Capitolo 11- Il sarcofago di Senfu:

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Cercando di non farsi riconoscere indossando un cappello tra la folla, Marc decise di andare verso il sud della città, dove dicesse avesse qualche contatto al mercato nero.

-Oh con quel cappello non ti riconosceranno di sicuro.- commentò Peggy, trattenendo una risata.- Dove stiamo andando?-

-Più a sud possibile, i Medjay che intendeva Hathor...-

-...E' il nome che usavano gli egizi per indicare gli abitanti del Sudan settentrionale Smettila di comportarti come se fossi l'unico intelligente, qui.- lo interruppe lei, vantandosi un po'.

Marc alzò le sopracciglia sorpreso, mentre si avviava verso un mendicante.- Scusa.-

Ma prima che potesse dirgli qualcosa, sentì una voce dietro alle sue spalle.

-Wow, con quel cappello non ti riconosceranno sicuramente.- replicò Layla.

Peggy ridacchiò e Marc fece subito uno sguardo preoccupato.- Che ci fai qui?!-

-Posso darti una mano, conosco qualcuno diretto con il mercato nero se cerchi qualcosa su Medjay.- rispose lei.- So cavarmela da sola, fratellone. Solo perché al Cairo non piaccio a qualcuno?-

Marc sollevò lo sguardo verso Khonshu che stava appollaiato a fissarli.- Non sono loro che mi preoccupano...-

Layla osservò che Peggy fosse ancora con lui.- Ah, quindi siete veramente amici?-

-Sì.-

-No.-

Risposero all'unisono prima Marc e poi Peggy.

Quest'ultima arrossì.- Abbiamo stretto un accordo: io aiuto lui e lui aiuterà me con un'altra faccenda.-

-Beh, ti farà bene avere degli amici. Venite con me.-

***

Quando si fece sera, Marc, Layla e Peggy saltarono a bordo di un piccolo traghetto che gli avrebbe portati su una piccola isola privata a sud del Cairo.

Mentre Layla spiegava al guidatore dove volessero andare, Peggy si sedette curiosa davanti a Marc.

-Allora... Questa cosa delle prostitute...C'è un motivo dietro?- gli chiese divertita.

Marc sorrise appena, alzando le spalle.- Sono un uomo, ho degli istinti e semplicemente non ho mai voluto una storia seria.-

Peggy si morse il labbro, ricordandosi di come si fosse comportato durante la riunione con gli Dei.- E quindi non centra niente il fatto che sei malato?-

Il sorriso sulla sua bocca scomparve e per un attimo i due si guardarono silenziosi negli occhi.

-Non si trova dietro l'angolo una ragazza che ti accetta per come sei. Come credi che io potrò mai avere una vita sentimentale?-

Peggy abbassò lo sguardo.- Perché non me lo hai detto subito?-

-Tu sei la figlia di un Avengers, sei praticamente perfetta: non mi aspettavo che mi avresti capito.- rispose Marc, posando lo sguardo sulle loro mani vicine.

Peggy scosse la testa ridacchiando leggermente.- Io? Perfetta? Ho fatto cose che nemmeno ti immagini, Marc. Se vedessi la vera me, probabilmente scapperesti come sono scappati tutti gli altri.- spiegò in un sussurro, voltando lo sguardo perché non voleva vedere la sua reazione.- Perciò fai bene: è meglio non legarsi a nessuno se poi scoprono la parte più oscura di te e ti rinnegano.-

-Per questo usi la gemma?-

Peggy la sfiorò con le dita sopra la maglietta.- Penso di si. La uso principalmente per dimenticare, credo.- continuò, riflettendo solo allora davvero sul suo utilizzo.- E' una finta, una bugia per coprire la verità.-

The Knight who served the Princess. (Moon Knight Fanficion)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora