I put you on top, I claimed you so proud and openly
And when times were rough, I made sure I held you close to meLa mattina dopo, Mike venne svegliato da uno strano baccano, due voci che in quel momento non era in grado di distinguere stavano conversando animatamente al di fuori della sua stanza. Maledì mentalmente chiunque fosse e tornò a dormire, questa volta coprendosi le orecchie col cuscino. La sera prima era riuscito a prendere sonno verso le prime luci dell'alba. Non era riuscito a darsi pace. Il pensiero di quel bacio e lo sguardo di Will dopo esso lo tormentava. Si chiese come avesse dormito Will, se fosse rimasto nel furgone dopo di lui, il perché non l'avesse seguito fuori, se stesse provando rabbia, tristezza, se dopo l'accaduto non gli avrebbe mai più rivolto la parola.
La porta della stanza si aprì, permettendo alla luce di riempirla in pochi secondi e inevitabilmente svegliando Mike una volta per tutte. Si sedette sul letto e, dopo essersi stropicciato gli occhi, cercò di capire chi fosse l'addetto alla tortura che stava subendo da una decina di minuti ormai. Si ritrovò davanti l'amico di Jonathan, Argyle, con un sorriso idiota stampato sulle labbra. Non gli parve strano; quel tipo era sempre entusiasto e in uno stato di nirvana. Sarà stata colpa della marijuana, pensò, anche lui quando la fuma si mette a baciare i suoi amici? Scosse il capo per scrollarsi di dosso quel pensiero indesiderato.
«Che c'è?», chiese egli, con un'espressione accigliata e gli occhi socchiusi per via della luce accecante.
«Abbiamo deciso di non partire oggi», proferì quasi ridendo Argyle, per poi affrettarsi a cercare qualcosa tra le sue poche cose.
Mike si stupì di quella dichiarazione. Come sarebbe non partiamo oggi? E come avrebbero cercato Undi? Il tempo stringeva, non potevano di certo perdere giorni a stare in quello stupido motel.
«Siete impazziti per caso?», quasi urlò Mike, seguendo l'altro con lo sguardo.
«Amico, rilassati», replicò con quel suo sguardo stupido, il quale Mike in quel momento avrebbe voluto strappargli dalla faccia a morsi dal nervoso, «Sei in California, oggi si va in spiaggia».
Mike inspirò ed espirò lentamente, cercando di calmare i suoi nervi. Era impossibile non alterarsi sentendo l'idea idiota che avevano avuto gli altri, ammesso che siano tutti d'accordo. Si alzò dal letto e uscì velocemente dalla stanza, dirigendosi verso quella di Will e Jonathan. Non potevano prendere decisioni così importanti senza consultarlo. Non potevano lasciare Undi. Durante il breve tragitto, si chiese se stesse dando di matto solo perché era preoccupato per lei o anche perché si sentiva in colpa per aver baciato qualcun altro. Insomma, anche con un ragazzo si trattava di tradimento, no?
«Potete spiegarmi com'è che vi è saltata in mente questa strana idea?», domandò Mike, dopo aver bussato ed essere stato accolto da Jonathan, visibilmente assonnato.
«Dici della spiaggia?», Jonathan lasciò un piccolo spiraglio di porta aperta, attraverso il quale Mike individuò la figura di Will seduta sul proprio letto, anch'esso visibilmente assonnato e leggermente scombussolato da quel brusco risveglio.
Mike annuì, senza distogliere lo sguardo da Will. Il secondo non lo guardava neanche, lo stava facendo apposta o semplicemente non si era reso conto che fosse lì? Non voleva guardarlo? Era così arrabbiato?
«Beh, dobbiamo riposarci almeno un giorno», si giustificò Jonathan, il quale non gli parve disposto a parlarne ulteriormente o a cambiare i loro piani.
Mike sospirò pesantemente. Si rassegnò all'idea di dover rimandare il loro viaggio. D'altronde, si era appena reso conto che sarebbe stata una buona occasione per chiarire le cose con Will; era l'unico modo per rimanere soli e parlare civilmente, senza sostanze di mezzo.
STAI LEGGENDO
Un terzo mondo (byler)
Hayran KurguDove Will Byers, stanco di fingersi l'amico frustrato, dichiara a Mike Wheeler di amarlo. Dove Mike, sorprendentemente, scopre di non essere più certo della sua sessualità, scopre che esiste una terza realtà, un terzo mondo. La storia è ambientata d...