4.I understand you

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"Sarebbe questa l'ora di ritornare a casa?"mi domanda mia madre,a braccia conserte.
Chiudo la porta e alzo gli occhi al cielo.
"Mamma ho quasi diciotto anni"mi lamento.
"Non mi interessa, finché tu abiti sotto questo tetto seguirai le mie regole"
La ignoro e salgo le scale.
"Neanche mi chiedi scusa,sei uguale a tuo padre"
Sei uguale a tuo padre.

Mi giro di scatto verso la donna e i miei occhi si riempiono di lacrime.
"Papà è meglio di te"e così che mia madre si zittisce.
Salgo velocemente le scale e mi chiudo in camera.
"Fanculo"butto lo skateboard a terra,senza pensare che potrebbe rompersi.
Il mio walkman e le cassette finiscono sul letto,lo stesso del mio pacchetto di sigarette (quasi vuoto).

"Fanculo!"stavolta lo urlo.
Mi inginocchio a terra e scoppio a piangere.
Ho passato una bellissima serata e adesso mia madre me l'ha rovinata,vuole essere una mamma
modello.
Ma non lo sarà mai.
Guardo la foto che raffigura me e mio padre sorridenti,seduti sul dondolo di casa nostra.
"Voglio stare con te a New York"dico
Inizio a singhiozzare.
"Perfavore...vieni qui e riportami a casa"

[...]
Sono appena entrata a scuola e subito Vicky mi viene incontro,sempre con il sorriso stampato sul volto.
Stamattina mia madre non c'era quindi non le ho dovuto parlare,meglio così.
"Buongiorno Meg"mi saluta lei
"Ehi com'è andata la partita?"le chiedo.
Non me ne frega nulla,voglio solo provare a non pensare alle cose che mi ha metto mia madre ieri.
Sei uguale a tuo padre.
"Abbiamo vinto!"esclama la rossa
"Fantastico"dico con un mezzo sorriso.
Ci avviciniamo ai nostri armadietti e nel mentre controllo l'orario scolastico.

Prendo il libro di matematica e chiudo la piccola anta di metallo dell'armadietto.
"Com'è andata con Robin?"le domando.
"Bene dai, è venuta a cantare l'inno della scuola una certa Tammy Thompson.
Lei ha detto che sembrava un Muppet e io le ho dato ragione, così ci siamo messe a ridere...tutto qui"Vicky fa spallucce.
"Un passo alla volta"dico
La rossa chiude l'armadietto e in mano ha il libro di inglese.
"Hai ragione,sei una buona portatrice di consigli"la rossa sorride.
"Uhm... grazie"dico con un leggero imbarazzo perché io non porto mai buoni consigli.

Mi guardo attorno e di Eddie non c'è nessuna traccia,volevo tanto salutarlo e ringraziarlo ancora per il passaggio di ieri.
In fondo non è svitato e cattivo come dicono tutti, semplicemente gli piace giocare a un gioco di fantasia.
E dal suo abbigliamento bizzarro posso dedurre che ama la musica metal.
"Chi stai cercando?"Vicky mi fa leggermente sobbalzare.
"Ehm nessuno"rispondo frettolosamente.
"Oltre a me conosci qualcun altro?"
Mi ha beccato.
"Ho fatto amicizia...con due ragazzi del primo"
Sto dicendo una mezza verità perché sì,ho conosciuto due ragazzi del primo.
Anzi mi hanno chiesto di giocare a D and D.
Però non ho menzionato che fanno parte dell'Hellfire Club e che sono amici di Eddie Munson.

"E quali sarebbero questi rag-"Vicky non finisce di pormi la domanda che la campanella suona.
In questi casi serve.
"Io vado,ci vediamo dopo!"scappo via da lei ed entro in classe,che stranamente sono riuscita a trovare.
Mi siedo agli ultimi banchi e poggio il libro sul banco,non ho minimamente voglia di ascoltare e poi non capirei un cavolo.

Dopo qualche minuto il prof entra e ci saluta.
Dopo neanche quindici minuti di spiegazione,chiedo al professore di andare in bagno.
La voce noiosa dell'uomo non mi aiutava minimamente a dimenticare le parole di mia madre e soprattutto rendeva la lezione ancora più noiosa.
Esco dalla classe e invece di andare in bagno,esco fuori dall'edificio senza farmi vedere da un bidello o da un qualsiasi professore.

Guardo il boschetto,la tentazione è tanta.
Mi servirebbe fumarmi una canna,voglio dimenticare tutto.
Basta ci vado.
Percorro il campetto,sempre guardandomi intorno per non essere vista.
Mi inoltro nel boschetto e cammino fino ad arrivare a un tavolo dove si fanno i pic nic.
Non c'è nessuno,secondo me Eddie non spaccia.
È solo una voce.

