3. «Ricordi il mio volto?»

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Sempre presente, anche quella volta

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Sempre presente, anche quella volta.
L'uomo che aveva amato, che amava e che avrebbe amato per sempre.

Le sue labbra si mossero da sole nel pronunciare il suo nome nel bisogno disperato di capire se fosse veramente lui.
«Taehyung»

La sorpresa sul volto di Jungkook apparì agli occhi di Taehyung come fastidio per quello scontro non voluto. Lo fissò boccheggiando, in cerca di scuse, ma avrebbe potuto veramente dirgli che quelle dannate infradito che portava ai piedi si fossero arrotolate improvvisamente e senza alcuna ragione sulla punta, portandolo così ad inciampare? Gli avrebbe creduto? Certo, quelle ciabatte erano i nemici naturali di tutti gli umani, ma ciò non ammetteva il fatto che non solo lo avesse spintonato ma gli avesse oltretutto fatto volare il cellulare dalle mani, facendogli intraprendere una lunga parabola con punto di atterraggio il terreno duro e solido «Oh mio Dio, scusa, non ti ho visto»

«Io-» Jungkook non riusciva a parlare e cavolo, finiva sempre così, puntualmente. Lui che rimaneva imbambolato ad imprimere in ogni singolo angolo della sua mente il volto di Taehyung. Forse inconsciamente cercava nuovi particolari, qualcosa di diverso, qualcosa che gli potesse far dire che quello non fosse il suo Taehyung... eppure, era inutile opporsi al fato, i loro percorsi di vita erano destinati a ricongiungersi per sempre e all'infinito, Jungkook avrebbe dovuto semplicemente accettarlo.

Taehyung continuò a scrutarlo attento ma a tratti impaurito. Provò ad allungare una mano per sfiorargli la spalla ma poi la ritrasse immediatamente, quando un cipiglio si disegnò sul volto dell'altro. Che lo stesse per picchiare per quel fatidico scontro? Forse era meglio rimanere al proprio posto e cercare di instaurare una conversazione civile, avrebbe dovuto chiedergli un qualcosa di semplice come un «Stai bene? Ti fa male da qualche parte?»

«Non lo so» sputò fuori Jungkook. E non mentì, insomma, il cuore batteva freneticamente, insistentemente, rimbombante nella sue orecchie. Il suo corpo era scosso da continui brividi di energie che si mescolavano e la sua mente era persa, come ipnotizzata da quegli occhi celeste zaffiro. Il braccio rimasto sospeso per aria, che precedentemente aveva sorretto il telefono, si avvicinò al suo petto e strinse la maglietta all'altezza del cuore, imponendosi mentalmente di smetterla di agitarsi, di riprendere lucidità, di affrontare quella situazione come aveva programmato di fare.

Eppure Taehyung percepì quel movimento come indicatore in risposta alla sua domanda ed allora il suo sguardo si ampliò di conseguenza e si alternò tra il volto del ragazzo al suo petto «Lì? Ti fa male lì?»

«Cosa?» sbiascicò confuso Jungkook sbattendo le palpebre un paio di volte e riscuotendosi quando vide improvvisamente Taehyung avanzare nella sua direzione per toccarlo. Rilasciò la presa e fece un passo indietro così da mettere distanza «No, no, è tutto okay» si disse mentalmente di tagliare a corto la conversazione, di porgli un arrivederci e scappare via. Ma allora perché le sue gambe non accennavano a muoversi?

𝙍𝙀𝙁𝙇𝙀𝘾𝙏𝙄𝙊𝙉 // ᵀᵃᵉᵏᵒᵒᵏDove le storie prendono vita. Scoprilo ora