Michael
«Che cosa significa?» Ariana dice in italiano, con una pronuncia strana che mi fa ridere.
«Cerca di dire la S come una Z quando dici 'cosa'» suggerisco. Le sto insegnando qualche espressione.
Segue il mio consiglio, ma finisce per fallire e gemere frustrata. «Mi sento stupida! Com'è possibile che tu riesci dirlo e io no? Un idiota come te che parla italiano...» mi insulta ma sarcasticamente.
Ridacchio. «Ho sempre parlato italiano, Ari. È come la mia seconda lingua.»
Mi guarda con pura curiosità negli occhi, seduta accanto a me mentre aspettiamo che arrivi il cameriere. «Dimmi di più a riguardo.»
«Sono per metà italiano, perché mia madre lo era. E papà si è assicurato che imparassi la sua lingua madre. Siamo stati anche in Italia un paio di volte» le dico.
Le sue sopracciglia si alzano di sorpresa. «È una figata. Non sono mai stata in Italia. Mi piacerebbe davvero andarci un giorno.»
«La prossima volta che vado, mi assicurerò che tu venga con me, okay?»
Ari solleva un sopracciglio. «Cosa ti fa pensare che mi piacerebbe venire con te?»
«Tu.» Mi piego più vicino al suo orecchio, il mio respiro le sfiora la tempia. «Stai iniziando a non riuscire a nascondere l'effetto che ho su di te» sussurro.
Ed eccola lì. È come se la sua armatura d'acciaio si sciogliesse, perché posso capire chiaramente il cambiamento del ritmo del suo respiro.
«Vedi? Questo è tutto ciò che serve, Ariana. Non è vero?» La prendo in giro ancora un po' e metto la mia grande mano sulla sua coscia nuda.
«Fermati» espira e lentamente mi toglie la mano. «Ho fame.»
Le faccio lampeggiare un sorriso malizioso. «Anch'io ho fame, tesoro.» Le lascio un bacio morbido sulla spalla.
«Michael» dice, il mio nome sulle sue labbra esce tutto respirato. «Fermati se non vuoi pentirtene.»
La mia risata le solletica la pelle della clavicola. «Se me lo permetti, ti piacerà.»
«Oh» mi mette la mano sul cavallo, «davvero?» stringe leggermente, facendomi gemere di frustrazione.
«Ariana» dico il suo nome quasi come avvertimento. Prendo la sua mascella con la mano, costringendola a guardarmi. E allo stesso tempo, faccio scorrere le dita sotto il suo vestito, molto vicino alle sue mutandine.
Mi guarda con gli occhi in fiamme. Si schiarisce la gola. «Non dimenticare dove siamo in questo momento.»
«Non preoccuparti» le dico, con un sorriso sul viso. Mi piego, il viso più vicino al suo, le mie labbra che sfiorano le sue cremisi. Le mie dita scivolano più sotto il suo miniabito, fino a toccare quel punto debole.
Lei anssulta e chiude gli occhi e mi afferra i polsi, ma non per fermarmi. Per spingermi oltre, dentro di lei.
È già così bagnata e pronta... «Cazzo, è tutto per me?» dico, la mia voce rauca.
Ari ingoia e apre gli occhi per trovare i miei. «Michael, se non ti fermi, non ci riuscirò.»
«Non se ne accorgeranno, non preoccuparti» la rassicuro. Annuisce una volta e appoggia la schiena sulla sedia, allargando un po' le gambe.
Ma mentre faccio scivolare le mutandine da parte per spingere il dito dentro, sento qualcuno schiarirsi la gola.
Mi fermo immediatamente quando vedo un uomo seduto di fronte a noi al nostro tavolo. «Salve?» dico, guardando l'uomo dai capelli castani chiari e dagli occhi azzurri. Guardo Ari, le guance arrossate e il suo respiro ancora faticoso.
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Il Colore delle Sue Labbra
RomanceAriana Scarlett Quinn ha solo ventidue anni quando si ritrova con le mani piene. Piene di carte, piene di documenti da firmare, piene di responsabilità. Piene di soldi. Molti soldi. Ma lei sa come gestirli. Sa come gestire se stessa. E sa come gesti...