Mi infilo le cuffie nelle orecchie e faccio partire Rock You Like a Hurricane degli Scorpions.
Non ho la minima voglia di ritornare in classe e per di più di ascoltare una noiosissima lezione di matematica.
Ad un tratto qualcuno mi toglie le cuffie e la musica sparisce dalle mie orecchie.
"Non pensavo che fossi una tipa da canne, ragazza rara"mi sussurra nell'orecchio.
Mi giro e lo vedo,con la sua chioma folta di capelli ricci e corvini,il suo abbigliamento bizzarro con addosso la maglietta del club e i numerosi anelli infilati tra le dita.

"Allora non erano solo voci"sorrido leggermente,mentre metto in pausa la canzone.
"Non dovresti essere a lezione?"mi domanda il ragazzo, poggiando sul tavolo una piccola valigetta di metallo.
"Ti rigiro la domanda"mi siedo al tavolo e lo stesso fa Eddie, sedendosi di fronte a me.
"Così non vale"sbuffa lui,con un finto broncio.

Passano alcuni secondi di silenzio.
"Allora?"
"Allora cosa?"gli chiedo confusa
"La maggiore parte degli studenti vengono qui per comprare un po' di roba...per divertirsi oppure per sentirsi meglio"il corvino fa spallucce.
"Ah sì...vorrei comprare un po' di roba"
Apre la sua valigetta e mi mostra qualche bustina con dentro la marijuana.
"Ti do una mezza oncia per venti dollari"ne prende una.
Guardo il contenuto,mi sono veramente ridotta a comprare della droga solamente per rilassarmi?

"A dir la verità io non te la voglio vendere,non voglio che ti riduca in uno straccio"rimette la bustina dentro la valigetta.
Mi conosce solamente da due giorni e già ci tiene a me.
È pazzesco.
Sospiro e passo una mano tra i miei capelli lunghi e ricci.
"Hai mai la sensazione che stia tutto andando a puttane?"gli chiedo mentre mi guardo le mani.
Eddie gira la testa di lato e mi guarda.
"In pratica tutti i giorni"il ragazzo cerca il mio sguardo.
Così lo alzo e i suoi occhi incrociano i miei.
"Che ti succede Meg,dimmi cosa ti passa per la testa...se vuoi ovviamente"è dolce e imbarazzato nello stesso momento.
È carino.
Se mi chiama con il mio nome vuol dire che è serio.

"Prima di venire qui vivevo a New York insieme a mia madre e mio padre.
Eravamo una famiglia felice fino a quando il loro amore è sparito,due mesi fa hanno divorziato.
Volevo tanto restare con mio padre ma per colpa di quelle cazzo di pratiche del divorzio,sono dovuta restare con mia madre.
Io e lei non abbiamo un bel rapporto,litighiamo sempre e...vorrei tanto ritornare a New York da mio padre"Eddie mi ascolta in silenzio,non vuole interrompere.

"Perciò vuoi comprare della droga?"mi domanda lui
Annuisco.
Il litigio di ieri è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso.
"Però quando finirò la scuola ,mi trasferirò subito a New York e finalmente potrò rivedere mio padre"qualche lacrima riga le mie guance.
"Non piangere Meg..."con un pollice mi asciuga le guance e sorride.

"Anche i miei hanno divorziato,circa quattro anni fa...quindi ti capisco"
"E per questo ho iniziato a fumare marijuana e spacciare"aggiunge lui
Sospiro.
"Perfavore Eddie potrei averne solo un poco,vorrei tanto staccare la spina"lo prego.
"Eh va bene ragazza rara"apre la valigetta e prende una bustina.
Dalle tasche dei miei jeans cerco di trovare qualche soldo.
"È gratis,omaggio della casa"il ragazzo sorride.
"Va bene... grazie"il suo spacciatore la prenderà malissimo.
"Se ti senti male la responsabilità è solo mia,te lo giuro"il corvino si mette una mano sul cuore.

La infilo in tasca e la nascondo per bene.
Guardo l'orologio e noto che sono rimasta qui fin troppo.
"Devo tornare in classe, sicuramente avranno già chiamato la polizia"ironizzo mentre mi alzo.
"Tu non torni in classe?"gli chiedo
"In classe c'è quel coglione di Adams,in pratica non si accorge nemmeno se esci fuori dalla classe"mi spiega lui,mentre si accende una sigaretta.
"Va bene,ci vediamo in giro Munson"faccio per allontanarmi ma lui mi chiama.

"Che c'è?"mi giro verso il corvino.
"Sei libera stasera?"mi domanda con un leggero imbarazzo.
"Sì,voglio stare il più possibile lontano da mia madre"
"Potremmo stare a casa mia e...potremmo divertirci,con la droga non facendo sesso"mette subito le mani davanti.
"Tranquillo lo avevo capito"ridacchio.
"Allora a stasera ragazza rara"
"A stasera Munson"

𝐹𝑟𝑒𝑎𝑘//𝐄𝐝𝐝𝐢𝐞 𝐌𝐮𝐧𝐬𝐨𝐧Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora