Capitolo 43- il sapore di un cuore infranto

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"𝖰𝗎𝖺𝗇𝖽𝗈 𝗇𝗈𝗇 𝗌𝖺𝗋𝖺𝗂 𝗉𝗂𝗎̀ 𝗉𝖺𝗋𝗍𝖾 𝖽𝗂 𝗆𝖾, 𝗋𝗂𝗍𝖺𝗀𝗅𝗂𝖾𝗋𝗈̀ 𝖽𝖺𝗅 𝗍𝗎𝗈 𝗋𝗂𝖼𝗈𝗋𝖽𝗈 𝗍𝖺𝗇𝗍𝖾 𝗉𝗂𝖼𝖼𝗈𝗅𝖾 𝗌𝗍𝖾𝗅𝗅𝖾, 𝖺𝗅𝗅𝗈𝗋𝖺 𝗂𝗅 𝖼𝗂𝖾𝗅𝗈 𝗌𝖺𝗋𝖺̀ 𝖼𝗈𝗌𝗂̀ 𝖻𝖾𝗅𝗅𝗈 𝖼𝗁𝖾 𝗍𝗎𝗍𝗍𝗈 𝗂𝗅 𝗆𝗈𝗇𝖽𝗈 𝗌𝗂 𝗂𝗇𝗇𝖺𝗆𝗈𝗋𝖾𝗋𝖺̀ 𝖽𝖾𝗅𝗅𝖺 𝗇𝗈𝗍𝗍𝖾."

𝖶𝖨𝖫𝖫𝖨𝖠𝖬 𝖲𝖧𝖠𝖪𝖤𝖲𝖯𝖤𝖠𝖱𝖤

***

Sorine

La giornata non era sicuramente iniziata nel migliore dei modi, grazie anche all'aiuto della discussione con Orion, ma almeno la fortuna mi aveva graziata regalandomi due ore buche.
Mi ero recata al bar dell'università e mi ero presa un cappuccino, dopodiché mi ero recata all'entrata e mi ero accomodata su una delle numerose panchine, poi avevo tirato fuori un libro che avevo intenzione di finire.
Rifugiarmi nei libri sembrava l'unico modo per fuggire dalla realtà che mi stava stretta.
Leggere era una vera e propria esperienza in mondi alternativi, dove potevi essere chiunque o qualsiasi cosa e andava bene; leggere era la libertà.

-Qualcosa mi dice che tu centri qualcosa con Seth- la voce di Maddison mi raggiunse, mentre la sua slanciata figura in piedi davanti a me mi faceva ombra.
Non mi ero nemmeno accorta che si stesse avvicinando a me.

-Non ho la più pallida idea di cosa parli- mentì spudoratamente

Seth Mccall era uno degli studenti della nostra università, e avevo un solo corso in comune con lui.
Dovevo ammettere che era un ragazzo davvero affascinante: era alto, circa 1.87 a occhio e croce, aveva un fisico asciutto data la sua particolare inclinazione per lo sport. Aveva gli occhi color caramello, i capelli del colore della sabbia, e il viso scolpito.
Maddison non degnava nessuno della sua attenzione, se non i caos, ma avevo notato gli sguardi che lanciava a Seth quando lo vedeva passare.
La verità è che un po' centravo io: mi ero fermata a parlare con lui durante una lezione, e il mio discorso era andato a parare con una banalissima scusa a Maddison. Gli avevo parlato di lei e a quanto pare anche lui la trovava "splendida", per cui lo avevo convinto a chiederle di uscire.

-Mi ha chiesto di uscire- mi guardò da capo a piedi -Non ha mai nemmeno guardato nella mia direzione- mi puntò il dito contro, socchiudendo gli occhi in due fessure -E non osare mentire, mocciosa-

Alzai le mani in segno d'arresa -Non mi tirerai qualche bicchiere pieno di roba dentro, vero?- la guardai scettica

-Sto pensando di spingerti in mezzo al traffico, mentre passa un pullman in corsa. Ma sono dettagli, no?- ghignò ilare

-Dio, che morte orribile- arricciai il naso, poi presi un sorso del mio cappuccino

Stava per replicare con quel suo fare scontroso quando il rombo di auto catturò la nostra attenzione.
Maddison si voltò di scatto, io mi limitai a fissare un punto indefinito nella sua stessa direzione, col cuore che scalpitava furente nel petto.
Dovetti deglutire perché mi si era formato un groppo in gola che non permetteva all'ossigeno nemmeno di passare.
Peggio fu quando quattro figure vestite di nero fecero il loro ingresso nella nostra visuale: mi tremavano le mani così tanto che per poco non mi rovesciai il cappuccino addosso.

Maddison non perse altro tempo e gli andò incontro facendo una sfuriata a tutti i membri dei caos; Noel si beccò persino un pugno sulla spalla da parte di quest'ultima, poi un abbraccio di quelli stretti.

The way you touch my soulDove le storie prendono vita. Scoprilo ora