Ariana
«Michael...» dico. «Ho bisogno di acqua.» Mi alzo e inciampo di lato. Mi gira la testa e sono un po' brilla. Abbiamo passato l'ultima ora a bere alcolici. Il mio fegato è andato in frantumi stasera.
«Vieni con me» mi dice Michael.
Faccio un passo avanti e perdo l'equilibrio. Mi prende prima che cada. «Merda, scusa» mormoro e rido.
Mi tiene per la vita mentre camminiamo lentamente verso la cucina. La sua mano posata sulla mia pelle nuda è calda, ed è più alto di me anche se indosso i tacchi alti.
«Sei un uomo così grande» dico ad alta voce, ma non volevo.
«Uno e ottantasette, tesoro» dice.
«E muscoli duri...» Apparentemente la mia bocca non è collegata al cervello. «Mi dispiace, sono brilla.»
Lui ridacchia e ora siamo in cucina. «Siediti.» Mi siedo su uno sgabello e lui va a versarmi un bicchiere d'acqua.
«Grazie.» Bevo un sorso enorme e lo sento fissarmi. Indossa solo una maglietta bianca e pantaloni della tuta grigi e ha i bicipiti.
«Tutto bene?» chiede.
«Mh-hmm...»
«Immagino che la tua amica starà qui stasera» dice. «Stanno dormendo sul divano.»
Come fa a essere ancora sobrio? Anche lui ha bevuto.
È appoggiato al bancone, guardando in basso. Gioca con l'elastico dei suoi pantaloni della tuta, le sue dita sono lunghe e snelle.
Chissà se sa come usarle. Potrei dargli una possibilità dopotutto...
Dio mio. Cosa c'è di sbagliato in me?
«Passi la notte qui?» mi chiede Michael, distogliendo la testa dai miei pensieri indecenti.
«Mi è permesso?» chiedo stupidamente.
Lui ridacchia. «No. Dovresti guidare fino a casa tua mentre sei ubriaca.»
Stronzo sarcastico.
«Ma... voglio la mia stanza» gli dico. «Non voglio dormire con te.»
Alza un sopracciglio. «No?»
Scuoto lentamente la testa e sorrido. «No.»
«Allora perché mi guardavi come se ti stessi palpando?»
Soffoco con la mia stessa saliva. «Non è vero.»
«Sì invece. Stavi immaginando così tante cose inappropriate» parla lentamente, il suo tono basso, guardandomi dritto negli occhi.
Sì, è vero. «Allora?» Oh mio Dio, gliel'ho appena ammesso. Sto fottutamente palpitante laggiù.
«È lusinghiero e sei ubriaca.» Si avvicina e mi prende per mano per condurmi da qualche parte. «Ti mostro la stanza.»
Saliamo al piano di sopra e siamo davanti a una porta. «Questa è la tua stanza, se hai bisogno di qualcosa bussa alla mia porta» e indica la porta dall'altra parte di questa.
«Grazie.» Comincia ad allontanarsi, ma lo fermo. «Hai qualcosa per farmi dormire?»
Pochi minuti dopo, tengo in mano una delle sue magliette e un paio di pantaloni della tuta neri e calzini. «Buonanotte» ed entro nella stanza.
Ovviamente è enorme, anche se è la camera degli ospiti. Mi butto subito sul letto. Oh, è comodo.
Mi libero dai tacchi e mi tolgo i vestiti, mettendomi quelli di Michael.
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Il Colore delle Sue Labbra
RomansaAriana Scarlett Quinn ha solo ventidue anni quando si ritrova con le mani piene. Piene di carte, piene di documenti da firmare, piene di responsabilità. Piene di soldi. Molti soldi. Ma lei sa come gestirli. Sa come gestire se stessa. E sa come gesti...