1. «Morirò? Va bene»

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Lo aveva sempre impaurito la morte

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Lo aveva sempre impaurito la morte. Insomma, l'incertezza di non sapere cosa sarebbe successo dopo, il doversi separare dalle persone che si amano, da ciò a cui si tiene...da Taehyung.

Gli aveva sempre fatto paura, almeno in passato.

Il tempo volava, scorreva inesorabile e lui era lì a subire il suo flusso che non faceva altro che travolgerlo ogni giorno di più, in ogni singola vita in modo più struggente portando con sé la speranza di porre un lieto finale.

Gli aveva sempre fatto paura, ma adesso non più.

Si era convinto di essere stato intrappolato in una sorta di circolo continuo. Morire e rinascere. Rinascere solo quando anche Taehyung si sarebbe reincarnato. Ed ormai sapeva bene come la storia sarebbe andata avanti. Conoscersi, scoprirsi, innamorarsi e poi il dolore.
La morte.
Lo seguiva.
E Jungkook non sapeva più quale tecnica mettere in atto per sfuggire. Certo, sarebbe stato bello se almeno una di essa avesse dato i suoi frutti. Ed invece, lui si ritrovava ad essere un'anima vagante ad osservare Taehyung percorrere con straziante lentezza e con le lacrime a solcargli il volto, il cammino della vita.

Restava lì accanto a lui, silenzioso, nascosto in un mondo invisibile e la notte, seduto sul bordo del letto, gli donava dolci carezze augurandogli i sogni migliori.

Il destino era crudele. Lo erano i loro fili karmici e lo era quella maledizione.

Pur nascendo in paesi diversi si sarebbero incontrati. Pur nascendo in continenti diversi si sarebbero ritrovati. Uno sguardo. Era da sempre bastato un solo sguardo per far sì che si riconoscessero, che quell'aria di amore e di famiglia li travolgesse. Ricordi sepolti da secoli che stentavano a riaffiorare ma che erano lì, presenti ed insinuavano dubbi, sensazioni conosciute.

Erano state rare le vite in cui si erano risvegliati, ricordando ogni attimo precedente insieme, lottando, provando in ogni modo a rompere il maleficio.

Jungkook si era rassegnato. Non ne voleva sapere più niente. A cosa sarebbe servito provare e riprovare se poi niente sarebbe stato risolto? Non riusciva più a veder Taehyung piangere, disperato, dilaniato dal dolore.
Impazzire per averlo perso un'altra volta, con la consapevolezza che non sarebbe stata l'ultima.

Si convinse che l'unica opzione plausibile fosse quella di tenere Taehyung lontano da lui, senza risvegliarlo, senza che ricordasse tutti quei secoli bui e che finalmente vivesse la sua vita in pace, creando quella famiglia felice che aveva sempre voluto e che Jungkook non era mai riuscito a donargli.

Lui sarebbe morto in ogni caso.

Se si fosse risvegliato in quell'ennesima vita? Sì. Yoongi e Namjoon prima di lui...lo avevano aiutato proprio loro. Da lì si erano succedute ricerche continue, senza interruzione, nessun buon risultato e di conseguenza la voglia di lottare sempre minore.

A venticinque anni aveva dato un taglio a tutto. Si era prefissato l'obiettivo di vivere quei pochi anni rimastigli tranquillamente, apprezzando le piccole cose. Viveva in Egitto, i suoi genitori erano in salute e possedevano un residence turistico e lui aveva l'immensa fortuna di lavorare come guida turistica. Insomma, non era da tutti vivere a stretto contatto con le piramidi di Giza ad esempio e lui ne rimaneva affascinato ogni volta di più. Era felice tutto sommato.

𝙍𝙀𝙁𝙇𝙀𝘾𝙏𝙄𝙊𝙉 // ᵀᵃᵉᵏᵒᵒᵏDove le storie prendono vita. Scoprilo ora