attraverso il finestrino sperando che potesse distrarmi, ma i miei pensieri in quel momento erano per la persona al mio fianco.

Io: non cacciarti in troppi guai.

Esordì dopo almeno mezz'ora passata in silenzio.

Basho: sta tranquilla

Mio fratello aveva sempre cercato di tenermi fuori dalla sua vita il più possibile, ovviamente fallendo miseramente in seguito: rapine e persone rapite erano l'ordine del giorno ormai da 3 anni, e odiavo la cosa. Probabilmente però detestavo di più il fatto che quella volta avesse deciso di lasciarmi da dei suoi amici: 2 spacciatori che, a detta sua, avevo già incontrato in passato.

Basho: starai bene da loro.

Disse come se mi avesse letto nel pensiero.
Nonostante ciò però non ero per niente convinta delle sue parole, ma lamentarsi non sarebbe servito a nulla, se non a scatenare la sua ira.

Io: se lo dici tu

Fermò la macchina di fronte a una sottospecie di negozietto e, una volta scesi dalla vettura, mi richiamò per aiutarlo a prendere 2 borsoni: uno contenente le mie cose e l'altro pieno di soldi. I suoi vari debiti con i ragazzi dai quali mi stava lasciando non erano mai stati saldati, per cui voleva farlo tutto in una volta.
Non mi piaceva quella situazione, ma se lui diceva che erano brave persone dovevo fidarmi, nonostante la mia fiducia nei confronti di Basho fosse minima, se non nulla.
E così, entrammo.
Varcata la porta vidi un ragazzo, abbastanza alto, sui vent'anni, pensai, ad accoglierci con uno sguardo severo e leggermente alterato.
Più lo guardavo più mi sembrava molto familiare, ma non ero sicura che fosse colui a cui stavo pensando: erano passati anni dall'ultima volta che ci eravamo visti, per cui l'aspetto esteriore era chiaramente cambiato, impedendomi di avere una risposta sicura sulla nostra conoscenza al primo colpo.

??: Hey, come va?

Nel sentire quella voce tutti i miei dubbi vennero confermati: era Fezco.

Basho: una merda. Ho bisogno che mi tieni lei a casa tua per un po'.

C'era troppa convinzione e autorevolezza nella sua voce, e non fui l'unica ad averle colte: il ragazzo di fronte a noi, notando il suo tono l'aveva presa come una dichiarazione di superiorità, e così si indispettì. Come biasimarlo d'altronde.

Fez: Hey Hey piano. Io non tengo nessuno da nessuna parte

Mio fratello nel sentire ciò sbiancò, mentre io semplicemente sospirai, guardando il pavimento leggermente sporco.
Basho stette qualche secondo a osservare Fezco, probabilmente per pensare a cosa dire, per poi ricominciare a parlare ma sta volta ad alta voce.

Basho: ti prego non so dove lasciarla! Ho più problemi di prima. Ti prego Fez!

Iniziò così a pregare il suo "amico" per un po', ma sono bastate poche frasi e le mie orecchie si erano praticamente tappate, impedendomi la concentrazione sui rumori esterni, che infatti incominciai a sentire in maniera ovattata e non del tutto chiara.
Poco dopo però ci fù un suono in particolare che mi fece uscire da quello stato di trans: una porta che si apriva, il che mi fece svoltare automaticamente il capo verso di essa. "Che succede?" furono le parole del ragazzo appena uscito da una stanzetta.
Era poco più alto di me, capelli rasati, un paio di tatuaggi sul viso e con indosso una semplice tuta grigia. Pareva uno che se la tirava parecchio ma preferì non giudicare un libro dalla copertina.
Continuai a guardarlo in silenzio per cercare di cogliere più informazioni possibili da ogni suo minimo dettaglio, o almeno fin quando mio fratello non urlò, facendomi girare verso di lui a causa dello spavento.

Basho: ASHTRAY!  Ti prego, convinci tuo fratello a-

Ashtray? Scherziamo? Cavolo se era cambiato...

Fez: Ash, porta lei con te. Qui dobbiamo discutere.

Voltai il capo verso il ragazzo, ritrovandolo più serio di prima. Mi guardava male, come se stesse vedendo in me una persona spregevole, o addirittura una minaccia.

Ash: vieni, e molla lì quei borsoni.

Feci come aveva detto per non causare problemi ulteriori, facendoli così accasciare sul pavimento.
Mi fece cenno di seguirlo e obbedì semplicemente annuendo, ritrovandomi assieme a lui nella stanza dov'era prima.

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Ero chiusa a chiave, lì dentro, con Ashtray da un po'.
Lui era seduto sulla scrivania mentre la sottoscritta era rannicchiata in un angolo con le gambe al petto, tenute dalle braccia.
I miei occhi iniziarono a girovagare in giro per noia finché non vidi l'informazione che mi serviva.

Io: adesso spacci?

Ash: si. Problemi?

Provò a far risuonare la sua voce come minacciosa, fallendo miseramente, accorgendosene solo nel momento in cui sul mio volto apparve un leggero sorriso.

Io: affatto.

Non sapevo il perché, ma la gente che spacciava mi attirava molto: avevano sempre storie interessanti da raccontare, il che non li rendeva mai noiosi. Probabilmente questa mia credenza era causata dalla vita di mio fratello, che spesso quest'ultimo mi raccontava come se essa fosse una favola.
Ashtray, quindi, mi dava l'impressione di essere diventato un tipo interessante, il che mi intrigava.
I miei pensieri però vennero interrotti dalla porta principale del negozio che si aprì, attirando la nostra attenzione

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Spazio autrice
Heyyy
Questo è il primo capitolo della storia, spero vi sia piaciuto<3

𝒩𝑜𝓃 𝓈𝑜𝓃𝑜 𝒸𝑜𝓈ì 𝓂𝒶𝓁𝑒 - Ashtray x readerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora