16.

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Il suo tocco era gelido, la mano gli tremava e a stento respirava. Quell'episodio si ripeteva nella sua testa come un loop eterno, un incubo che lo rincorreva. Era bloccato tra l'oscurità e la luce...
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"Jisung? Stai bene?"

Non rispose. Come c'era finito lì?
Sentiva freddo anche se c'era il sole,
tremava anche se faceva caldo
non riusciva a respirare anche se  di ossigeno ce n'era in abbondanza.
Chiuse gli occhi anche se non era ora di dormire,
non parlava neanche se gli chiedevano cosa volesse per pranzo.
Non voleva parlare ma non voleva nemmeno tacere.
Non voleva ricordarsi quello che da solo aveva passato e superato.
Le mani di quell'idiota.
Il suo tocco era gelido sul suo corpo, brividi lungo la schiena. Tremava, non parlava era immobile. Avrebbe fatto invidia ad un sasso. Eppure non la smetteva di pensare che quello era stato uno stupido errore.
Pensava solo a quello.
Quel giorno faceva freddo e lui era a casa di San per ripararsi dalla pioggia. Errore. E che errore. Le sue mani, la sua pelle, il freddo, il suo tocco che dava paura. Il suo sguardo prepotente. La paura, l'ansia, il terrore, il disgusto. Tutti faceva parte di quell episodio, rabbia, tristezza, dolore. Non riuscì a controllarlo. Non riuscì a controllare quel piacere gli lo invadeva ma sapeva che non era quello che voleva. Era tutto architettato da quella mente diabolica e malvagia. Solo uno stupido manipolatore, un doppiogiochista. Aveva una doppia faccia, cosa che capì molto dopo. Cavolo se si era pentito. Si era innamorato della persona sbagliata. Quella sera, quelle emozioni, quel tocco, quella sensazione, non ci voleva più cascare. Non voleva essere di nuovo una pedina. Ma a quanto pare...tutto si stava ripetendo come un loop eterno...

...

Rewrite The Love With Me//MinsungDove le storie prendono vita. Scoprilo ora