Capitolo 6 - Sergej

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Sergej era arrivato troppo in anticipo quella mattina, meravigliandosi di se stesso. Era così nervoso che la notte non aveva dormito e alle sei era già vestito e pronto per andare al lavoro. 

Finalmente aveva ottenuto un ottimo ingaggio come attore e le cose si stavano complicando per il capo! Non poteva permettere che tutto andasse a rotoli, ma come poteva fare con una persona che non gli dava tregua? Aveva così deciso, visto il largo anticipo, di fermarsi a prendere qualcosa da mangiare. Era così ansioso che al suo cornetto aveva dato anche un morso, per poi posarlo una volta accortosi che Daniel lo stava già aspettando. 

Non aveva capito la sua rabbia, era stato super puntuale, che importanza avevano quei cinque minuti? Scosse il capo e si calò ancora di più il berretto seguendolo.

"Potresti toglierlo?" gli chiese Daniel, cogliendolo di sorpresa. Erano appena arrivati allo studio.

"Perché?" chiese sfacciatamente il ragazzo e l'uomo lo guardò, sorpreso da quella domanda. Forse lì tutti erano abituati ad ubbidire e basta, senza farsi troppe domande. Cosa che non era nelle corde di Sergej.

"Beh," tossì Daniel, quegli occhi verdi così spaesati e in cerca di un appiglio qualsiasi fecero sorridere Sergej, lo aveva messo in difficoltà "siamo al lavoro, mica allo stadio?" rispose con freddezza per poi borbottare silenziosamente: "Non riesco a vederti il viso..."

Non hai il coraggio di dirlo ad alta voce? Tutto sommato la situazione divertì il ragazzo che invece di togliersi il cappello, lo girò portando la visiera dietro. "Va meglio, capo?" chiese ridendo e l'altro scosse la testa e infilò le mani in tasca, palesemente stizzito.

"Andiamo. Ho del lavoro per te!" Sergej annuì e lo seguì per un lungo corridoio per poi arrivare all'ultima stanza con su scritto sulla porta 'Archivio'. Entrarono insieme per poi ritrovarsi in un ambiente disordinato, scuro e pieno di polvere, tanto che tossì.

"Nessuno apre mai le finestre qui?" chiese avvicinandosi a una di esse e la spalancò. La situazione non migliorò, anzi, sembrava peggio di come era prima. Fascicoli ammucchiati in ogni angolo, alcuni anche sul pavimento "Sarà una lunga giornata" si lasciò sfuggire.

"Puoi ben dirlo," esclamò Daniel contento "per favore riordinali tutti entro le dodici, poi andremo a pranzo. Sistemali in ordine alfabetico, sono tutte le serie e i film fatti in questi anni. Ah, e dividi i film dalle serie."

Sergej alzò lo sguardo verso l'altro e si rimboccò le maniche "Ci vediamo alle undici e cinquanta, capo" lo prese in giro e raccolse il primo fascicolo per poi riposarlo di nuovo alzando una nuvola di polvere. Si stava comportando da sbruffone, ma non sapeva se ce l'avrebbe fatta sul serio.

Daniel lo lasciò ghignando e Sergej si diede da fare, due ore dopo era a buon punto, ma pieno di polvere. Quante cazzo di serie aveva prodotto la 'CineFly'? Troppe.

Era in procinto di posare l'ennesimo documento quando qualcuno bussò alla porta, era Daniel con una bibita tra le mani "Ho pensato che avessi sete" disse allungandogliela. Sembrava sciolto, tranquillo e più bello del solito.

Sergej si ammonì per quel pensiero, annuì e gli disse: "Potresti portarmela? Sono abbastanza impegnato" avrebbe voluto aggiungere 'grazie a te', ma tacque.

Daniel sbuffò ma eseguì la richiesta. Gli si avvicinò per poi mettersi spalle alla libreria "Ce la farai entro le dodici? Ti vedo in alto mare."

Mi prende in giro?  Sergej sorrise e gli andò di fronte, si avvicinò a lui guardandolo negli occhi, ma come era accaduto qualche ora fa Daniel scansava il suo sguardo allora Sergej gli si fece più sotto e non avendo vie d'uscite il capo lo guardò "Cosa..." chiese in imbarazzo troncando la domanda sul nascere, il ragazzo allungò una mano, l'uomo sospirò pensando a cosa stesse facendo. Aveva le labbra semi aperte, gli occhi spalancati e le guance arrossate, si chiese se dietro quell'aspetto perfetto non si nascondesse tutt'altra persona. Sergej sorrise e afferrò un fascicolo alle spalle dell'uomo, lasciandolo senza fiato e sorpreso.

"Ce la farò sicuramente..." sussurrò quasi vicino al suo orecchio, salvo poi ricordare che fosse il capo e fare due passi indietro, pentendosene subito. Che cazzo gli era saltato in mente? Ci stava provando? Di solito faceva così solo con qualche ragazza che gli piaceva... c'era solo una ragione a quello che era successo, la tensione gli stava dando alla testa. 

Daniel prese un grosso respiro, si ricompose e afferrò il polso di Sergej, aveva nella mano ancora il fascicolo "Ti conviene finire per le dodici, altrimenti..." 

"Altrimenti?" chiese il ragazzo, cosa stava succedendo in quella stanza? L'aria sembrava cambiata e c'era una strana tensione.

"Vedrai" e lo lasciò andare per poi passargli accanto e strusciare il braccio contro il suo. Gli lasciò la bibita sul tavolo posandola con fin troppa energia e uscì dalla stanza.

Qualcosa non va pensò toccandosi il petto, aveva il cuore che andava a mille. Voleva solo stuzzicarlo, ma alla fine era stato Daniel che aveva preso il sopravvento e lo aveva messo KO.

Devo darmi una calmata! Non può piacermi un tizio così, non il mio capo per giunta... il mio coprotagonista. 

È stato un colpo di fulmineDove le storie prendono vita. Scoprilo ora