Epilogo.

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Il jet privato per New York partì direttamente dall'aeroporto di Londra e Marc si meravigliò nel vedere che fosse molto lussuoso e aveva perfino un maggiordomo.

Il vecchio signore si presentò con un vassoio che aveva due bicchieri di champagne, quando mancavano pochi minuti all'atterraggio. -Ecco a lei, signorina Rogers.-

Peggy ne passò uno a Marc.

-Quindi sei sempre stata ricca?- le domandò con sorpresa.

-Più o meno, tutto questo era di un certo Helmut Zemo. Era un barone della Sokovia prima che i miei parenti la facessero saltare in aria.- spiegò Peggy sorseggiando.

-E loro dove sono adesso?-

Peggy si fermò dal bere e guardò fisso verso il vuoto.- Non lo so e non mi importa: mi hanno voltato tutti le spalle, quindi adesso sto bene da sola.- rispose stringendo i denti.

Verso sera, Peggy portò Marc in un palazzo tutto scuro, privo di luci e sembrava anche mezzo demolito.

La ragazza si tolse la giacca e la lanciò da una parte.- Benvenuto nel mio covo temporaneo. Ti faccio conoscere gli altri.- gli disse, facendogli cenno di seguirla.

Marc si guardò intorno, curiosando fuori dalle grosse finestre a vetro e vide un'insegna rotta e senza luce sull'attico, una grossa A.

Fu allora che riconobbe dove si trovassero.- Ma questa è...-

Peggy percepì che lui ormai avesse intuito.- La Stark Tower, sì, ha perso un po' del suo charme andando avanti nel tempo.- commentò Peggy, proseguendo nel soggiorno, dove tutte le luci erano soffuse.

Sul divano, con le gambe incrociate e gli occhi chiusi a meditare, c'era un uomo vestito di una tunica blu e con delle ciocche di capelli bianchi ai lati della capigliatura.

-Lui è Stephen Strange.- mormorò a Marc.- Non dobbiamo disturbarlo quando fa così, è concentrato. E' un tipo abbastanza tranquillo se non lo si fa incazzare.- spiegò Peggy. – Ma mi raccomando, non guardarlo mai nel terzo occhio.-

Steven sgranò gli occhi quando parlò del terzo occhio e decise di aumentare il passo per allontanarsi da quel tipo.- O-Okay...-

Proseguirono in cucina, dove una ragazza albina, riccia e vestita di una tuta mimetica, stava frugando nel frigorifero.

-Lei è Karli.-

La ragazza la guardò male.- E' finita la cioccolata.- borbottò.

-Abbiamo avuto qualche screzio tempo fa, ma lei mi ha perdonata.- raccontò Peggy.

-Qualche screzio? Mi hai uccisa.-

Peggy ridacchiò arricciando il naso.- Non eravamo noi due, lo sai, adesso siamo quasi amiche.-

Di tutta risposta, Karli le fece il dito medio e riprese a mettere la testa dentro il frigo.

-Ho detto quasi.- sussurrò a Marc, alzando le spalle.

Successivamente, percorsero delle scale che portarono ad altre stanze sotterranee, dove era ancora più buio.

-E'-E' un po' inquietante questo posto.- balbettò Steven.

-Sì, mi dispiace, ma gli ultimi due componenti della squadra preferiscono stare da soli e isolati dal resto della gente.- rispose Peggy.- Sarà perché sono un po'...Sai...- continuò, roteando il dito davanti alla nuca. Arrivarono poi davanti alla porta della prima camera.- Tuttavia, vorrei che con lui tu abbia un certo rapporto. Ho bisogno che studi tutte le sue mosse, le emozioni, il modo in cui combatte.-

Marc annuì con decisione.- Sarà fatto.-

Peggy aprì la porta e voltato a guardare fuori dalla finestra c'era un uomo alto e robusto, i capelli marroni gli arrivavano quasi sopra le spalle.

Aveva un guanto nero che andava a coprire la mano del braccio interamente in vibranio grigio.

