9.

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Natalie

É ormai mezz'ora che siamo qui e, come previsto, siamo pari.
«Che dire Pepper...sei fortissima.»
Mi dice mettendo la sicura mentre si gira verso di me.
Lo ringrazio con un sorriso e metto la imito.
«Pepper penso sia l'ora di andare a casa. Per quanto mi piaccia tutto questo, e ti assicuro che mi piace tantissimo, tra poche ore c'è il ballo -»
«Cazzo, Stacy.» Afferro la scatola e la giacca della divisa per poi iniziare a correre verso l'auto. «Stacy mi sta aspettando a casa mia.» Scoppia a ridere scuotendo leggermente la testa.
«Wow, sei proprio elettrizzata per questa sera eh.» Mi fermo improvvisamente e in quel momento lui mi viene addosso. Mi sento catapultata in un romanzo. A pochi millimetri dal mio viso Thomas sfoggia un sorriso degno di un dipinto, contagiando anche me.
«Ma no è che...» Che faccio glielo dico? Oh ma si, chissà e frega.
«Thomas.» Abbasso la testa, troppo imbarazzata per parlare guardandolo negli occhi.
«Non sono mai uscita con nessuno.» Sputo fuori tutto d'un fiato, strizzo gli occhi per la paura delle sue possibili prese in giro. Quello che ricevo però sono due dita sotto al mento che mi sollevano delicatamente la testa.
«Sarò onorato di essere il primo, Pepper.» Un sorriso pieno di dolcezza e comprensione riempie il viso di entrambi. É sempre così facile con lui, mi viene tutto così naturale.
«Forza andiamo a casa.» Mi dice porgendomi la mano che io prontamente afferro.
«Stasera questa dovrai portarla, per sicurezza.» Annuisco e prendo il telefono per avvisare Stacy del mio ritardo.
«Grazie Thomas, di tutto.» Scendo dall'auto salutandolo.
«Ci vediamo alle otto.» Mi dice prima di ripartire verso casa sua.

Mi giro verso la porta di casa mia e stranamente non vedo Stacy. Che sia andata via? Convinta di averla offesa, entro in casa con il morale sotto terra. Quello che mi si presenta davanti mi fa rimanere a bocca aperta.
La casa assomiglia ad un centro benessere, c'è una postazione trucco, il necessario per la ceretta, phon e piastra già attaccati alla corrente.
«Wow!» Esclamo meravigliata e, in quel momento, spuntano Stacy e mia madre dalla cucina.
«Forza che sei in ritardo, tra due ore Thomas e Caleb saranno qua!» Urla Stacy mentre mastica un biscotto che riconosco subito, sono quelli che prepara sempre mamma nelle occasioni speciali.
Rido saltellando sul posto per poi correre ad abbracciarle. Rubo il biscotto che si stava per mangiare mamma e poi corro di sopra.
«Vado a farmi la doccia!» Urlo salendo le scale.
«Oh Carol, crescono così in fretta.» Sento Stacy dire a mia madre per poi scoppiare a ridere entrambe.
Non mi sembra vero.

In un attimo mi sono già spogliata, l'unica cosa che mi è rimasta è la pistola che avevo infilato dietro ai jeans.
La soppeso un po' per poi puntarla allo specchio, a me. Cè da dire che sto proprio bene con questa in mano. Una scarica di adrenalina mi stordisce. La metto sotto i vestiti e mi butto in doccia. Nel giro di dieci minuti avevo fatto, mi avvolgo un asciugamano in testa e uno sul corpo per poi andare giù.
Stacy mi inchioda alla sedia e inizia a truccarmi. Mi fa giurare di non guardarmi allo specchio fino a lavoro finito e così faccio. Quando ha finito mi inizio ad asciugare i capelli mentre lei si trucca.
Vado in camera, mi assicuro che le tende siano ben chiuse e mi infilo il vestito. Come promesso non ho sbirciato lo specchio. No ok, una sbirciatina l'ho data, ma piccola giuro.
Infilo le décolleté nere e vado al piano di sotto.

«Dio Nat.» Dice mia madre portandosi le mani alla bocca, è emozionata.
Sposto lo sguardo su Stacy che è intanto ha finito di prepararsi, è bellissima, indossa un vestito simile al mio ma viola.
«Stacy, sei fantastica.»
«Perchè tu ancora non ti sei ancora vista.» Mi afferra la mano e mi fa sedere dove si trova la piastra.
«Boccoli?»
«Boccoli.» Acconsento senza togliermi un enorme sorriso dalla faccia.
Non mi è mai capitata una cosa del genere, una mia amica a casa mia, mia madre così rilassata, un appuntamento! Sto per andare ad un ballo con Thomas, non ci posso ancora credere. Se sto sognando, vi prego, non svegliatemi. Sento il passato bussare alla porta della mia mente ma, per la prima volta in tutta la mia vita, riesco a non farlo entrare.

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