Capitolo 17 - Sergej

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Sergej accompagnò Daniel a casa. 

Sia l'autista, l'assistente che la governate si erano proposti di aiutarlo, ma aveva detto loro di potercela fare e di fargli trovare delle medicine in camera. Voleva prendersi cura di Daniel e lo avrebbe fatto da solo.

Lo aiutò a mettersi a letto e poi si mise seduto di fianco a lui. "Posso spogliarti?" chiese con dolcezza.

Daniel aveva una mano sulla fronte, gli occhi chiusi, le guance rosse, il fiato corto ed era visibilmente accaldato. Mentre aspettava una risposta, si alzò e andò al suo armadio. Non si meravigliò nel vedere solo completi eleganti. Si mise alla ricerca di una t-shirt e dei pantaloncini e li trovò, in un cassetto in fondo, come se volessero essere nascosti. Li prese e si riavvicinò al ragazzo "Daniel?" bisbigliò.

L'uomo aprì un po' gli occhi e Sergej gli prese la mano, gliela spostò dal volto e la guardò "Voglio aiutarti a cambiare, questi sono più leggeri" e indicò i vestiti che aveva sulle ginocchia.

Daniel gli strinse forte il palmo e scosse il capo "Dammi solo la medicina, devo tornare al lavoro" provò ad alzarsi, inutilmente. 

"No. Oggi resterai qui con me. Ne abbiamo già parlato. Ho già avvertito tutti."

"E' un ordine?" chiese debolmente.

"Sì" e gli lasciò andare la mano, appoggiò le dita sul viso e lo accarezzò, constatando al tempo stesso quanto fosse caldo "Mi prenderò cura di te finché non ti sarai ripreso"

"Perché?" chiese Daniel, inclinando il capo verso la mano di Sergej, voleva un'altra carezza.

"Sei il mio capo" rispose con una mezza verità ed entrambi sorrisero. Daniel poi chiuse gli occhi e annuì, gli stava dando il consenso per proseguire. A quel punto con mano tremanti, l'attore poggiò una mano sulla sua nuca e lo aiutò ad alzarsi un pochino, giusto quanto bastava per sfilargli la giacca. Era totalmente stupido, lo sapeva, ma era così imbarazzato, eccitato ed emozionato che cominciò a sudare lui stesso. Non solo le dita, ma anche le gambe gli tremavano. Averlo così vicino, indifeso, stretto a sé gli fece palpitare il cuore. Era tutto così intimo e personale, come se non lo stesse solo aiutando a cambiarsi.

Sono solo uno sciocco si rimproverò. Sfilata la giacca, la mise da parte e aiutò di nuovo Daniel a sdraiarsi. Portò poi le mani alla camicia e con estrema delicatezza e lentezza slacciò uno ad uno i bottoni. Lo aveva già visto spogliato, ma adesso tutto gli sembrava diverso. Amplificato. Fece lo stesso con i pantaloni e, così come lo giacca, gli tolse tutto. Si diede un minuti per osservarlo e poi prese i vestiti che aveva preparato. Con delicatezza lo aiutò a rivestirsi, sentendosi emozionato per ogni cosa che faceva. Che mi succede? 

"Quando starai meglio," disse deglutendo una volta finito "facciamo una doccia".

 Debole, Daniel rispose annuendo. Era mezzo addormentato. 

Sergej prese la medicina che gli avevano preparato insieme all'acqua, gli alzò la testa e lo aiutò a prenderle "Cerca di riposare, vado a prepararti qualcosa da mangiare" ma il capo non lo stava ascoltando, si era già accoccolato a letto e in un niente si era addormentato. 

"Devi aver lavorato molto per ridurti così" gli sussurrò. Lo osservò per un attimo, così tranquillo e meno austero rispetto a quando era sveglio. Sembrava un'altra persona adesso che lo guardava. Molto più affascinante del rigido Daniel capo della 'CineFly'. Senza pensarci si avvicinò a lo baciò sulla fronte, poi si alzò per andare a preparare da mangiare, ma non appena si mosse una mano gli si strinse intorno al polso. 

"Resta qui" bisbigliò Daniel.

"Vado solo a prepararti qualcosa" rispose.

"Vai tra poco..." protestò l'altro, aprendo gli occhi "Sdraiati qui"

"Ma io..." fece per ribattere, ma quando incontrò lo sguardo intenso dell'altro, non riuscì a dirgli di no e gli si mise sdraiato vicino, dandogli però le spalle "Andrò quando ti sarai davvero addormentato"

Daniel annuì e appena Sergej gli fu accanto lo abbracciò stretto a lui. Schiena contro petto. Intrecciò le gambe con le sue e lo circondò con le braccia andando a prendergli le mani. "E non dimenticare la doccia" disse prima di appoggiare il capo sull'altro.

Sergej sorrise imbarazzato, ma al tempo stesso gli si strinse anche lui contro. Si sentiva bene, al sicuro, come se avesse trovato il suo posto ed ebbe paura. E' la cosa giusta da fare? I miei genitori... come se gli leggesse la mente Daniel lo strinse, se possibile, ancora più a sé. Fece per dirgliene due, ma alla fine era così felice che lasciò perdere e disse a se stesso di godersi semplicemente il momento. 

Più tardi, molto più tardi, avrebbe riflettuto sul da farsi.

 



È stato un colpo di fulmineDove le storie prendono vita. Scoprilo ora