Taehyung dormiva tranquillamente, ma non troppo comodamente, su di una sedia. Accasciato in avanti, posava la testa tra le braccia incrociate sul letto. Jungkook riposava coricato con le coperte a tenerlo al caldo.
Avevano passato una bella notte insieme. Lì a guardare le stelle, godendo della presenza dell'altro, senza pensare ai problemi, anche se nel giardino di un ospedale.Il risveglio però non fu dei più belli.
Taehyung sobbalzò quando una prepotente tosse travolse Jungkook. «Che succede?» chiese all'improvviso, raddrizzando la schiena e cercando di dare assistenza all'altro che non riusciva a calmare quel malessere con niente al mondo. «Kook, ti prego. Dimmi come posso aiutarti.»
Ma Jungkook alzò una mano, la sventolò come per dirgli di star tranquillo. Con l'altra mano cercava di tapparsi la bocca.
«È normale», rispose quando la tosse si calmò abbastanza da farlo parlare.
«No, non è normale una cosa del genere», ribatté Taehyung, girandosi a recuperare un bicchiere d'acqua per lui.
«Beh, neanche avere addosso una maledizione da circa mille anni», scherzò Jungkook.
Taehyung però lo fissò serio, fermandosi a metà tragitto col bicchiere per aria.
«Come riesci a ridere in questa situazione?»
«L' auto ironia salva la vita alle volte.»Come avrebbe dovuto ribattere Taehyung? In nessun modo, perché Jungkook aveva ragione. Non era certo una situazione da prendere sotto gamba, ma alleggerire l'atmosfera alle volte era necessario.
«Chiamo Jin», disse allora Taehyung.
«No, aspetta. Se scopre che sei rimasto qui stanotte, si arrabbierà.»
«Probabilmente se lo aspettava già.» Beh, dopo avergli chiesto il permesso di portar fuori Jungkook...
«Grazie per avermi fatto compagnia.»
«Non dovresti ringraziarmi.»
«E invece devo.»Taehyung si sedette a bordo del letto. Lo guardò negli occhi e gli disse: «Dammi la mano.»
Jungkook gliela porse lentamente. Le loro mani scivolarono l'una sull'altra. Poi Taehyung toccò la fronte di Jungkook, disegnò su di essa due cerchi concentrici. Jungkook socchiuse le palpebre, percepì la testa riscaldarsi. Vide, seppur in modo sfocato, le labbra di Taehyung pronunciare qualcosa e poi la leggerezza. Il silenzio. Jungkook non aveva la mente così calma da tempo.«Come va?»
«Mi sento straordinariamente bene.»
«Menomale, pensavo che la mia magia fosse ancora troppo debole.» Dopo la brutta figura fatta di fronte Lalabel, non aveva più riprovato ad usare la magia, per paura di rimanerne deluso. Ma alla fine aveva funzionato, andava bene così. «È vero, non ho ottenuto una soluzione al problema della maledizione in questi giorni, ma ho capito come rendere il dolore sopportabile.»
«Eppure la malattia avanza ancora, giusto?»
«Sì. È per farti stare al meglio, ci rimane un mese per avere la nostra rivincita.»
Jungkook annuì. «Ti ringrazio, ma non penso servirà poi a molto.»
Taehyung giocarellò con la mano di Jungkook, l'accarezzò dolcemente. «So che ti sei arreso da questo punto di vista, hai le tue buoni ragioni, lo so. Però fallo per me, ti prego. Solo un'ultima volta.»
La trepidazione nella voce di Taehyung, mal celò un suo nuovo pensiero. Jungkook se ne accorse subito «Che hai in mente?» Gli chiese infatti.
«C'è una cosa che non ricordo bene. Hai presente quella profezia che veniva tramanda secoli fa?»
«Si, beh, nel 1500 sembrava andassero di moda le profezie.»
«Ma ricordi quella profezia?»
«Quella che le fate ci raccontarono?»
Taehyung annuì e Jungkook diede conferma.
«E se ci fosse un fondo di verità in quelle profezie? In fondo nulla viene creato dal nulla. Ma tutto viene generato da un qualcosa.»
«Beh, può darsi. Però quale è il collegamento con tutto ciò?» chiese Jungkook confuso. Ancora non aveva afferrato il punto.
«Il problema è che non me la ricordo.» disse Taehyung esasperato.
«E che problema c'è? In pratica diceva che una stella caduta dal cielo, una volta impressa in un calice d'oro, riempito con il buio dell'abisso, aprirà le porte della fase primordiale, dove tutto è nulla e dove il nulla è tutto.»
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𝙍𝙀𝙁𝙇𝙀𝘾𝙏𝙄𝙊𝙉 // ᵀᵃᵉᵏᵒᵒᵏ
Fanfic[Conclusa] ⛔18+ Lui si fermò di colpo, alzò gli occhi e tutto il mondo attorno a sé sparì, rallentando quando incontrò un paio di iridi celeste zaffiro. Il cielo ed il mare si rispecchiarono lì dentro. Ogni singolo istante di vita felice lo ripercor...