Capitolo 30 - Daniel

412 25 4
                                    

Una settimana dopo, non riuscendo realmente a trovare un appartamento, Sergej e Jeremi furono costretti a trasferirsi da Daniel. L'uomo, ovviamente, ne era più che entusiasta.
"Ti aiuto con le valigie" gli disse prendendo la borsa. Erano appena arrivati e Daniel voleva offrire loro il meglio! Sentendo le sue parole però il ragazzo lo guardò stranito.
"Davvero vuoi fare del lavoro fisico? Tu?" Sergej si divertiva un mondo a prenderlo in giro.
Daniel sorrise, scoprendo che da quando lo frequentava era cambiato, prima infatti non rideva così spesso.
"Ti prendi gioco di me?" Gli si avvicinò e gli afferrò la nuca tirando il viso a poco centimenti dal proprio "Non facciamo del lavoro fisico tutte le sere?" Lo stuzzicò.
Sergej sgranò gli occhi per poi spingerlo leggermente "Non conta e poi..." imitandolo gli afferrò la cravatta e gli si fece ancora più vicino, le labbra si sfioravano "Mio fratello è qui."
Un colpo di tosse infatti fece girare entrambi gli uomini riportandoli alla realtà, Jeremi era dietro di loro che li guardava seccato. Aveva una piccola borsa sulle spalle e non vedeva l'ora di esplorare la casa e magari mangiare qualcosa prima di chiamare Maxi.
"Perché non andate in camera e basta?" Scosse il capo e li superò, la governante, forse nascosta dietro l'angolo, repentina lo invitò a seguirla.
"Vado anch'io" disse Sergej cercando di superare Daniel, ma il capo lo bloccò.
"Dove credi di andare?"
"In camera con Jeremi"
L'uomo scosse con vigore la testa e incrociò le braccia sul petto "No, no, no. Tu dormi con me"
L'attore restò sbalordito "Cosa?"
"Non fingere di non aver capito" gli afferrò la mano e fece per portarlo sopra quando il suo cellulare squillò. Lo prese e appena lesse il nome il suo volto sbiancò "Scusami un attimo, aspetta qui e non muoverti"
Sergej voleva rispondergli, ma Daniel si precipitò fuori per rispondere alla madre.
"Dimmi" disse freddamente cercando di staccare la chiamata il prima possibile.
"Tesoro" disse la madre come niente fosse "Stasera c'è una cena con la tua fidanzata, alle otto in punto. Ti manderò l'indirizzo del ristorante. Non vedo l'ora così potrò annunciarlo a tutti!"
Daniel strinse con forza l'apparecchio, aveva già parlato con i suoi avvocati e per ora non gli avevano fatto sapere nulla, per cui doveva accettare quella farsa.
"Non verrò a cena" disse con rabbia.
"Ma tesoro..." piagnucolò "sei sicuro di voler rendere le cose difficili? Non costringermi a cambiare idea"
Daniel prese un grosso, enorme respiro e pensò a Sergej. Come l'avrebbe presa se glielo avesse detto? Scosse la testa.
"Vengo, ma solo per un'ora"
"Ottimo!" Rispose contenta "Ma c'è un'altra questione di cui dobbiamo discutere..."
"Ne riparlaremo" fece per staccare quando la madre lo sorprese.
"Si tratta di un certo Sergej"
A Daniel venne un colpo al cuore, la madre aveva scoperto qualcosa? Sergej era in pericolo? Come aveva fatto a...
"Suo padre è un amico di vecchia data e mi ha chiesto di licenziarlo e di escluderlo da tutto, altrimenti ci farà causa"
Daniel ricordò la conversazione avuta con il suo compagno e, onestamente, si aspettava una simile mossa.
"Non licenzio una persona solo per un tuo amico. Per di più è molto bravo e il team di produzione ha in mente altri progetti per lui. Per non parlare della nuova serie che uscirà a giorni."
"Quella in cui reciti anche tu? Oltraggiato. Mmmh..." la madre sembrava volerlo a tutti i costi irritare "vuoi davvero renderla difficile adesso? Facciamo così, ne riparleremo a cena stasera. Non tardare e porta un bel mazzo di rose alla tua fidanzata."
Daniel non ne poteva e stacco immediatamente la chiamata, da lì compose il numero dell'avvocato.
"A che stiamo?" Chiese direttamente  sfogando la sua ira.
"Per ora nulla, ci stiamo lavorando"
Daniel era frustrato, com'era possibile che non riuscisse a risolvere quella situazione?
Si slacciò la cravatta e si tolse la giacca color indicao nella vana speranza di prendere aria. Si appoggiò le mani sui fianchi e si guardò intorno, cosa doveva fare? Sergej era appena arrivato e quella sera stessa doveva uscire per incontrare quella ragazza.
"Tutto bene?" La voce di Sergej lo prese alla sprovvista.
Daniel gli diede un lungo sguardo e poi annuì "Sì, dovrò uscire questa sera."
Sergej corrugò lo sguardo e si mise le mani in tasca "Ancora la storia del matrimonio?"
A Daniel il tono della sua voce sembrò decisamente triste e preoccupato. "Sì, ma vedrai che risolverò tutto. Porta pazienza"
Sergej scalcciò un sasso invisibile e poi si scompigliò i capelli "Ti ho dato fiducia, in più ci stai ospitando... puoi star tranquillo..."
Daniel sorrise amaramente "Risolverò" bisbigliò a se stesso e poi gli indicò la porta "Andiamo a disfare le valigie?"
Sergej arricciò le labbra e guardò altrove "Facciamo che..." si fermò con un sorriso diabolico sul volto "finché non risolvi dormiremo separati"
Daniel sbuffò "Vorrei ricordati che sono il tuo padrone di casa..."
"Di casa, appunto. Chi affittuario dormirebbe con lui?" E prima di dargli il tempo di rispondere tornò in casa.
Daniel restò un attimo fuori e sospirò. Sua madre lo stava minacciando su più fronti, non poteva perdere l'azienda ma per nessuna ragione al mondo avrebbe escluso Sergej dal lavoro. Non era giusto.
Si trovava proprio in un bel guaio...

È stato un colpo di fulmineDove le storie prendono vita. Scoprilo ora