Capitolo 11

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Passarono due giorni da quell'episodio, ma ancora non mi sentivo bene. Durante il giorno stavo in camera, da sola, e ne uscivo per lavorare o per consumare i pasti.
Le notti erano il momento più brutto: sognavo quelle mani che mi afferravano e mi stringevano, quei corpi che mi si strusciavano e tutte le volte finivo in lacrime e sudore.

Quel pomeriggio i ragazzi erano sul set per girare la loro parte del video e Niki mi raggiunse in camera.
«Che succede? Sei strana da giorni» mi chiese senza mezzi termini.

«Sono solo agitata per le riprese» risposi, cercando di sviare l'argomento.

«Non sono scema. Ho visto come due giorni fa Mikel e Jay sono corsi al bar. Che è successo?»

«Io...» cercai di resistere ancora ma l'espressione sospettosa di Niki mi fece desistere. «...sono stata infastidita da alcuni ragazzi»

Lei strabuzzò gli occhi. «Qui? In albergo?»

Annuii con un cenno della testa.

«Jay e Mikel quindi sono venuti in tuo aiuto?»

Annuii di nuovo.

«Ora capisco. Il fascino italiano...» e mi rivolse uno sguardo strabico, letteralmente. I suoi occhi guardavano il naso ed era così buffa che non riuscii a trattenermi nemmeno io ritrovando per un momento la serenità.

«Ecco questa è la Anne voglio. Qui urge terapia d'urto. Ora scendiamo giù, andiamo al bar e cerchiamo di superare questo fatto».

«Questo dicono i tuoi libri di psicologia?»

Niki infatti era al secondo anno di quella facoltà e quindi poteva benissimo aver seguito una lezione sulle violenze e sui traumi che queste lasciano alle vittime. Decisi di darle retta e, prendendo la sua mano, scendemmo al bar.

La terapia d'urto sembrò dare il suo effetto poiché Richie ci trovò lì sedute dopo due ore.

Il suo viso era pallido e i capelli tirati indietro da una fascia sportiva. «Eccovi! Vi ho cercato dappertutto».

«Che succede?» chiesi subito, preoccupata.

«Jay ha indetto un torneo di calcio. Ho bisogno di voi. Ne va della mia reputazione».

«A Jay piace il calcio?» chiese sorpresa Niki.

«Yes. Partecipate?» chiese con un'espressione da cucciolo adorante.

La rossa posò la tazzina di caffè sul bancone e, nel farlo, mi sussurrò: «Ti potrebbe far bene».

Decisi di fidarmi, anche se la voglia di divertirmi era pari a zero. «Va bene, partecipiamo».

«Come come? Hai detto partecipiamo? Bastavi solo tu eh!» si lamentò subito.

«Niki...ho un messaggio per te» disse il biondino, grattandosi la testa un pò imbarazzato. «Se non vieni Jay ha minacciato di far svuotare la piscina».

Lei assottigliò gli occhi. «Non può».

Lui alzò le spalle. «E ha parlato di una certa Lisa».

«La ragazza della reception» le mormorai, strizzandole l'occhio. «Ti tocca giocare».

«Come sono le squadre?»

«Chris, Anne ed io. Jay, tu e Mikel».

«Molto bene. Qui ci sarà un omicidio» minacciò lei, muovendosi verso l'uscita del bar con piede di guerra.

Scoprimmo che Izzy avrebbe fatto da arbitro «Bene. Allora la posta in gioco sarà...»

«C'è anche una posta?» chiesi stupita.

«Ovvio, noi giochiamo duro. Se la squadra di Chris dovesse perdere, lui ed Anne dormiranno assieme per una notte».

«Scusate?!» chiese scioccata la ragazza. «E chi lo ha deciso?»

«Jay» mi sussurrò Chris, scuotendo la testa. «E lui dovrebbe essere il più maturo tra di noi!»

«E tu...hai accettato?» chiesi, guardandolo dritto negli occhi e successe. I nostri occhi si incatenarono e così rimasero per alcuni secondi, come se ci fossimo solo noi.

«Sì, ho accettato».

La gola si chiuse e strabuzzai gli occhi. Sentii le guance tingersi di rosso e, improvvisamente, una vampata di calore mi percorse la schiena. «Ehm...se dovessimo vincere noi invece?»

«Non succederà. Siamo imbattibili» disse con orgoglio Mikel.

«Deciderò io dunque» replicai. «Jay dovrà baciare Niki».

«Ci stiamo» accettò Jay. «Tanto non succederà mai».

«Non contare vittoria, bello mio» dissi prima di correre al campo.

Chris e Jay si contesero il primo calcio. Lanciarono la monetina e la palla spettò a noi. Izzy fischiò e la partita poté iniziare. Chris e Richie si mossero, padroni del pallone, verso la porta avversaria dove Mikel faceva da portiere ed io li seguii. Jay mi teneva d'occhio e, quando mi passarono la palla, mi si parò praticamente davanti. Feci una finta e lo superai, ma non potei ritenermi salva poiché, dopo pochi minuti, mi sentii afferrare per la vita e sollevare in aria.

«Non è giusto così!» mi lamentai, cercando di liberarmi. «Izzy ma che razza di arbitro sei! Non hai visto?»

«Ehm no, stavo bevendo del succo d'arancia».

«Non ho parole» disse lei seria.

"Qui grida vendetta" pensai, osservando bene le mosse di Jay per preparandomi. Fu così che non appena lo vidi tirare in porta mi avvicinai silenziosa e gli feci lo sgambetto. Quello cadde rovinosamente a terra.

Incredibilmente riuscimmo a vincere e così Jay dovette pagare pegno. Si avvicinò a Niki e, preso il suo volto tra le mani, le depose un lieve bacio sulle labbra.

In quel momento sentii Chris avvicinarsi. «Possiamo parlare?»

«Io...non vedo di cosa».

«Ho notato che c'è qualcosa che ti preoccupa».

«No...ti sbagli».

«Allora non ti dispiacerà guardare un film insieme. In camera mia».

Deglutii a vuoto per qualche minuto, indecisa se seguire il cuore o la testa.

Angolo autrice
In super ritardo, lo so. Cosa ne pensate di questo capitolo? Cosa sceglierà la nostra Anne? Attendo le vostre supposizioni 😊

BABY I LIKEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora