15.

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Thomas

Non ci posso credere, mi sono reso ridicolo davanti a tutti e lei mi ha fregato. Che stronza!
Però cazzo, quanto mi è mancato vederla ridere.

Mi sfilo questo stupido costume buttandolo a terra vicino ad un lavandino. Caleb non smette di ridere, tanto che si deve tenere alla porta di uno dei bagni per non cadere.

«Smettila, coglione.» Lo fulmino con un'occhiataccia che però fa solo aumentare le sue risate.

«Ti ha proprio fregato amico, è furba.»

«Questo lo sapevo già.» Sbuffo frustrato. «Ma credo di essere a buon punto. Non mi ha dimenticato, proprio come io non ho dimenticato lei.»

«E cosa te lo fa pensare?»

Mi sfugge un sorriso ripensando a quello che stava succedendo poco prima in aula.

«Istinto.»

«Se lo dici tu.»

Una volta rivestito usciamo entrambi dal bagno. Nat e Stacy sono li fuori ad aspettarci. Beh Stacy stava aspettando Caleb, Nat sembra molto contrariata.

È bellissima.
No, non credo che la dimenticherò mai.

«Ti dona il pizzo.» Mi dice Nat affiancandomi mentre i nostri amici si sono già incamminati.

«A me dona tutto, Pepper.» Mi avvicino a lei costringendola ad indietreggiare fino a farle appoggiare la schiena al muro. «Soprattutto le tue labbra sulle mie.»

Lei butta fuori l'aria improvvisamente, come se avesse trattenuto il fiato finora.

«Che c'è Pepper, sei rimasta senza parole?»

«Allontanati.»

«Altrimenti?»

«Altrimenti ti ritroverai con parecchie ossa rotte.» Una voce che sfortunatamente riconosco subito mi sorprende alle spalle.

«Pepper, il tuo amico non ha un grande istinto di sopravvivenza.» Dico a un soffio dalle sue labbra. Le sfioro con le mie facendomi divampare un fuoco dentro che potrò spegnere solo più tardi con una doccia gelida. Lei mi viene incontro con il viso, in modo impercettibile. Sorrido per poi girarmi verso Marcus.

«Fossi in te me ne andrei e anche alla svelta. Non sono famoso per la mia pazienza.» Mi guarda in cagnesco per poi addolcire lo sguardo quando lo sposta su Nat. La mia Nat. Non deve nemmeno pensarla.

«Andiamo, piccola.»

Ci manca poco che lo azzanno sentendolo pronunciare quel nomignolo. 'Sto coglione.

Mi giro verso Natalie, implorandola con lo sguardo di non seguirlo, di rimanere qui con me. Non è affatto da me, sto cambiando e me ne rendo conto, ma non posso perderla.

«Marcus, penso che dovresti andare. Ho saltato troppe lezioni ultimamente. Ne avrò per altre due ore, ci vediamo all'uscita.»
Lui sembra destabilizzato ma annuisce e si allontana dandomi una spallata quando mi passa accanto. Non ci do neanche peso tanto sono concentrato su Natalie.

«Vieni con me.» Le afferro una mano iniziando a correre verso l'uscita di emergenza.

«Maas» Cazzo, è così bello sentirglielo pronunciare. «Dove stiamo andando? Non possiamo uscire dalla scuola, ci vedranno.»

«E chi ha detto che dobbiamo uscire?»

Saliamo le scale di corsa, pronto ad afferrarla al volo ogni volta che inciampava e si, è successo parecchie volte visto il buio totale che ci circonda. Io ormai vado a passo spedito, conosco questo posto a memoria.
Quando arriviamo in cima siamo senza fiato, in parte per la corsa e in parte per le risate.

«Dove siamo?»
Non le rispondo e apro la porta che ci troviamo di fronte.

Con un espressione estasiata inizia a camminare fino al cornicione.

«Che meraviglia.» Sussurra, persa ad osservare la città vista dall'alto.

«Già.» Sussurro io, perso a guardare lei.

