10. «Il tuo potere»

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«Mi domando dove si sia cacciato»

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«Mi domando dove si sia cacciato»

Il repertorio di parole di Namjoon sembrava si fosse limitato a quella frase, messa in ripetizione continua da fin troppo tempo, posta a minare la poca pazienza di Yoongi. Mantenere la calma non era il punto forte di nessuno, il primo entrava nel panico, il secondo assorbiva una punta di acidità nella voce.

«Cosa ti aspettavi? Di trovarlo subito?» gli chiese Yoongi, gli occhi roteati al cielo e le mani sprofondate nelle tasche dei pantaloni leggeri. Il caldo anche di notte era tremendo e quelle viuzze per le quali passavano entrano temprate di un'umidità piuttosto appiccicosa e fastidiosa.

«Sarebbe stato l'ideale»

«Uno come lui non si fa trovare così velocemente» ed aveva ragione, Yoongi, Jimin era scaltro, una mente furbetta accompagnata da una discreta abilità nei movimenti sviluppatasi col tempo e con l'esperienza della vita per strada.

Namjoon scalciò un sassolino dalla via, non poteva dar torto al suo amico «Kook, tu sai i luoghi che frequenta di solito, giusto?» interpellò il terzo e ultimo della carovana esploratrice. Ma non vi fu riscontro, nessuna risposta arrivò da parte di colui che non aveva la testa ben presente in quel momento...i pensieri volavano e non sembravano aver la minima intenzione di restare «Kook?» lo richiamò una seconda volta Namjoon, bloccando i suoi passi. Yoongi gli andò quasi a sbattere contro, indispettito si girò e fu lui a risvegliarlo, gridando a pieni polmoni un «Jungkook!»

«Cosa?» sussultò il ragazzo, tirando su lo sguardo, anziché lasciarlo posato sui propri piedi e si strinse nelle proprie spalle, quando percepì il peso di quel rimprovero perfettamente espresso dagli occhi fulminei di Yoongi.

«Ci stai ascoltando?»

«Sì, certo» mentì, non era vero, il senso di colpa per quel che aveva fatto a Taehyung era fin troppo grande per lasciarlo tranquillo e spensierato.

«Quindi che cosa ti abbiamo chiesto?» lo mise alla prova Namjoon, incrociando le braccia al petto e ritrovandosi a fissar un volto piuttosto spaesato.

«Mi rinfreschi la memoria?»

«Sai quali luoghi, Jimin frequenti di solito?»

Sì, Jungkook lo sapeva. Li avrebbe guidati e si sarebbero divisi per setacciare il territorio più velocemente.

Namjoon e Yoongi non avrebbero voluto lasciar Jungkook da solo. Non quando avevano il sospetto che qualcosa in lui non andasse. E no, non intendevano la malattia, ma piuttosto qualcosa nella sua mente. Il sospetto era fondato, Jungkook lo sapeva e ne individuava perfettamente anche la causa: Taehyung e quel che gli aveva fatto.
Il suo era stato un comportamento da vigliacchi, ipocriti, egoisti. Cancellargli la memoria, cavolo. Mettersi al pari di Lalabel. Sentire lo sprofondo sotto i propri piedi e l'anima risucchiata in un oblio. Forse avrebbe dovuto cambiare, riprendere in mano la sua vita, ma come? Come fare quando tutto camminava sul filo dell'incertezza?

𝙍𝙀𝙁𝙇𝙀𝘾𝙏𝙄𝙊𝙉 // ᵀᵃᵉᵏᵒᵒᵏDove le storie prendono vita. Scoprilo ora