-Marc, ti presento...- esordì Peggy, mentre lui si voltò verso di loro con i suoi penetranti occhi azzurri.- Il Soldato D'Inverno.-

-Ist er der Mann, von dem Sie mir erzählt haben?- ( Lui è l'uomo di cui mi parlavi?) domandò Bucky.

-Das ist richtig, ihr werdet viel Zeit miteinander verbringen.- (Esatto, passerete un bel po' di tempo insieme.) rispose Peggy, richiudendo la camera.- Scusa, parla solo tedesco o russo.- gli spiegò per poi arrivare all'ultima porta.- Ora, stammi a sentire: la ragazza che c'è dietro questa porta è molto pericolosa. Sia per me, che per te. Stalle alla larga, non voglio che ti faccia del male. E' una mente completamente fuori fase ed è la nostra arma più potente.-

Marc fece un cenno con la testa.- Chiaro.-

Quando Peggy aprì la porta, si presentò davanti a loro una ragazza vestita di rosso e con degli stivali neri.

Fluttuava per aria con gli occhi completamente neri e fissi sul libro che Peggy aveva preso dalla piramide di Giza.

-E' incredibile...- bofonchiò Marc.

-Bellissima, vero?- gli domandò con un sorrisetto soddisfatto.- Lei è... Scarlet Witch.-

***

Quasi senza respiro, Peggy sobbalzò dal suo letto nella piccola stanzetta.

Non si ricordava né quando era andata a dormire né quanto avesse dormito.

Il sole era alto in cielo, quindi capì che non era mattina presto, né l'orario in cui Wong tamburellava con il suo campanaccio.

Per un attimo, ebbe una fitta forte al fianco, però, sollevandosi la maglietta, non vide niente.

Il suo incubo era stato terribile e doveva assolutamente avvisa Strange di quello che aveva visto, anche se non era stato abbastanza chiaro.

Scese giù dal letto e corse in corridoio, andando a sbattere contro Wong.

-Ehi! La sveglia è stata due ore fa!- borbottò Wong.

Peggy non lo stette a sentire e con i piedi nudi salì le scale per arrivare al suo ufficio.

Lo trovò circondato da tre specchi, con gli occhi chiusi, a meditare.

-Strange!-

Il suo urlo lo deconcentrò e aprì gli occhi infastidito.- Che c'è?-

-Non dirmi come lo so, ma credo che lei stia arrivando.- spiegò col fiatone.

-Di chi stai parlando?-

-Lei! La mia variante cattiva di cui ti ho parlato!- esclamò Peggy, gesticolando preoccupata.- Ho fatto un incubo, un sogno terribile, non mi sono mai sentita così spaventata in vita mia. Sta arrivando e non so che cosa vuole...-

Stephen la prese per le spalle, guardandola negli occhi.- Ascoltami, non credi che se ci fosse una minaccia incombente non l'avrei già sentita?-

-Sì, ma lei sa tutte le nostre mosse. Lei è me. Se io conosco te, anche lei ti conosce e starà architettando qualcosa.- continuò velocemente e con voce tremante.

-Ti prometto che staremo allerta, d'accordo?- ribatté l'altro.- Ora va a fare colazione, ne hai bisogno.- continuò, dandole una pacca prima di andare via.

Peggy cercò di calmare il respiro e di ripetersi che era stato solo un sogno, che la propria variante non era davvero lì e che non avrebbe fatto del male alle persone alla quale voleva bene.

Si sistemò i capelli e si guardò nello specchio, quando, ad un certo punto, il proprio riflesso le sorrise.

CONTINUA...

Angolo autrice**

Salve a tutti ragazzi! Vi ringrazio per i vostri commenti e chiunque abbia letto! Spero che la storia vi sia piaciuta e ci vediamo prossimamente con le avventure di Peggy e...Doctor Strange! A presto 😊

Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: May 26, 2022 ⏰

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The Knight who served the Princess. (Moon Knight Fanficion)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora