Noah
L'avevo portata a fare una passeggiata in riva al lago. C'era il vento pungente che passava attraverso i vestiti e si infilava nei punti più improbabili, facendoci rabbrividire. Era pieno inverno d'altronde, ma in quei posti non aveva mai gelato così tanto.
Pensare che avevano previsto pure la neve, però non la si vedeva da anni. Era così ogni stagione invernale: la neve era prevista sotto le feste di Natale oppure nel mese di gennaio, ma poi il cielo era sempre sereno. Non avevo più visto un fiocco di neve da quando mia madre era morta. E un po' mi dispiaceva: era come se con lei se ne fossero andati anche i fiocchi di neve. Quindi con il passare degli anni, crescendo, avevo smesso di sperare nella neve.
Però con Arya al mio fianco tutto era possibile.
In quel momento stavo tenendo per mano la mia amata Principessa e la osservavo mentre cercava di scegliere il gusto del gelato che avrebbe mangiato. Era così concentrata che in quel momento me la immaginai con la stessa espressione nello scrivere i suoi testi, le sue poesie, i suoi racconti che mi avevano colpito.
La porta che sbatté alle mie spalle mi riportò violentemente alla realtà e Arya prese paura. Si girò di scatto verso di me, stringendo la mia mano molto forte. La attirai a me e le diedi un bacio sopra la fronte. «Non avere paura, è solo la porta che ha sbattuto per il vento» la rassicurai e lei allentò un po' la presa.
Tornò a guardare la vetrina piena di gelati e la sua espressione pensierosa non mutò per niente: era la solita Arya che tentava invano di scegliere un gusto di gelato.
Cercai di capire su quale gusto si soffermava maggiormente il suo sguardo e poi decisi io per lei dicendo «Un cono alla stracciatella», altrimenti saremmo stati lì per anni o secoli addirittura. «E per me invece uno all'amarena.»
Arya mi guardò e sorrise sotto i baffi, sapendo che avevo fatto un gesto carino. Dopo aver pagato, uscimmo e tenni incollata la mano a quella di Arya. Camminammo un po' in riva al lago, come una coppia che stava insieme da anni.
Il rapporto tra me e Arya non aveva ancora assunto un significato preciso. Lei era un tipetto particolare. Si capiva lontano un miglio che odiasse qualsiasi persona del sesso opposto, come se tutti gli uomini fossero uguali. Non aveva ancora capito la diversità che era presente nel mondo: ogni essere umano era differente, soprattutto nel carattere. Se un uomo ti aveva spezzato il cuore, non voleva dire che il prossimo che avresti incontrato sti avrebbe fatto lo stesso. Era proprio questo che cercavo di dimostrarle quando passavo del tempo con lei.
«Non ho intenzione di condividere il mio gelato con te» precisò, come se il gelato fosse una cosa sacra per lei.
«Fa lo stesso» risposi, alzando le spalle. «C'è una cosa che desidero di più da quando sono venuto a prenderti a casa tua.»
«Cioè?» chiese curiosa.
Le feci fare una giravolta e poi la presi per la vita. La attirai a me e il suo corpo si scontrò contro il mio.
Chiudemmo gli occhi all'unisono. I nostri respiri diventarono pesanti. I cuori, invece, andarono sulla stessa frequenza cardiaca.
«Indovina» sussurrai.
Non le lasciai nemmeno il tempo di rispondere, perché posai le labbra sulle sue. Ci fu un'esplosione di colori, odori e sapori. Il mondo si fermò come nei film.
Il vento scompigliava i suoi capelli e glieli raccolsi nella mano libera dal gelato. Il suo profumo di vaniglia mi entrò in circolo ed era più forte del solito, perché lo aveva messo poco prima.
Le sue labbra sapevano di miele. Non andavo matto per quel gusto, ma con lei avrei potuto andarne in overdose in qualsiasi momento.
All'improvviso qualcosa di freddo mi cadde sul naso. Mi staccai da lei e quando ci guardammo intorno capimmo che aveva iniziato a nevicare.
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Due millimetri dal cuore
Lãng mạn• COMPLETA • ⚠️ RIPUBBLICAZIONE: questa storia era Whisky e Coca Cola in precedenza ⚠️ «Papà, mi racconti una favola?» «C'era una volta una principessa che viveva nel suo castello, perché aveva paura del mondo...» Due anime in armonia come una melod...