Capitolo 6

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«Magari ci aspetta più avanti» disse Niki avviandosi verso le grandi porte scorrevoli.

Il sole cocente mi prese in pieno tanto che dovetti proteggere gli occhi con la mano e fu proprio in quel momento che sentii un braccio circondarmi la vita. 

"Ma che..." pensai scocciata e, alzando il viso, incrociai un paio di occhiali da sole e un grande cappello. Ci misi un momento per capire di chi si trattasse, quel tanto che bastò per fissarlo stranita e che permise a lui di abbassarsi verso di me per posare le sue labbra sulle mie. Un veloce e innocente bacio che mi immobilizzò sul posto.

«Ben arrivata» mi sussurrò.

Sentivo il viso andare a fuoco ed ero certa di essere diventata completamente viola.
A salvarmi dall'imbarazzo ci pensò Niki che si avvicinò tendendogli la mano.
«Ciao Chris, io sono Niki».

«Piacere. Com'è andato il volo?» 

«Bene, grazie. Che si fa ora?»

«Niki! Che maniere!» la rimproverai facendo ridere entrambi.

«Direi di presentarvi agli altri» e mi afferrò la mano, come quel giorno sotto il sole cocente d'Irlanda per non perdermi in mezzo alla folla. Il cuore sembrava volermi letteralmente uscire e la bocca si seccò improvvisamente.

Ci fece strada verso l'angolo più lontano ed in ombra dell'edificio dove tre individui, con occhiali da sole e cappelli calati fin sulla fronte, sembravano attendere qualcuno.

«Sono loro?» gli chiesi, indicandoli.

Non ci fu tempo di risposta che li raggiungemmo e Chris fece le presentazioni. «Ragazzi, loro sono Anne e Niki».

Il ragazzo dal cappellino nero ed occhiali grigi si staccò dalla colonna e ci tese la mano. «Piacere ragazze. Io sono Mikel».

«Richie» disse il secondo, togliendosi il berretto rosso come un gentiluomo di altri tempi e rivelando una chioma bionda spruzzata di nero.

Infine si avvicinò cappellino viola e occhiali neri. «Io sono Izzy».

"Ne manca uno" pensai. "Dove sarà Jay?"

Niki interruppe i mieipensieri con la schiettezza che la contraddistingueva ovunque. «Chris, scusa se prendo l'iniziativa ma dove alloggeremo? Siamo un pò stanche».

«Andiamo in albergo allora».

Salimmo in un pulmino totalmente nero, perfino i vetri erano oscurati, e ci immettemmo nel traffico di Berlino diretti verso l'ignoto hotel. 

«E' la prima volta che venite in Germania?» chiese Mikel, togliendosi iltravestimento.

Lui, Richie ed Izzy si erano accomodati sulle file davanti lasciando dietro me, Niki e Chris. Io ero letteralmente spalla contro spalla con Chris e sentivo il respiro farsi più affannoso.

"Calmati" mi dissi.

Lo sguardo mi cadde sulle sue grandi mani, poste sulle ginocchia, mentre lui osservava Berlino che sfrecciava dal finestrino. Non prestava attenzione alla conversazione ma, nonostante ciò, sentii l'uso della parola venir meno e annuii con un cenno della testa alla domanda di Mikel. 

«Sembrate così giovani. Quanti anni avete?» chiese Izzy curioso.

«Vent'anni» rispose Niki.

«Siete irlandesi, se non ricordo male».

«Si. Voi siete originari di qui?» chiese Niki.

«Chris e Mikel sono nati qui a Berlino» ci spiegò Izzy. «Io e Richie siamo americani. Io vengo direttamente dalla soleggiata California».

Niki scoppiò in un applauso entusiasta: «Wow la California!»

«E abbiamo delle spiagge magnifiche» le disse, strizzandole l'occhio.

Potei quasi sentire le sue celluline grigie mettersi in moto alla rivelazione del ragazzo dai capelli viola, infatti sospirò subito: «Da quanto tempo che non nuoto!»

«C'è la piscina in albergo. Ci potremmo andare assieme un giorno di questi» si propose lui.

«Certo, non vedo l'ora!»

Il tragitto dall'aeroporto all'albergo fu breve e, una volta arrivati, entrammo nella hall ventilata. Era molto curata con grandi piante agli angoli, un tappeto prezioso ed elaborato che ci accolse direttamente all'ingresso le cui dimensioni erano tali che ci accompagnò fino al bancone della reception, alla sinistra degli ascensori. 

La receptionist lanciò un grido e subito fece il giro della scrivania per abbracciare i ragazzi uno ad uno. «Ragazzi! Io...oddio che emozione!»

Chris le si avvicinò e lesse il nome sulla targhetta appesa al petto. «Lisa. E' sempre bello incontrare delle fan. Possiamo chiederti le chiavi delle nostre camere, per favore?»

Notai come i suoi occhi si fossero illuminati a quella domanda posta con gentilezza.

«Alloggiate qui dunque? Non lo sapevo» ammise spaesata ma fu un attimo. Tornò al computer e consegnò le chiavi ad ognuno.

«Un momento...» rifletté osservando i ragazzi e poi il monitor. « manca Jay».

«Eccomi» disse una voce alle nostre spalle.

Sentii il respiro di Niki interrompersi e mi voltai a guardarla preoccupata. I suoi occhi erano spalancati e lucidi e un rossore le impermeava le guance.

"Mi sa che qualcuno ha trovato pane per i suoi denti" pensai. 

Veloce come l'emozione l'aveva colta, Niki si rivolse a Chris. «E le nostre camere?»


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