Capitolo 18

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Darek viene convocato da Yergath subito dopo l'arrivo del misterioso ospite presso il palazzo. Chiunque fosse, aveva decisamente sollevato un putiferio!

Molti degli schiavi si erano defilati rapidamente, ma Simeon li aveva stanati e costretti a tornare alle loro faccende, sputando minacce e imprecazioni contro chiunque avesse avuto l'ardire di fuggire dalle sue responsabilità.

Darek sa che solitamente i Goltachi hanno l'abitudine di assaggiare gli schiavi dei padroni di casa, una cortesia non diversa da quella di una stretta di mano o di stappare una bottiglia di buona grappa. Il giovane rettile non trovava affatto strano che chiunque fosse ancora dotato di intelletto si nascondesse alla notizia di una visita. Anzi, non capiva perché Simeon fosse tanto adirato dalla loro mancanza di disciplina. D'altra parte, molti dei servitori umani non si rendono affatto conto che è proprio il giovane Goltachi a correre il rischio maggiore: nessun ospite avrebbe rinunciato ad assaggiare i suoi sentimenti e tormentarlo per il gusto di farlo, era un'occasione fin troppo ghiotta!

«Scendi dalle nuvole, ragazzo.» Lo redarguisce Simeon, dandogli un buffo sulla testa.

Darek viene ridestato dai suoi pensieri e torna a fissare il vassoio che ha tra le mani, dove un paio di bicchieri e una bottiglia trovano posto sopra un delizioso pizzo. «Entri, posi, esci. Tutto chiaro?» Gli ripete per l'ennesima volta l'umano.

Il Goltachi annuisce, ma il nervosismo è ben visibile sul suo volto. Teme di aver finalmente capito perché Yergath lo aveva comprato!

Deglutendo a fatica, Darek si accinge a superare l'uscio che conduce allo studio privato del suo padrone, ma non appena Simeon socchiude la porta, Yergath appare, afferra il vassoio e ordina che nessuno superi quella soglia, prima di svanire nuovamente all'interno della stanza.

«Diamine...» Sbotta l'umano, stranito da quel comportamento. «L'ennesima pretendente o un nuovo rivale dalla faccia che aveva!»

Darek è confuso quanto lui. «Non ha già una moglie?» Chiede distrattamente, sapendo quanto fosse delicata la questione e sperando di far luce sulla misteriosa lady che abitava le camere sigillate del palazzo.

«Bel tentativo.» Sorride l'altro, senza dargli corda. «Evita di chiederglielo direttamente se non vuoi scoprire il funzionamento dell'impianto fognario per esperienza diretta!»

Il Goltachi annuisce e non tenta nemmeno di fingersi innocente. C'è un'altra domanda che gli ronza in testa da tempo e sa che ha più chance di ottenere qualche risposta con quella. «Il padrone non ha Senz'anime al suo servizio... Come mai?»

Simeon non risponde subito, mantenendosi impassibile anche quando sonda il terreno per capire il perché di un simile quesito. «Chi ti dice che non li abbia...»

«Non ne ho visti in giro.» Afferma Darek. «Sono difficili da confondere.»

«Indubbiamente...» Conferma l'umano, sperando che il discorso muoia lì.

«Per favore, accontentami!» Protesta il Goltachi cautamente.

Simeon sbuffa e si blocca, guardandosi intorno «Il padrone ha una dieta a base di carne, sangue e qualche altro alimento, come verdure e tisane. Nient'altro!»

Darek è sbalordito. «Come è possibile? E non è mai stato sfidato?»

Molti erano i Goltachi che bramavano il potere, sopratutto i nati dopo il primogenito e che non ereditavano nulla, dovendo sperare nella bontà del loro fratello maggiore. Di solito, pur di ottenere fama e potere, i figli minori delle famiglie patrizie andavano a caccia di casati maledetti da una prole debole o assente così come si avventavano sui capi-clan ormai troppo vecchi o malati per combattere in modo da conquistare la loro fortuna.

Terra Nera, Terra RossaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora