Capitolo 10 - Sergej

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Il giorno seguente Sergej era ancora confuso. Si era svegliato all'alba non riuscendo a dormire bene. Aveva in mente tutto quello che era successo con Daniel e poi l'incontro successivo con Maxi aveva risollevato per un attimo il suo umore.

Mentre si dirigeva agli studi, si chiese se il capo avesse menzionato il loro incontro, salvo poi restare deluso quando non lo trovò.

"Ciao Sergej, oggi cambiamo scena," annunciò il registra appena lo vide "purtroppo il tuo coprotagonista non potrà venire."

Sergej annuì spaesato "Si sa perché?" chiese curioso.

"Ha avuto un impegno di lavoro. Oggi faremo la scena con i tuoi genitori. Vogliono farti cambiare scuola, ma tu non vuoi perché hai in mente sempre il professore" guardò i fogli "Hai poche battute, poi sei libero per tutto il giorno."

"Va bene, vado a cambiarmi" sussurrò il ragazzo deluso, si diresse ai camerini sospirando. Perché Daniel non c'era? Aveva troppo lavoro? Sbuffò spalancando la porta. I vestiti erano già stati preparati e... si bloccò vedendo il vassoio sul tavolo.

"Cos'è?" chiese andando ad osservare da vicino. C'era una tazza di latte, dei toast, biscotti e brioche, di fianco al vassoio un biglietto. Sergej lo prese confuso, nessuno mai gli aveva lasciato qualcosa.

'Per ripagare la colazione di ieri. Se vuoi ci vediamo stasera, stesso posto. Daniel' lesse e il ragazzo sorrise. Gli aveva fatto portare da mangiare nonostante non ci fosse. Ma questo invito? Si morse un labbro, non voleva andare, eppure aveva voglia di vederlo e la delusione di non trovarlo quella mattina era ancora forte. Ti ha cacciato di casa. Non pensarci nemmeno!

Confuso, ma felice al tempo stesso, andò al lavoro per poi finire un paio d'ore dopo. Quel pomeriggio aveva lezione quindi la mente sarebbe stata occupata o almeno sperava.

Maxi lo aveva aggiunto praticamente subito su Facebook, e Sergej troppo in pensiero per quella sera, prese la palla al balzo e invitò il vecchio amico a pranzare insieme. 

"Ciao" lo salutò, quando lo vide arrivare. Erano in un chiosco vicino l'università, così subito dopo sarebbero potuti andare a lezione tranquillamente. 

"Non credevo mi avresti invitato" ammise Maxi, contento e leggermente rosso in viso.

"Te l'ho detto, mi fa piacere aveva un amico" gli sorrise e così fece l'altro. Entrambi si misero seduti e ordinarono un paio di panini. 

"Allora? Questa serie?" gli chiese il ragazzo quando il cibo fu portato "Sei contento?"

Sergej ingoiò il boccone appena dato, prese un sorso di coca cola e lo guardò con tristezza facendo un mezzo sorriso "Sì" disse alla fine. 

"Dall'espressione non sembra" rispose maxi, posando il pranzo "Qualcosa non va?"

Daniel non va! urlò nella sua mente, salvo poi tacere e scuotere il capo "Ti andrebbe di venire domani? Ho altre scene da girare" 

"Posso davvero venire?" gli domandò sorpreso e Sergej annuì.

"Non credo dovrebbero esserci grossi problemi!" e addentò di nuovo il pane "Oggi non ho voglia di seguire la lezione" sospirò. Quel maledetto invito non voleva uscire dalla sua mente.

Maxi sorrise e riprese anche lui a mangiare "Sei sempre stato così, intelligente e svogliato" scoppiò a ridere "Ricordi quando..." Maxi cominciò a parlare, riportando alla mente quello che aveva fatto alle medie. Sergej rise insieme a lui ricordando i vecchi tempi, ma la mente era sempre lì, al biglietto di quella mattina, al possibile incontro di quella sera. Cosa doveva fare? Stava davvero valutando l'idea di andare? Dopo quello che mi ha fatto... 

"Ci vediamo domani allora?" chiese Maxi dopo aver finito di mangiare "Oggi sembravi distratto" ammise.

"Scusami, ho tante battute da memorizzare" mentì, anche se in realtà quella sera avrebbe davvero dovuto studiare.

"Fingerò di crederti" bisbigliò Maxi deluso e Sergej finse di non sentirlo. Alla fine gli amici si diedero appuntamento per il giorno seguente e si separarono. Come la mattina e il pranzo anche il pomeriggio scivolò via troppo in fretta e l'ansia aumentò nel ragazzo. 

Sergej si ritrovò sul letto, alle otto di sera, vestito di tutto punto, ma ancora indeciso sul da farsi.

Che faccio? Vado o non vado? 

Prese il cellulare e fissò lo schermo. Basta, era ora di decidere!





È stato un colpo di fulmineDove le storie prendono vita. Scoprilo ora