Arya
«Hai fatto matematica per domani?» chiese Cassie al telefono.
«Certo, te la mando fra cinque minuti.»
«Grazie, sei fantastica» mi elogiò.
«Lo so!» esclamai. «Sei da Emily?»
«Già. Che ne dici se ce ne andiamo al bar tutte e tre insieme?» propose.
«Quello dove lavora Arya, perché fanno dei caffè buonissimi» disse Emily in sottofondo.
«Per me non c'è nessun problema, così posso anche mettermi d'accordo con Bella per i prossimi turni. Credo che inizierò a lavorare tutti i giorni» dichiarai.
«Mi devi dire qualcosa per caso?» iniziò a farmi l'interrogatorio Cassie.
«Non credo» dichiarai.
«Arya, lo sappiamo entrambe che quando hai qualcosa che ti tormenta inizi a fare mille cose pur di tenere la mente occupata per non pensarci. Poi finisci per dormire tre ore a notte, lavorare per più di quattordici ore e per le restanti ti metti a scrivere.»
«Non è affatto vero» risposi, facendo il broncio.
«Fammi indovinare: hai appena messo il broncio, stai corrugando la fronte», smisi di farlo, «e hai anche incrociato le braccia perché ti sei innervosita.»
«Ti sbagli anche questa volta» affermai.
«Io non credo proprio. Ma vedremo dopo chi ha ragione. Ti passiamo noi a prendere fra venti minuti.»
«D'accordo, a dopo.»
Cercai qualcosa di decente da mettere, ma il mio armadio non offriva molte scelte. Effettivamente non c'era nulla di elegante da indossare, avevo sempre le mie felpe da lavoro e quelle più carine che indossavo per andare a scuola o quando dovevo uscire di casa.
Presi un paio di jeans a vita alta e mi assicurai che fossero quelli neri, perché erano meno aderenti sui glutei. Mi cambiai e mi tolsi sia la maglietta dalle maniche corte sia il felpone che avevo usato quel pomeriggio per fare la guida con Noah. Rimasi in reggiseno e tornai all'armadio. Vidi una camicia bianca nascosta in fondo e mi alzai leggermente sulle punte per prenderla. Era un po' spiegazzata, ma dava un tocco sbarazzino all'outfit. Decisi di mettere quella.
Mi spostai davanti allo specchio e iniziai ad abbottonarla con molta attenzione.
Odiavo le camicie perché non ero mai in grado di mettere i bottoni nel buco giusto. Li trovavo sempre sopra o sotto rispetto al punto dove dovevano essere. Quindi mi toccava rifare tutto il procedimento da capo come minimo tre volte. Quella volta ci riuscii al primo tentativo e mi appuntai nella mente che sarebbe stato un giorno da segnare sul calendario.
Lasciai volutamente i due bottoni più bassi non allacciati e ci feci un fiocco delicato per mettere in risalto il punto vita. Presi anche una giacca enorme di jeans che si abbinava benissimo agli altri colori dell'outfit e misi nelle tasche le poche cose che mi servivano per quella serata.
Nel frattempo cercai sulla scrivania il mio minuscolo astuccio dove tenevo i pochi trucchi che avevo: un mascara per allungare le ciglia e un altro per farle diventare più voluminose e un semplice burrocacao alla vaniglia. Presi il primo mascara e lo applicai sulle punte un paio di volte nell'occhio destro. Feci la stessa cosa anche con l'altro occhio e poi misi anche l'ultimo mascara.
Non mi piaceva truccarmi tanto, ma quando mi ricordavo di avere quei prodotti li usavo per mettere in risalto il colore particolare dei miei occhi.
Aprii il burrocacao e lo passai sulle labbra nella speranza che smettessero di screpolarsi. Erano costantemente con mille taglietti a causa del freddo. Ormai ci ero abituata, ma mi davano comunque fastidio.
STAI LEGGENDO
Due millimetri dal cuore
Romance• COMPLETA • ⚠️ RIPUBBLICAZIONE: questa storia era Whisky e Coca Cola in precedenza ⚠️ «Papà, mi racconti una favola?» «C'era una volta una principessa che viveva nel suo castello, perché aveva paura del mondo...» Due anime in armonia come una melod...