22.

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"JISUNG! SVEGLIA!"

E come sempre era in ritardo. Si alzò dal letto ancora assonnato e si preparò velocemente. Salutò sua madre e corse verso scuola. Appena arrivò vide Minho impegnato con il suo telefono. Gli andò vicino senza farsi sentire finché Minho alzò la testa e lo vide con le guance gonfie.

"Oh volevo farti spaventare"

"Cosi? Sembri uno scoiattolo fammi il piacere"

"HEY! E tu sembri un...un...UNA CIABATTA"

Minho rise poi prese Jisung per mano, quella mano che era sempre coperta dalla camicia troppo lunga alle maniche e lo portò in classe.

"Non ti do il permesso di rapirmi"

"E chi ha detto che io voglia rapirti?"

"E allora cosa stai facendo?"

"Ti porto in classe dato che siamo in ritardo."

"Oh...perché mi tieni per mano allora?"

Minho non sapeva cosa rispondere si limitò solo a guardarlo. Suonò la campanella e non rispose, trascino poi Jisung in classe.

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Finita la lezione, li aspettava un'ora di supplenza dato che la loro professoressa di matematica non c'era. E in questa ora, dovevano continuare il loro tema.

~~~

"Che cos'è l'amore?"

"Non ci arriveremo mai di questo passo."

"Yah! Aiutami"

"Te l'ho detto."

"Non posso scrivere il profumo di una persona"

"Non so come aiutarti"

"Minho dai!"

"Tu!"

"Cosa?"

Minho sbuffò ed uscì dall'aula lasciando da solo Jisung che rassegnato continuò a scrivere per conto suo...

Cosa mai poteva essere l'amore? Poteva paragonarlo a quello che aveva provato per Felix o per San? Tutti e due avevano fatto la stessa cosa ma si era lo stesso innamorato di loro quindi...perché non riusciva a capire cos'era per lui effettivamente l'amore?

"L'amore è...condividere le patatine?"

No.

"L'amore è...un sentimento giusto?"

"Ahh Jisung sei proprio stupido...cos'è l'amore?"

Cosa provava lui esattamente verso Felix o verso San? E se loro non avessero esattamente rappresentato l'amore per lui? Si dice che ci si può innamorare solo tre volte. Ma chi sarebbe stata la terza volta? Non ci capiva più niente. Decise di andarsene anche lui e tornò in classe ma Minho non c'era. L'aveva forse frainteso prima?

Si andò a sedere sperando arrivasse ma quel giorno non lo vide più. Ci rimase un po' male. Poi Minho non andò a scuola nemmeno il giorno dopo e nemmeno quelle dopo ancora. Mancò quasi una settimana e Jisung iniziava a preoccuparsi, non rispondeva nemmeno ai suoi messaggi. Poi un giorno vide Changbin e per la prima volta volle parlargli.

"C-Changbin"

Il ragazzo distolse lo sguardo dal suo telefono e lo mise in tasca.

"Si Jisung?"

"Per caso...p-potresti dirmi dove abita Minho?"

"Come mai?"

"E-Ecco...non viene da una settimana e non mi risponde al telefono, sono p-preoccupato"

Changbin sorrise a Jisung.

"Certo. L'indirizzo della casa dei suoi genitori è questo" disse porgendogli un bigliettino con scritto il suo indirizzo. Poi Changbin se ne andò facendo l'occhiolino a Jisung che se ne stava lì impalato incapace di muoversi, continuando a fissare quel bigliettino sorridendo. Dopo la scuola, invece di tornanre a casa andò da Minho. Deciso andò verso casa sua e quando fu difronte l'abitazione era indeciso se suonare o meno. La casa dove era stato in precedenza apparteneva solo a lui ma qui ci sarebbero stati anche i suoi genitori. Prese coraggio e citofonò.

"Chi è?" Disse la voce di una donna

"S-Sono un amico di Minho...è in casa?"

"Ohh si entra pure caro"

Appena il cancello fu aperto, si incamminò verso la porta d'ingresso e appena entrò vide una donna molto giovane che gli sorrideva.

"Minho è in camera sua. Ultima porta a destra"

"G-Grazie" andò verso camera sua e bussò prima di entrare

"Avanti". Quando sentì la sua voce fu sollevato di sapere che stava bene. Entrò e quando lo vide rimase lì immobile a fissarlo.

"J-Jisung? Cosa ci fai qui?"

"I-Io..."

...

Rewrite The Love With Me//MinsungDove le storie prendono vita. Scoprilo ora