Epilogo

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"𝘗𝘦𝘯𝘴𝘢 𝘢 𝘵𝘶𝘵𝘵𝘢 𝘭𝘢 𝘣𝘦𝘭𝘭𝘦𝘻𝘻𝘢 𝘢𝘯𝘤𝘰𝘳𝘢 𝘳𝘪𝘮𝘢𝘴𝘵𝘢 𝘢𝘵𝘵𝘰𝘳𝘯𝘰 𝘢 𝘵𝘦 𝘦 𝘴𝘪𝘪 𝘧𝘦𝘭𝘪𝘤𝘦."
𝘈𝘕𝘕𝘈 𝘍𝘙𝘈𝘕𝘒
***

10 anni dopo...

Noel

Penso d'aver capito una cosa col tempo. Penso d'aver capito che il passato e il futuro sono qualcosa di fondamentale, e che l'essere umano è modellato da questi ultimi.
Il futuro ci spaventa perché non sappiamo cosa aspettarci, eppure è anche quello per cui combattiamo. Mentre il passato rimbomba perché sappiamo tutto quello che abbiamo fatto e vissuto. Ognuno di noi nel proprio passato ha affrontato un qualcosa che poi lo ha reso quello che è adesso.
Sono anche arrivato alla conclusione che l'unica cosa che è davvero importante è il presente, è adesso, in questo esatto momento. Ed è per questo che personalmente mi impegno a vivere ogni giorno, godendo di ogni piccolo istante.
Vivere nel passato ha poco senso, si finisce soggiogati da pessimi ricordi e dai dolori. Vivere nel futuro ha ancora meno significato, dato che non sappiamo che cosa succederà.
No, è adesso che dobbiamo vivere. Non incastrarci nei traumi del passato che continuano a bussare alla porta, o di un futuro che inseguiamo disperatamente. È adesso.

-Si, e poi abbiamo anche circa 10 riunioni per la prossima settimana, e un gala di beneficenza, e ovviamente anche...- la voce della mia assistente stava elencando tutte le riunioni e i vari eventi che richiedevano la mia partecipazione

-Heidi, respira!- disse stizzita Maddy -Sembra che tu stia per svenire da un momento all'altro-

-Sei sempre delicata come un toro in un negozio di bomboniere- commentò mio fratello mentre chiudeva la porta di vetro della sala riunioni

-Ah ah ah, guarda come sono divertita- Maddy gli fece una smorfia -Perché non dici a Sophie di tenerti segregato nella cantina?-

-Dio, siete sempre così irritanti- sbottò Deane

Mancava solo Orliee che linciava tutti e due o mia moglie che ovviamente cercava di tenerli a bada. Dio che spettacolo.
Ed ecco che parli del diavolo, e spuntano le corna.
Davanti all'enorme parete di vetro passarono i nostri figli: Zade che teneva lo sguardo imbronciato, i pugni stretti e gli occhi lucidi. Kai, il suo gemello, lo seguiva mentre gli lanciava delle occhiate che sembravano essere dispiaciute. E infine la nostra piccoletta, Nuray, che guardava i due fratelli maggiori incuriosita. Ovviamente erano seguiti da Sorine, che mi lanciò un occhiata sorridendomi, beh o quasi.

Scattai all'impiedi e mi incamminai verso la porta di vetro

-Dove stai andando?- chiese accigliato mio fratello

-Dai miei figli- dissi prima di abbassare la maniglia della porta di vetro

-Ma dobbiamo ancora discutere degli...-

Voltai il capo verso di Heidi -La famiglia prima di tutto- poi uscì e mi avviai verso il mio ufficio nella quale si trovavano Sorine e i bambini.

Non c'era niente che poteva avere la mia completa attenzione se non i miei figli e mia moglie.
Avevo impiegato davvero tanto tempo per ripulire la Harris Enterprise dalla spazzatura nella quale l'aveva immischiata Hiram. Già, lui. Hiram mi aveva lasciato la sua azienda credendo che io avrei continuato a portare avanti i suoi affari loschi, perché sempre nella sua malata mente quello mi avrebbe reso come lui.
Si era sbagliato di grosso. Io mi ero impegnato, e mi ero fatto il culo per renderla una delle migliori aziende del mondo senza affari spazzatura, e ovviamente ero riuscito nel mio intento.
Perciò si, la Harris enterprise era importante e ovviamente richiedeva spesso la mia attenzione, ma non era nemmeno lontanamente nei pensieri quando di mezzo c'era la mia famiglia.

The way you touch my soulDove le storie prendono vita. Scoprilo ora