Il cielo grigio promette pioggia ma ci permette di bearci delle luci della città. Palazzi, lampioni, auto. Stare qui mi ha sempre fatto sentire libero. È qui che mi rifugiavo. Dio solo sa quante volte ho finto che la scuola mi avesse messo in punizione per poter rimanere qui. Per evitare di tornare a casa, da lei.

«Non sapevo si potesse venire quassù.» Si gira e io mi affretto a distogliere lo sguardo. Ma guarda te, mi imbarazzo pure. Non sono più lo stesso.

«Infatti non si può.» Dico io facendola sorridere.

Mi siedo sul cornicione con una gamba che penzola nel vuoto e una appoggiata al pavimento. Lei fa lo stesso.

«Non hai paura?» Chiedo sorpreso.

«Thomas, uccido le persone e dovrei avere paura di questo?» Dice indicando la strada sotto di noi.

«In effetti.» Sorrido per la sua schiettezza.

Le offro una sigaretta ma lei rifiuta tirando fuori il suo pacchetto dal retro della gonna.
Io ci ho provato, giuro che ci ho provato a non guardare ma quel gesto ha portato la mia attenzione sulle sue cosce scoperte. E beh, ho appena firmato per la mia fine.

«Che hai da guardare?» Mi dice portandosi una mano davanti alla bocca, in parte per accendersi la sigaretta e in parte per nascondere il sorriso che le si è formato.

«Sei bellissima, Pepper.»

«Non fare cosi, Thomas.»

«Perché no? Natalie, mi manchi. Mi manchi infinitamente, faccio fatica a respirare quando non ci sei. Mi sento solo, mi sento vuoto. So di non essermi comportato correttamente nei tuoi confronti, ho agito da egoista. Avevo paura che avresti voluto allontanarti da me e così...beh ho pensato che legandoti agli Scorpions potessi tenerti sempre vicina. Ho sbagliato lo so ma, ti prego, non buttiamo via tutto per una mia cazzata. Permettimi di rimediare, di dimostrarti che puoi fidarti di me.»

Natalie mi sta guardando, noto i suoi occhi diventare lucidi. Passano i secondi e il cuore mi sta scivolando via proprio come sta facendo una lacrima sulla sua guancia.

«Io mi fido di te. Mi fido solo di te.» Prende un tiro dalla sua sigaretta
Mi faccio leva con le braccia e mi avvicino a lei.

«Allora riproviamoci Nat. Lascia stare quel coglione, torna da me.»

«Non posso, tu mi ferirai.»

«No, non lo farei mai. Non lo farò e lo sai, Nat.»

«No, non è vero.»

«Si, invece. Nat mi sei entrata dentro. Non rinuncerò mai a te, ti graviterò attorno in eterno. Non potrei allontanarmi da te nemmeno volendo, dovrebbero uccidermi per farmi smettere di cercarti.»

«Non posso...» Le prendo il viso tra le mani e lo porto davanti al mio.

«Tu puoi tutto, Pepper. Puoi fare tutto ciò che vuoi e io lo so, cazzo se lo so, tu vuoi me tanto quanto io voglio te.»

I nostri occhi si incontrano e si scontrano iniziando una battaglia all'ultimo sangue.

«Ti prego.» Le do un leggero bacio sulla guancia. «Torna da me.» Un altro ancora. «Torna da me, Pepper.» Un ultimo bacio e mi ritrovo ad un soffio dalle sue labbra.

«Ti odio.» Sputa fuori lei prima di avventarsi sulle mie labbra.
Mi sembra di tornare finalmente a respirare. Le afferro i fianchi portandola sopra di me. Le sue labbra morbide accarezzano le mie che invece la baciano con irruenza.
Ma è quando schiude le labbra che l'incontro tra paradiso e inferno mi provoca come un'esplosione nel petto. Le nostre lingue iniziano una danza fatta di passione, bisogno e mancanza.

Non so, sarà perché ci troviamo a diversi metri di altezza, seduti su un cornicione, ma nemmeno le corse in moto mi hanno mai fatto provare così tante emozioni, così tanta adrenalina.

Ci separiamo per riprendere fiato ed è solo quando immergo i miei occhi nei suoi che realizzo.

Merda. Mi sa che mi sto innamorando.

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