Capitolo 26 (parte uno)

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Arya

Erano arrivate le vacanze natalizie e con loro i miei timori di non vederlo per giorni. E purtroppo le mie paure sembravano prendere forma: era passato anche Natale e di lui nessuna notizia.

Nessuna improvvisata sotto casa. E soprattutto nessuna uscita.

Ormai mi ero arresa. L'avrei rivisto solo dopo quel periodo di vacanza per entrambi. Per fortuna avevo il lavoro che mi impegnava e così avevo a disposizione meno tempo per sentire la sua mancanza.

E così arrivò anche l'ultimo giorno di dicembre. Era pomeriggio, quando iniziai a prepararmi per andare al lavoro. Dovevo andarci molto presto, visto che era l'ultimo dell'anno e quella sera ci sarebbero state tantissime persone a festeggiare.

Avevo invitato Simon e Cassie, che a sua volta aveva invitato anche Emily, la sua fidanzata. Quindi l'ultimo dell'anno almeno l'avrei passato in compagnia dei miei migliori amici e fu l'unico pensiero bello che mi fece alzare dal letto quel giorno.

Misi la divisa e prima di andare di sotto, mi soffermai a guardare il bigliettino di Noah.

Te lo potrei concedere un bacio... Se solo venissi a prendermi, pensai.

Trovai mia sorella che mi aspettava insieme a mia madre. Agatha, da quando era tornata a casa dopo quella brutta esperienza, aveva fatto un cambiamento spettacolare. Ci aiutava molto di più in casa, non usciva più spesso la sera, come faceva sempre prima, e soprattutto stava costruendo un bellissimo rapporto con noi della famiglia. Ovviamente era riuscita a raggiungere quell'obiettivo anche grazie a me, ma le dissi che era solo merito suo.

Ero così orgogliosa di lei.

Era pure migliorata in cucina: ora i dolci almeno erano commestibili. Non erano bellissimi, spesso assomigliavano a delle cacche di mucca, ma l'importante era il gusto, come diceva lei.

«Lavori anche oggi?» mi chiese. Annuii. «E dopo Cassie e gli altri dormono qui da noi?» domandò mia madre, voltandosi verso di me.

«Sì.»

Stavo per aprire la porta quando Agatha mi chiamò, venendo verso di me. «Salutami Noah.»

Perché avrei dovuto salutarlo, se sicuramente non l'avrei visto?

*

Io e Bella preparammo tutto per la serata e ci riposammo pochi minuti prima di aprire il locale.

Bella mi portò una Coca Cola e si sedette al mio fianco con il suo bicchiere. «Vengono anche i tuoi amici questa sera?»

Anche? «Sì. Chi altro dovrebbe venire?» chiesi.

Il mio cuore iniziò a battere più forte. Stavo sperando con tutte le mie forze che venisse anche Noah, perché dove c'era Mason c'era anche lui.

«Mason, ovviamente, e pensa che verrà pure Noah, è stato lui a voler venire qui a tutti i costi.» Sorrisi, ma nascosi il mio sorriso spontaneo bevendo un sorso di Coca Cola. «Secondo me quel ragazzo non me la racconta giusta, ma neanche Mason in realtà. Ho dei sospetti e oggi è l'occasione perfetta per vedere se sono veri.»

«Quali sospetti?» tentai di scoprire.

«Ha una fidanzata segreta o comunque si vede con una ragazza» affermò, portandosi le mani sulla bocca per pensare. Mi andò di traverso la Coca Cola, come quella volta con il pollo quando avevo conosciuto il padre di Noah. «Tutto a posto?» mi chiese, preoccupandosi.

Annuii, respirando profondamente. «Ora sì, mi era solo andata di traverso la Coca Cola.»

*

Era arrivato il momento del conto alla rovescia. Tutti avevamo un calice di spumante, che avevo distribuito poco prima con Bella, ma io non l'avrei bevuto.

Nel locale c'era uno schermo enorme dove erano proiettati i minuti e i secondi che mancavano al nuovo anno. Simon, Cassie ed Emily erano al mio fianco e poi si aggiunse anche Noah dall'altro lato insieme a Bella e Mason.

Lo avevo riconosciuto appena aveva varcato la porta. Ma lui sembrava strano, freddo nei miei confronti. Non mi aveva nemmeno rivolto uno sguardo e sembrava che cercasse di stare il più lontano possibile da me.

Tutte le coppie erano pronte per baciarsi allo scoccare della mezzanotte e io, forse, ero l'unica nell'imbarazzo più totale. Non ero fidanzata con Noah, ma avrei voluto baciarlo un secondo prima della mezzanotte per iniziare insieme l'anno nuovo.

Era un desiderio profondo, ma irrealizzabile e stupido.

«Cinque... Quattro» iniziarono in coro i partecipanti.

«Tre!»

Fu allora che Noah si avvicinò a me e mi sfiorò le dita della mano.

«Due!»

Alzai lo sguardo e mi persi nei suoi occhi color ceruleo.

La mia anima stava volando per incontrare la sua.

I nostri corpi erano sulla terraferma, ma le nostre anime stavano per fare tutto ciò che desideravamo nel profondo in un nostro universo parallelo.

In quel momento mi resi conto che con la sua presenza riuscivo addirittura a respirare meglio.

Lui era il mio ossigeno.

La mia àncora di salvezza in quel mondo malvagio.

«Uno!» urlarono tutti insieme.

Tutti i fidanzati presenti si baciarono. Gli altri saltarono per la gioia con il bicchiere in mano. Alcuni abbracciarono i loro amici.

Io e Noah rimanemmo in mezzo alla sala, immobili, a guardarci di nascosto con uno sguardo che diceva tutto senza usare parole.

Il tempo sembrava fermarsi, ma continuava anche ad andare avanti. Eravamo come in una bolla temporale: tutto intorno si muoveva e solo noi eravamo quelli fermi in quel locale.

Mi prese il mignolo con il suo senza farsi notare da nessuno.

Sembrava una promessa futura.

Un brivido mi percorse la schiena.

Due millimetri dal cuoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora