Capitolo 17- L'abito non fa il monaco

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"𝖯𝗂𝗎̀ 𝗎𝗇𝗈 𝗉𝗋𝖾𝗌𝗍𝖺 𝖺𝗍𝗍𝖾𝗇𝗓𝗂𝗈𝗇𝖾 𝖺𝗅𝗅𝖾 𝖼𝗈𝗂𝗇𝖼𝗂𝖽𝖾𝗇𝗓𝖾, 𝗉𝗂𝗎̀ 𝗊𝗎𝖾𝗌𝗍𝖾 𝗌𝗂 𝗏𝖾𝗋𝗂𝖿𝗂𝖼𝖺𝗇𝗈."
𝖵𝖫𝖠𝖣𝖨𝖬𝖨𝖱 𝖭𝖠𝖡𝖮𝖪𝖮𝖵

                                  ***
Sorine

Eravamo seduti in una panchina all'ombra di un albero situato nel meraviglioso e grandissimo Central Park.
Ellie discuteva con Kendall -come sempre-, Orion giocava a football con Logan e Sasha, mentre Rika svolgeva la mia stessa attività preferita; leggere.

-Perché non accetti di non essere migliore?- sghignazzò Kenny con la sua solita disinvoltura e il ghigno malvagio stampato in volto

-Perché io non mi accontento di passare al secondo posto, soprattutto se il mio sfidante sei tu- mise in chiaro, incrociando le braccia e alzando il mento con aria fiera

-Perché non chiediamo ai ragazzi chi si veste meglio?- continuò Kendall, stuzzicando Ellie

-Perché invece non la piantate?- si intromise Rika -Sembrate due mocciose piagnucolose- fece una smorfia disgustata guardandole.

Io non riuscì a trattenere la risata quando alle mie orecchie arrivò il termine "mocciose piagnucolose". Così facendo mi guadagnai l'ennesima occhiataccia dalla mia migliore amica.

-Cambiando discorso, stavo pensando- Kendall tornò a parlare, ma prima che potesse continuare venne interrotta da Ellie

-Oh, davvero? Tu pensi?- disse con un sorrisetto sghembo -dev'essere molto faticoso per te-

Kendall la fulminò con lo sguardo -Stavo dicendo- calcò le parole -che questo weekend potremmo andare in un locale fighissimo- disse su di giri, ignorando le provocazioni di Ellie

-Che locale?- chiese curiosa Rika

-Si chiama Black poison-

-Non sembra un posto raccomandabile dal nome- le parole uscirono prima che potessi realmente pensarle.

Se c'era una cosa che avevo capito nel conoscere Kendall era che lei proprio non badava al pericolo. Qualsiasi posto per lei era sicuro, basta che ci fossero un buon numero di persone.
Mentre io probabilmente faticavo a vivere una normale vita da ragazza ventunenne, lei non si poneva limiti e semplicemente viveva. Come potergli dare torto? Quella strana in fin dei conti sono sempre stata io.

Alzai lo sguardo, trovando Ellie che mi guardava con aria circospetta. Gli accennai un sorriso, non spiegandole perché mi ero per un breve istante persa nei miei pensieri

-Lo sai il detto "l'abito non fa il monaco"?- mi si avvicinò prendendomi le mani -È un posto fantastico- percepì una strana speranza nella sua voce

-Va bene...- sussurrai imbarazzata.
Non volevo passare per la guastafeste di turno.

Kendall lanciò un gridolino e si lanciò contro di me abbracciandomi, poi si staccò rivolgendosi alle altre due -Voi?-

-Io ci sto- confermò Rika

Ellie si grattò la nuca -Io purtroppo questo fine settimana sono impegnata-

-Chi è impegnata?- la voce di Sasha ci raggiunse, mentre si avvicinava insieme agli altri due

-Stavamo organizzando un fine settimana tra ragazze, per essere chiara: voi non siete invitati- chiarì ai tre ragazzi -Ad ogni modo la "regina" non ci degnerà della sua presenza- spiegò Kenny facendo un cenno col capo verso Ellie

The way you touch my soulDove le storie prendono vita. Scoprilo ora