17.

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Thomas

Ho sentito il mio cuore colare a picco, sprofondare ad ogni sua parola. Finché, al suo 'addio', non si è schiantato talmente forte da frantumarsi.

Non la capisco. Un attimo prima sembrava mi avesse perdonato e un attimo dopo scappa.

Mi sento preso in giro e non ho mai permesso a nessuno di farlo. Per lei è stato un errore. Bene, lo penso anche io. Ho già investito troppo me stesso in questa storia ma non rincorrerò più nessuno. Finisce qua.

Spengo la mia sigaretta sul muretto su cui sono seduto per poi lasciarla cadere giù.

Faccio un profondo respiro, mi sistemo la giacca della divisa e mi incammino verso le scale.

La campanella è suonata da poco quindi aspetto che tutti i ragazzi rientrino nelle loro classi prima di entrare in corridoio.

Mi incammino verso l'uscita ma, quando sento dei singhiozzi  provenire da dietro di me, mi fermo e mi giro. Natalie è in piedi di fronte al suo armadietto mentre stringe un foglio di carta.

Mi accosto dietro una colonna per non farmi vedere.
D'un tratto le gambe le cedono e crolla a terra in ginocchio. Provo l'impulso di correre da lei ma mi fermo. Non mi vuole con lei, che ci andasse Marcustronzo.

Stringo i pugni e mi costringo a riprendere il mio percorso. Il cuore mi si strazia a lasciarla lì in quelle condizioni ma non è più affar mio e me ne devo fare una ragione.

Esco fuori e il profumo della pioggia che sta arrivando mi strappa un sorriso.

In un angolo noto un uomo, indossa una giacca blu sopra una maglietta nera e dei pantaloni color cachi. Ha il viso sfatto, e scavato, la barba lunga di settimane e riesco a vedere le occhiaie profonde sotto agli occhiali da sole. L'impressione di averlo già visto mi fa allarmare. Non ho una bella sensazione.

Seguo la direzione del suo sguardo e noto che sta puntando a Marcus che però non sembra rendersi conto di nulla.

Quel coglione sta aspettando Natalie da due ore e continuerà a farlo per un'altra ora. Sta appoggiato alla sua moto sotto una tettoia alla destra del cancello di scuola e smanetta con il cellulare.

In quel momento Marcus alza gli occhi e li incrocia con quelli dell'uomo. Annuisce con uno sguardo d'intesa e l'uomo, senza dire o fare nulla, se ne va.

È strano. Molto strano. Devo assolutamente indagare.

Mando un messaggio a Scott, spiegandogli la situazione. In un attimo mi conferma di essere riuscito ad entrare nelle videocamere della scuola.

- C'è qualcosa che non mi quadra.
- Che intendi?
- Le registrazioni sono bloccate.
- E sbloccale.
- Non ci riesco.
- Che cazzo vuol dire? Sei entrato nelle registrazioni di cose molto più importanti e codificate di un liceo.
- Sono state bloccate da qualcuno di bravo. E sto ferendo il mio orgoglio in questo momento ma cazzo, chi le ha bloccate è davvero un genio.
- Continua a provarci. Voglio quelle registrazioni.
- Si, capo.

Cazzo! Sono sicuro che lo zombie centri qualcosa con questa storia, sta tramando alle spalle di Natalie. L'impulso di correre da lei è forte, ma resisto. Le starò vicino ma senza che lei se ne accorga. Mi ha ferito si, ma ucciderei comunque a mani nude se qualcuno provasse a farle del male.

Mi apposto dietro una colonna e mi siedo su un muretto li vicino per tenere d'occhio la situazione.

Il tempo passa, il mio pacchetto di sigarette è ormai quasi terminato e la mia pazienza è agli sgoccioli. Non ho ancora ricevuto notizie da Scott, non è mai successo che ci mettesse così tanto. Persino con i dati della CIA su alcuni trafficanti di essere umani ci aveva messo meno di quindici minuti. E ora è bloccato su delle telecamere di una scuola, chissà che ci sta dietro.

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