𝑪𝒉𝒂𝒑𝒕𝒆𝒓 𝒐𝒏𝒆

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𝐑 𝐢 𝐭 𝐨 𝐫 𝐧 𝐨   𝐚 𝐝   𝐇 𝐨 𝐠 𝐰 𝐚 𝐫 𝐭 𝐬

𝐑 𝐢 𝐭 𝐨 𝐫 𝐧 𝐨   𝐚 𝐝   𝐇 𝐨 𝐠 𝐰 𝐚 𝐫 𝐭 𝐬

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Non c'è bellezza senza
un pizzico di stranezza.

IN UNA STAZIONE AFFOLLATA, piena di gente che cercava di andare da qualche parte, tre grandi gabbie contenenti tre gufi -uno dalle penne interamente nere, l'altro totalmente bianche e l'ultimo sul marroncino- nel trambusto sferragliavano tra di loro in cima a tre carrelli pieni di bagagli, affiancati da un altro carrello dove al di sopra di tutte le valige c'era un trasportino dorato con dentro un gattino dal pelo arancione.

Essi erano spinti da Artemide Davina -la quinta discendente della famiglia Fawley-Love, che avrebbe iniziato il suo quinto anno come serpeverde-, Apollo Samuel -il suo gemello che apparteneva alla casata dei gialli neri-, Ares Damon -il secondo genito che avrebbe cominciato il suo settimo e ultimo anno come corvonero-, ed infine Afrodite Selene -la terza figlia. Essa avrebbe intrapreso il suo sesto anno nei grifondoro-.

All'appello mancava Atlante Stefan, il primo figlio, che aveva ormai concluso i suoi studi ad Hogwarts come grifone da un anno e tre mesi e si era trovato un lavoro come linguista.

Invece la madre, Alya -che in quel momento stava affiancando Selene-, ricopriva il ruolo di medimaga; nel mentre il padre, Alessandro, lavorava nell'hotel di famiglia che aveva ereditato dai suoi, i quali erano andati ormai in pensione.

Quest'albergo era riservato solo ai maghi per evitare che i babbani potessero scoprire la loro esistenza, ed ospitava ogni anno delle nuove feste molto importanti.

<<okay, Damon va prima tu>> lo intimò il più vecchio, ricevendo in risposta un sonoro sbuffo. Se c'era una cosa che il castano chiaro odiava con tutto se stesso era ricevere degli ordini, ma stranamente quella volta non ne fece una polemica, piuttosto ubbidì.

Successivamente Alessandro posò le mani sul carrello del più piccolo -Samuel- , presero la rincorsa e in un attimo entrambi sparirono dietro quelle mura incantate, seguiti da Davina. Ora restavano solo la prima figlia femmina e sua madre.

<<sei pronta tesoro?>> le domandò la donna.

La più giovane annuì, sorridendole decisa.

<<okay, allora andiamo>> proseguì copiando il gesto del marito, per poi prendere velocità e attraversare il muro con Selene.

Arrivarono così al binario 9¾, dove vi erano madri che piangevano con affianco i propri mariti che osservavano orgogliosi i figli andar via. Amici che si salutavano per poi salire insieme sul treno, ragazzi che aiutavano ragazze a sistemare il proprio baule sul carro di merci e infine non potevano mancare le persone che erano sole, emarginate dal mondo intero, che pensavano di non essere notate da nessuno.

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