Parte 8 ALEC

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-Lydia-

Raggiunsi la stazione dello sceriffo, mi avvicinai al bancone aspettando qualcuno che mi desse il permesso di raggiungere mio marito così da sapere per quale motivo mi fece venire fin qui e nell'attesa mi guardai intorno tamburellando con le mani sulla superficie dura del bancone.

Notai Derek seduto su una panchina dall'altro lato della stanza, era concentrato a dare la sua attenzione ad un ragazzino.. all'apparenza sembrò spaventato e confuso così decisi di raggiungerli, magari poteva essere utile il mio aiuto.

Lydia: ciao Derek.. non mi presenti il tuo amico?

Derek: Lydia, lui è Alec.. tuo figlio l'ha aiutato durante la luna piena

Lydia: si vagamente mi ha parlato di lui, è bello conoscerti Alec

Attesi un suo ricambio ma senza degnarmi di uno sguardo rimase in silenzio, facendo ancora da poco tempo parte di tutto questo preferì non parlare.

Non volendo intimorirlo in qualche modo mi schiarì la voce e rivolgendomi a Derek gli domandai dove si trovasse Stiles, mi avvisò che da poco finì un interrogatorio e che lo avrei trovato nel suo ufficio.

Salutai il giovane Alec e raggiunsi l'ufficio di mio marito, davanti la soglia della porta bussai prima di varcarla e lasciando la borsa sopra la prima sedia che trovai mi avvicinai alla sua scrivania.

Lydia: Stiles perché volevi vedermi? Che succede?

Stiles: credi nei vampiri?

Lydia: come scusa?

Ribadì confusa, non mi aspettai una simile domanda.. non me lo domandai mai così mi ritrovai ad elaborare una risposta in pochissimo tempo, scossi le spalle e pensandoci su dissi di non esserne certa.

Lydia: Stiles sono una banshee.. non posso negare il fatto che anche i vampiri possano esistere.. ma non lo so

Stiles: sono scomparse più di quindici persone.. tutte dissanguate, sinceramente non so cos'altro aspettarmi

Poggiò la mano sopra al fascicolo che teneva accanto al suo braccio e facendolo scivolare sulla superficie della scrivania me lo passò.

Lo afferrai dubbiosa e sfogliando pagina dopo pagina osservai le foto dei cadaveri.. tutte quelle ferite, il sangue, i loro sguardi.. rabbrividì all'idea che potesse capitare anche a qualcuno di noi così chiusi gli occhi e distolsi lo sguardo.

Stiles: forse non avrei dovuto fartele vedere

Lydia: sto bene, è solo che.. di solito ho delle visioni che mi avvertono di un pericolo ma stavolta niente

Nella stanza cadde il silenzio, entrambi pensammo quale potesse essere la causa di tutto ciò e nessuno disse niente finché non sentimmo bussare, mi voltai verso la porta e vidi l'uomo di stamattina.

Stiles: sono occupato al momento, aspetta fuori

Klaus: mi dispiace vedere che non ti ricordi di me.. ma dopotutto è passato così tanto tempo Stiles

Stiles: scusa amico ma non ti conosco

Mio marito alzandosi in piedi si avvicinò alla porta per chiuderla ma l'uomo poggiò la mano su di essa tenendola aperta, insistette presentandosi come Klaus mikaelson e guardandolo profondamente negli occhi gli rammentò di essere un suo amico d'infanzia.

Lydia: dunque vi conoscete?!

Stiles: si certo che ci conosciamo come diamine ho fatto a dimenticarmene

Lasciò la presa sulla porta così che il suo amico potesse entrare e si avvicinò a me, Stiles fece le presentazioni e Klaus fu così amichevole da informarlo del nostro incontro nel vicolo.

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